E il latinista rilancia di Paolo Mieli

E il latinista rilancia Roma, alministro che vuole ridimensionare lo studio delle «lingue morte» replica un convegno di docenti E il latinista rilancia Disobbedienza culturale contro Berlinguer BROMA ERLINrUER discolpati. Il decBto ministeriale che caricava i program I mi di soria è contestato da duemila cbcenti. I progetti per ridimensDnare lo studio delle lingue clssiche provocano una sollevaziae fra i cattedratici università! di latino e di greco, coalizzai in uno schieramento trasvejale che non conosce più né (gstra né sinistra. E ora esce un nanifesto che propugna la «disèbedienza culturale» fra i pnfessori di liceo, perché contiraino a insegnare secondo gli anichi programmi. Lo lancia il yuppo «Prisma», nato nel monto scolastico romano in reazane al decreto e rapidamente liffuso in Italia, come «progett» per la rivalutazione dell'insemamento e dello studio del modo antico». In questo cima si aprirà domani, promoso da «Prisma» nella sede dellEnciclopedia Italiana, un condegno che rischia di essere tank caldo quanto il titolo è cauto: Il conflitto inesistente. Umaniti e scienziati per il rilancio dell cultura classica nella scuola di 2000». Attenzione a quella prola «rilancio», il velen dell'argimento è lì. Se si Vuole rilancia© dove altri pensano di ridurE, il conflitto diventa' inevitiile. Sarà inesistente fra umnisti e scienziati, non certo fra jtudiosi e politici. Anche perché dietro i liceali di «Prisma», ci sino le più alte firme dell'unrersità, compresi personaggi he, per affinità ideologiche, óvrebbero essere i più vicini al ninistro, da Marcello Bettini ;Luca Canali. Fuori dal :onflitto, ma non dal confrontc c'è perfino, fra gli interlocutori un altro ministro, il più illustre invitato a dare la propria testiaonianza. E' Carlo Azeglio Cianpi, grande cultore dei classici, Lureato con una tesi in letteratura greca alla Normale di Pisa l'uomo che and>e alla Banca dtalia teneva sempre sulla scivania un testo di Sofocle o di Virgilio. «Abbiamo pensato di invitarlo perché Ciampi è la dimostrazione più alta di com una salda cultura classica sia a base migliore per poter fare bne qualunque cosa, anche in ecoiomia», ci dice Fabrizio Polaco, docente romano di lettere e ;oordinatore nazionale di «Prima». Che rivendica - contro le ficili accuse di passatismo - il vaore progressista degli studi peii quali si batte. Polacco tane a precisare che l'iniziativa del suo gruppo è di proposta, non di protesta, per correggere la riforma. «Speriamo solo che Berlinguer abbia l'apertura mentale e l'elasticità necessarie per rimediare agli errori del decreto». Ma sulla «disobbedienza culturale» rimane fermo. «Di fronte a certe scansioni dei programmi, come quella che concentra in un biennio la storia dall'età della pietra al 1350, la disobbedienza è una necessità. Il decreto è inattuabile anche per chi vorrebbe applicarlo». Un risultato, l'azione del suo movimento lo ha già raggiunto. Molti editori, dietro la pressione degli insegnanti, hanno deciso di mantenere sul mercato i testi con la scansione tradizionale. I tremila anni di storia possono essere distribuiti su un arco più lungo, che non mortifichi l'antichità e il Medioevo. Alessandro Laterza, giovane leader dell'antica casa editrice, è d'accordo sulla scelta di conservare i vecchi testi; non sulle motivazioni portate. «E' vero, c'è un buon numero di docenti che vuole mantenere le antiche scansioni. Ma ritengo che sia una posizione di minoranza. Non si può ipotizzare un fronte di resistenza al ministro. I nuovi programmi sono passati, si va avanti. Il problema ora sarà come coprire il '900, su cui siamo impreparati. Dobbiamo chiedere aiuto agli storici». Laterza riconosce che c'è stato un forte rimescolamento di posizioni, in questa battaglia. «Si credeva che l'interesse per lo studio dell'antichità fosse di destra. Invece nella lotta contro Berlinguer vediamo in prima linea i professori universitari di sinistra, che non ci sentono su questo punto». Ma l'espressione «disobbedienza culturale» non gli piace. «Berlinguer dopotutto lascia autonomia: nessuno impedisce a un singolo istituto di compiere altre scelte. E io farò tutto il possibile per tutelare anche le minoranze». Sul problema del latino e del greco, Laterza è incerto. «Puntare a un insegnamento medio-alto o privilegiare la quantità, con più diplomati, meno dispersione, meno abbandoni?». Tradotto praticamente: una serie di diplomi inutili, o una scuola che tuteli solo i più capaci? Nell'editore di sinistra, il dubbio rimane. Chi non ha dubbi sulla scelta a favore dei classici è Paolo Mieli, invitato all'incontro anche per i suoi recenti articoli su Cicerone, Seneca e Ovidio apparsi sulla Stampa. Mieli rileva una forte contraddizione nei nostri intellettuali. «A parole tutti sono per la cultura greca e latina. Nei comportamenti la deprimono, come un fenomeno di passatismo. Basta vedere gli errori nelle citazioni latine sui giornali. Anche questa mancanza di scrupolo filologico tradisce disprezzo, magari inconsapevole». E invece è importante che proprio l'intellettuale moderno, la persona impegnata politicamente, scenda in campo. «Se i professori di latino e greco rimangono soli, hanno già perso. L'adesione di Ciampi a questo convegno significa che non li si vuole lasciare isolati. Questa è una battaglia che non va combattuta per spirito corporativo, ma culturale». Difendendo anche la lingua? «Certo, anche la lingua. Per 2700 anni si è scritto in greco e in latino. Ci si rende conto che cosa vuol dire togliere la comunicazione diretta, non mediata, con 2700 anni di cultura? Per salvare la cultura classica, oggi, non basta difendere le posizioni mantenute. Bisogna andare all'attacco, riconquistare quello che si era perso». Che cosa risponderà Berlinguer a queste richieste? E' stato invitato, aspettano tutti il suo intervento. Discolpati, ministro. Giorgio Calcagno Invitato anche il «grecista» Ciampi: «Dimostra che la cultura classica è la base per far bene qualunque cosa» Mieli: «A parole tutti sono per la cultura greca e latina. Ma nei comportamenti la deprimono» Qii accanto un rilievo i sarcofago romano in stile aneddotico raffigrante le diverse fasi della cecità di un bambino. Nella foto sopra il supermiistro dell'Economia Orlo Azeglio Ciampi, in basso Paolo Mieli ■ Alessandro Laterza

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