John Travolta assolve gli amori eli sexy-Clinton

John Travolta assolve gli amori eli sexy-Clinton Il deludente «Primary Colors» di Nichols ha aperto fiiori concorso il Festival di Cariies John Travolta assolve gli amori eli sexy-Clinton CANNES DAL NOSTRO INVIATO Le somiglianze fisiche e caratteriali con la coppia Clinton ci sono, certo. Altre analogie, in «Primary Colors» di Mike Nichols che ha aperto ieri fuori concorso il 510 festival... Per prima è una terribile parrucchiera platinata a proclamare d'aver avuto incontri sessuali con un governatore candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti, e ne fornisce come prova registrazioni di telefonate che risultano false. Poi è la baby sitter nera diciassettenne dei suoi figli a dirsi ex amante ora incinta del candidato presidente, cosa vera che lui riesce a dimostrare falsa alterando certe analisi del sangue. Infine è il candidato rivale a risultare un gay truffatore e cocainomane. Sarà un po' troppo? Ma «Primary Colors», film per niente bello che dal punto di vista scandalistico dice quanto tutti i giornali del mondo pubblicano da tempo e che dal punto di vista narrativo pare «Beautiful», è in realtà una totale difesa antimoralistica di Bill Clinton: il giovane nero idealista, nipote d'un leader del movimento per i diritti civili, dopo averne viste d'ogni colore lavorando per una campagna elettorale anche cinica, si ritrova accanto al presidente eletto John Travolta; e il senso della storia è quello ovvio, le sregolatezze sessuali non hanno nulla a che vedere con le qualità politiche, sporcarsi le mani è inevitabile nella carriera politica ma è irrilevante se sono buoni i programmi, se è forte ed efficace la volontà di migliorare il Paese. Infatti la scena in cui la moglie del candidato andava a letto con l'assistente nero, giudicata troppo imbarazzante, è stata tagliata; è amico personale dei Clinton uno dei capi della società produttrice Universal, Edgar Bronfman jr.; è buon conoscente dei Clinton John Travolta. Il regista Mike Nichols, 66 anni, si chiamava Michael Igor Peschtowsky quando emigrò negli Stati Uniti a sette anni, nel 1939, con il padre scrittore e con la madre poetessa (autrice tra l'altro del libretto della «Salome» di Richard Strauss) figlia d'un governante di Weimar asssassinato dalla polizia. Il suo atteggiamento verso l'America è duplice: contemplazione sardonica, adorazione sentimentale. Tratto da «Colori primari», il libro scritto dall'ex assistente di Clinton Joe Kline pubblicato da Garzanti, il film ha il merito d'una direzione d'attori perfetta: Emma Thompson recita benissimo il personaggio della moglie del candidato, avvocatessa come Hillary Clinton, vera testa politico-organizzativa della campagna elettorale, capace di prendere a schiaffi il marito colpevole; il giovane nero Adrian Lester è bravo, è grande Kathy Bates. E John Travolta induce a detestare il doppiaggio: la sua voce bellissima, bassa, un poco rauca, dolce, protettiva, risulta essenziale nell'interpretazione d'un sincero demagogo con una vocazione a comunicare con la gente, d'un uomo politico onesto che commette disonestà. Lietta Tornabuoni Il film, stile Beautiful, mette sotto accusa i meccanismi perversi della macchina politica Emma Thompson e John Travolta. Sopra Kofi Annan con la moglie Nane IL PROGRAMMA IN CONCORSO CEUX QUI M'AIMENT PRENDRDNT LE TRAIN (Chi mi vuol bene prenderà il treno) di Patrice Chéreau, Francia. LA VENDEDORA DE ROSAS (La venditrice di rose) di Victor Gavina, Colombia. UN CERTO SGUARDO LULU ON THE BRIDGE (Lulu sul ponte) di Paul Austcr, Usa. SZENVEDELY (Passione) di Gyòrgy Feher, Ungheria. QUINDICINA DEI REGISTI LA PAROLA AMORE ESISTE di Mimmo Calopresti, Italia. L'HOMME QUI RIT (I/uomo che ride) di Paul Leni, Francia. SETTIMANA DELLA CRITICA TORRENTE, EL BRAZO TONTO DE LA LEY (Torrente, il braccio scemo della legge) di Santiago Segura, Spagna.