SuperBin va avanti (tra smentite) di Valeria Sacchi

SuperBin va avanti (tra smentite) SuperBin va avanti (tra smentite) Sceltigli advisor, Comit e Bancaromafanno i conti MILANO. Le bocche sono più che mai cucite, la consegna del silenzio è parola d'ordine tra i protagonisti, vicini e lontani, di quella trama che dovrebbe portare Bancaroma e Comit a dar vita ad un nuovo mega-polo. L'unica impressione è che la trattativa stia imboccando la strada dell'esame dei dati. Sotto l'occhio vigile dell'amministratore delegato di Mediobanca Vincenzo Maranghi e l'ombrello protettivo del governatore Antonio Fazio, ansioso di evitare al gruppo romano nuove sorprese. Intanto si profila già il punto più delicato dello scontro: la valutazione dei due gruppi. Le ipotesi di concambio spaziano da uno a uno a uno a tre a favore di Comit, a seconda che faccia premio la capitalizzazione di Borsa (che avvantaggia Bancaroma) o lo stato di salute dei due protagonisti che vede nettamente vittoriosa Comit. Ieri comunque i due titoli sono finiti in ribasso. Gli advisor indicati come già scelti (ma forse non ancora incaricati) dai romani e dai milanesi, ossia Goldman Sachs e Merrill Lynch, respingono le indiscrezioni con il classico «no comment». Commerzbank, che di Comit è azionista al 3%, si limita a far sapere che «segue con interesse la vicenda», e precisa: «Non è vero che abbiamo detto che siamo contrari all'ipotesi, semplicemente sono ancora troppo pochi gli elementi per poter dare un giudizio». Anche Gianni Agnelli (che tramite la Toro è uno degli azionisti stabili della Banca di Roma) è rimasto nel vago a proposito di un possibile accordo tra i due gruppi bancari. «Dico la verità ha osservato con evidente imbarazzo -, quello è un mestiere che capisco poco, è lontano dal mio ambiente. Non posso esprimere un giudizio, non per reticenza, ma per non professionalità...». Intercettati a Roma mentre entrano al comitato direttivo dell'Abi, i vertici dei due istituti si trincerano dietro il passato. Il presidente di Co¬ mit, Luigi Fausti, conferma la posizione espressa in assemblea a fine aprile quando respinse l'ipotesi di fusione e spiegò di essere amico di Geronzi, ma che «le decisioni della banca si prendono in modo responsabile e non c'entrano le amicizie. Siamo amici di tutti, ma indipendenti». Identico copione per il presidente di Bancaroma Cesare Geronzi, che rimanda alle dichiarazioni agli azionisti, quando aveva negato l'esistenza di trattative, ma aveva lasciato capire che l'integrazione tra due banche radicate in territori diversi era «possibile». E poco dopo l'ennesimo «no comment» arriva dall'amministratore delegato di Bancaroma Antonio Nottola che respinge le domande con un «non confermo e non smentisco». La marcia del super-polo sembra dunque ancora lunga. Valeria Sacchi

Persone citate: Antonio Fazio, Antonio Nottola, Borsa, Cesare Geronzi, Geronzi, Gianni Agnelli, Luigi Fausti, Merrill Lynch, Vincenzo Maranghi

Luoghi citati: Milano, Roma