Piero Pelù «condannato» Dovrà incidere tre ip inediti di Marinella Venegoni

Piero Pelù «condannato» Dovrà incidere tre ip inediti E un disco live per l'ex casa discografica Piero Pelù «condannato» Dovrà incidere tre ip inediti La sentenza è della Cassazione Magli avvocati del cantautore negano MILANO. Può un artista essere obbligato a generare un'opera? Nel mondo della musica popolare, l'interrogativo si sta proponendo sempre più spesso; finora però, se ne parlava a Londra per 0 caso di George Michael, rimasto inattivo per anni per essersi rifiutato di continuare ad incidere con l'etichetta cui era legato; o a Minneapolis, dove l'ex Prince si dipingeva sulla guancia la parola «schiavo», e decideva poi perfino di cambiare nome per liberarsi dal peso di un contratto discografico secondo lui penalizzante. Ora un caso emblematico capita anche in Italia, e riguarda Piero Pelù, il «basettone maledetto», quello che in un Primo maggio di qualche anno fa mise un preservativo in diretta al microfono di un esterrefatto Mollica. Pelù è la faccia e il leader dei fiorentini Litfiba, uno dei gruppi più amati nei territori del rock italiano, spesso ai vertici delle hitparades. Stando alle notizie di ieri, egli è stato obbligato dalla Cassazione ad incidere tre lp di inediti per la sua ex casa discografica, più un disco Uve. In un giorno ormai lontano, quattro anni fa, i Litfiba decisero che con la vecchia casa discografica, la Cgd, le cose non andavano. Sono vicende, queste, sempre molto misteriose come del resto i contratti, visto il giro di denaro e di interessi che le circonda. Firmarono comunque un nuovo contratto con la Emi, un'altra delle multinazionali che governano la musica in Italia, e tornarono altre volte in hitparade. La Cgd (una delle tante etichette italiane vendute allo straniero: di italiana resta ormai solo la RTI di Berlusconi) si rivolse ai giudici, e nacque la lunghissima diatriba finita in Cassazione. E ieri la Cgd ha cantato vittoria, e annunciato con orgoglio che la Corte Suprema ha accolto il suo ricorso, e annullato tutte le sentenze Piero Pelù precedenti, decidendo che «l'artista è legato da una valida ed efficace esclusiva contrattuale con la Cgd». Con la quale sarà quindi obbligato a registrare i famosi tre nuovi dischi e un live. L'obbligo riguarda però soltanto Piero Pelù, e non tutto il gruppo: il che ingarbuglia non poco la comprensione del problema. Anche perché subito dopo quello della Cgd, è arrivato il comunicato dell'Ira, la società dei Litfiba: che ha ribaltato la frittata, sostenendo che la Cassazione si è limitata a cassare la sentenza del giudice d'Appello, che sanciva la nullità del contratto fra Pelù e Cgd, per «impossibilità dell'oggetto». Secondo gli avvocati di Pelù, dunque, la palla passerà nuovamente a un Tribunale, quello di Pistoia. Questa storia, dunque, sarebbe ancora tutta da scrivere. Se l'artista compone o canta o tutte e due le cose, e se la sua opera è il disco, la coercizione è proponibile? I contratti parlano e gli artisti si ribellano, ognuno a modo proprio. Pelù, per esempio, par di capire (così oltraggioso in scena, ha scelto la tecnica dell'understatement, e non c'è verso di scucirgli una parola) non ne vuol sapere di cantare da solo. Eppure, dice la Cgd, nell'89 firmò un contratto in questo senso: «Quando gli chiedemmo di onorarlo - ricorda il direttore generale della Cgd Giannini - disse di no, e se ne andò con il gruppo. La sentenza è un punto importante a favore del rispetto dei patti contrattuali anche in materia discografica». Nessuno crede comunque che ora il contratto sarà onorato. Gli avvocati delle parti si metteranno a tavolino e tratteranno una transazione economica. La vera battaglia è sulle cifre che questa transazione comporterà. Marinella Venegoni Piero Pelù

Luoghi citati: Italia, Londra, Milano, Minneapolis, Pistoia