Tutti gli applausi ad Annan

Tutti gli applausi ad Annan Tutti gli applausi ad Annan «Il cinema milita sempre per la libertà» CANNES. Kofi Annan e Martin Scorsese sono i due protagonisti, omaggiati, festeggiati, applauditi con tutto il pubblico in piedi, della cerimonia d'inaugurazione del cinquantunesimo Festival di Cannes. Al segretario delle Nazioni Unite è dedicato un mosaico di immagini tratte da film che, attraverso le ambientazioni e i linguaggi più vari, hanno affrontato il tema dei diritti umani: si va da «Mr Klein» di Joseph Losey a «Sud» di Fernando Solanas, da «Il destino» di Youssef Chahine a «Danton» di Wajda per finire, prima che le luci si riaccendano nella gran sala del Palais, con le immagini di Kirk Douglas morente nel finale di «Spartacus». «Il cinema ha sempre militato per la libertà - dice Kofi Annan - e voi artisti con il vostro talento avete sempre difeso i diritti dell'uomo, in nome della tolleranza. Utilizzando le vostri doti, la vostra celebrità, avete l'opportunità di offrire un contributo importante allo sviluppo di una nuova era dell'umanità». Vigorosamente ancorata al leggìo che campeggia al centro del palcoscenico, Isabelle Huppert, in lungo verde prato firmato Lacroix, ha condotto con partecipe grazia una cerimonia stringata, preceduta come sempre da quella, più colorata e trionfale, che si svolge all'aperto, sulla scalinata del Palais. Ieri c'erano, tra gli altri, Sabine Azema con scollatura abissale, Sophie Marceau con crocchia di capelli al centro della testa genere «Ultimo dei Mohicani», Willem Dafoe senza cravatta, Johnny Hallyday con l'orecchino, Kate Moss in bianco virginale, Claudia Schiffer più luminosa che mai, Mira Sorvino timida e argentata, Emma Thompson in viola regale e molte signore meno note, ma fortemente impegnate nel corpo a corpo con gli strascichi dei loro abiti. «Come voi amo il cinema - ha esordito Huppert - perché è insie- me razionale e irrazionale, perché rappresenta la confusione dei sentimenti, perché è il ridere e il piangere, perché è l'arte del mistero e della sorpresa». Un regista, ha aggiunto l'attrice dopo aver presentato l'iniziativa della Cinefondazione per la scoperta dei giovani talenti della regia, «è uno che dona la vita». Segue la carrellata dedicata ai film di Scorsese in cui si vede lo sguardo smarrito di Robert De Niro in «Taxi driver», l'abbraccio appassionato tra Daniel Day Lewis e Michelle Pfeiffer ne «L'età dell'innocenza», la corona di spine sulla fronte di Willem Dafoe crocifisso in «L'ultima tentazione di Cristo» e l'incubo rosso di sangue del giovane Dalai Lama protagoni¬ sta di «Kundun». La sala in piedi applaude l'autore, poi entra in scena la giuria e, prima del finale a base di sassofono, tocca a Travolta e Thompson pronunciare la formula rituale con cui il Festival viene dichiarato aperto. Lui sorride e fa il suo dovere, lei fa la leziosa parlando francese e gettando un rapido sguardo all'orologio nel momento in cui dice che questa è l'edizione numero cinquantuno. Per gli invitati vip la serata continua, dopo la proiezione di «Primary colors», con l'abituale cena «d'ouverture» dove le toilette più o meno vistose, più o meno azzeccate, vengono inesorabilmente messe alla prova dalla ressa che attornia i buffet. [f. e]

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