Abbado: «Un concerto per Fidel» di Sandro Cappelletto

Abbado: «Un concerto per Fidel» a Ferrara il maestro ironizza sui falsi scoop e racconta i progetti del dopo-Berlino Abbado: «Un concerto per Fidel» «Nel '99 andrò a Cuba» FERRARA.Claudio Abbado riprenderà presto il «Falstaff» di Verdi. Dopo Berlino, lo vedremo anche a Ferrara e Salisburgo. I ruoli vocali sono ancora da attribuire, tranne due: «Bardolfo e Pistola verranno interpretati da Salvatore Carruba e Umberto Gay», rispettivamente assessore alla cultura e capogruppo di Rifondazione comunista al Comune di Milano. Per tre volte in tre ore il maestro affronta il supplizio che più detesta: parlare in pubblico. Ma ieri mattina ha deciso di giocare d'anticipo: «Ho letto cose non vere date come sicure, articoli su articoli costruiti sul nulla», dice riferendosi alla «notizia», da qualche quotidiano ripresa con enfasi, di una sua presenza al Piccolo Teatro di Milano. «E ho letto dichiarazioni ufficiali incomprensibili». Bardolfo e Pistola, i due servi di Falstaff, birbanti e cialtroni: «Milano merita assessori più illuminati. Se volete notizie veramente sensazionali eccone due: è stata scoperta una nuova sinfonia di Ciaikovskij, si chiama "La frenetica", ha bisogno di una revisione che verrà affidata a Mario Bortolotto. La seconda: il mio vero obiettivo dopo 0 2002, quando lascerò l'orchestra dei Berliner, è diventare Papa». Lo sarà, Papa, ma a Ferrara: si riaprirà il Teatro degli Intrepidi, qui ha e manterrà la propria residenza la Mahler Chamber Orchestra, l'ultima delle orchestre giovanili europee da lui create, qui si vedranno nuove produzioni operistiche e sinfoniche. Si costruirà così un «progetto di eccellenza», che avrà un occhio di riguardo verso la formazione professionale dei giovani grazie alla disponibilità di 50 borse di studio annuali. «Sono orchestre europee: la parola "straniero" per me non esiste. A Berlino non mi sono mai sentito straniero, perché un musicista europeo dovrebbe sentirsi straniero in Italia? Fare l'Europa davvero significa anche questo». Nell'estate del '99 la Gustav Mahler andrà in tournée a Cuba e suonerà davanti a Fidel Castro. Cuba sì, Milano no. La possibilità di una sua presenza alla Scala nel 2001 è congelata. L'omaggio a Verdi nell'anno centenario si risolverà nel «Falstaff» e nel «Simon Boccanegra». «Ma noi insisteremo ancora per averlo nel nostro teatro in questa occasione», ribadisce Paolo Arca, direttore artistico della Scala. Tra gli impegni di Abbado il «Don Giovanni» di luglio ad Aix-en-Provence, regista Peter Brook: «Ci stiamo lavorando e ogni esperienza porta con sé riflessioni nuove su un'opera che già si conosce», dice il maestro mentre la Deutsche Grammophon presenta l'incisione del «Don Giovanni» realizzata nel 1997 per Ferrara Musica. Dal palcoscenico al foyer del «Comunale», dove attendono Enzo Siciliano e Walter Veltroni per un incontro promosso da Italianieuropei, neonata fondazione di cultura politica. I redattori si trovano d'accordo sull'urgenza di lavorare sui meccanismi della formazione. Per i musicisti italiani il problema è assillante: le nostre orchestre occupano 2900 persone, il ricambio generazionale è in atto. E poi, per i prossimi vent'anni, chi troverà lavoro? L'orizzonte europeo e l'eccellenza del bagaglio professionale - e Veltroni cita l'esempio della Scuola di Fiesole sono «parametri» indispensabili. «I ragazzi italiani devono imparare il piacere di saper ascoltare mentre suonano assieme: come sanno fare le migliori orchestre», puntualizza Abbado riferendosi all'esecuzione della Terza di Mahler, riproposta a Ferrara dopo Torino: qui, con Mariana Lipovsek, contralto solista, e le riprese di Raiuno che trasmetterà il concerto il 24 maggio: applausi a non finire per 10 minuti. La mattinata si conclude con la presentazione di «Musica sopra Berlino» il libro-intervista di Livia Bramarli. Sandro Cappelletto Claudio Abbado: tra i suoi progetti più vicini, una ripresa del «Falstaff»