Sanguinerà, un cuore d'oro

Sanguinerà, un cuore d'oro Tennis al Foro Italico: entusiasmo per il ligure che liquida Pioline i Sanguinerà, un cuore d'oro Oggi incontra lo spagnolo Vicende negli ottavi Esce di scena Santopadre battuto dal tedesco Haas ROMA DAL NOSTRO INVIATO L'avevamo lasciato con il terrore negli occhi, prima e dopo l'incontro di Coppa Davis perso con l'indiano Bhupathi. La tensione aveva reso di pietra il suo braccio e di cristallo i suoi nervi. «Dopo Genova ho imparato la lezione e sono diventato un altro uomo» ha detto ieri Davide Sanguinetti riconoscendo le fragilità del passato e godendosi in pace, gli occhi finalmente sereni, la fantastica vittoria contro Cedric Pioline, numero 16 del mondo e 1 di Francia, un tipo che di solito non scherza e che l'anno scorso, tanto per inquadrare il personaggio, ha giocato la finale sull'erba sacra di Wimbledon, onore riservato solo agli eroi della racchetta. E' stata una gradita sorpresa, per la verità, visto che Davide è un ragazzo simpatico e intelligente, uno che mentre giocava a tennis nel campionato universitario Usa ha studiato economia all'TJcla, uno che descrive la sua vittoria senza aver l'aria di prendersi rivincite contro chi, con qualche ragione ma forse con troppa fretta, l'aveva definito un fifone. «Adesso ho impalato a gestire meglio le emozioni, a essere più aggressivo, insomma a lasciare andare il braccio nei momenti di tensione» ha detto ringraziando la fidanzata Tatiana, romana, che gli ha fatto da guida verso la retta via come Virgilio con Dante. Il primo abbraccio è stato per lei, dopo aver fatto a pezzi Pioline, poi è stata la volta del padre, del coach, degli amici, di tutta la piccola tribù, insomma, che ha incrollabilmente creduto nella sua rinascita. «Non mi piace parlare di Pioline e di come ha giocato: posso solo dire di avergli creato pacchie difficoltà cariando i miei schemi» ha spiegato Davide, ligure di La Spezia, 25 anni e numero 69 in classifica, lasciando agli altri, ai critici magari pentiti, l'elenco dei meriti del rivale, che ha disputato quest'anno, perdendole entrambe, le finali di Londra e di Montecarlo. Anche Davide è stato sconfitto in finale, proprio domenica scorsa a Coral Springs, in Florida. Dopo il match è volato in Italia, ha combattuto il jet-lag con la melatonina e si è presentato fresco e pimpante sui campi rossi del Foro Italico. «E' stata una delle partite più belle della mia vita» ha confessato. Il popolo di Roma l'ha incoraggiato come si usa nelle curve dell'Ohmpico e nel finale ha pure scandito il solito coro «scemo, scemo» all'in¬ dirizzo di Pioline colpevole di aver improvvisato una specie di ironico balletto quando U giudice di sedia, sul match point, ha chiamato un net sul servizio imprendibile di Davide. E' stato questo l'unico momento arroventato dell'incontro. L'azzurro si è un poco innervosito e ha avuto bisogno di altri tre match point prima di gustare il meritato trionfo. Sugli spalti c'era anche Paolo Bertolucci, il capitano di Davis che vedendo la grinta del ragazzo, per niente intimorito dalla fama del rivale, ha tratto un mezzo sospiro di sollievo in previsione della sfida con lo Zimbabwe dei fratelli Black, in luglio a Prato. «Devo confessare che parte della spinta per risalire mi è venuta leggendo che tutti aspettavano con ansia il ritorno di Furlan» ha detto Davide in tono leggero lanciando un sorriso d'intesa alla sua Tatiana. Oggi, negli ottavi, incrocerà la racchetta con lo spagnolo Fernando Vicende, numero 120: la favola bella può continuare. E' invece finita, contro il fisico tosto di Tommy Haas, già giustiziere di Nargiso, l'avventura di Vincenzo Santopadre, il ragazzo dei Parioli che aveva infiammato i suoi tifosi battendo Kucera. Contro il giovane tedesco, che ha studiato tennis all'Accademia di Nick Bollettieri grazie a una colletta fra gli amici del padre, il mancino de' noantri non è riuscito a trovare il filo del gioco come davanti all'ammaccato slovacco. Ha perso in due rapidi set, sballottato qui e là dalle bordate e dai colpi corti del rivale: ma nel Ristorante Santopadre, ieri sera, non sono mancati i brindisi. Carlo Coscia La gioia di Sanguinetti, 25 anni, di La Spezia [FOTOAP]