L'Eurobancq supera gli esami di F. Man.

L'Eurobancq supera gli esami L'Eurobancq supera gli esami Riserve sul tandem, Padoa Schioppa il più votato STRASBURGO DAL NOSTRO INVIATO E' ancora lui, Tommaso Padoa-Schioppa, il più amato dagli europarlamentari. Al voto espresso ieri dall'assemblea di Strasburgo in seduta plenaria sui sei candidati al direttorio della Banca centrale europea è il banchiere italiano che ha ottenuto l'approvazione più ampia: 472 voti a favore, 25 contro e 48 astenuti. A conquistare il minor numero di voti favorevoli è invece il futuro presidente della Bce, Wim Duisenberg, che raccoglie comunque 439 «sì», mentre i contrari sono 40 e gli astenuti 59. Tutti promossi anche gli altri candidati, con consensi che variano da 443 per il vicepresidente Christian Noyer a 465 per la governatrice della Banca di Finlandia Sirkka Hamalainen. Il Parlamento europeo, insomma, ha accettato senza troppi problemi il compromesso scaturito dal vertice dei capi di Stato e di governo del 2 maggio scorso a Bruxelles e la finzione in base alla quale Duisenberg, nominato per otto anni, ha dichiarato «spontaneamente» che non svolgerà tutto il suo mandato, lasciando così via libera al successore già designato, il francese Jean-Claude Trichet. Nella relazione che dà il via libera alla nomina del presidente, firmata dalla socialista tedesca Christa Randzio-Platz si parla di «procedure di nomina estremamente insoddisfacenti», ma si dice anche che nel corso della sua audizione davanti al Parlamento Duisenberg «ha dimostrato in modo convincente che la sua futura indipendenza non verrà minata dagli eventi prodottisi» il 2 maggio. L'unica vera critica rimane allora quella a un sistema di nomine che si fonda sull'unanimità tra i Quindici e si presta quindi a un gioco di veti incrociati. «Sebbene sia sempre preferibile raggiungere un consenso, dovrebbe essere possibile ricorrere al voto a maggioranza per evitare una futura paralisi dell'Unione europea». A dare un colpo alla sostanza del compromesso di Bruxelles provvede invece un emendamento, presentato dai liberali e approvato per un soffio (214 sì e 213 no) grazie ai voti del Ppe e dei deputati olandesi di tutti i partiti, che aggiunge un «considerando» alla raccomandazione che viene dal Parlamento. Nell'emendamento si afferma che «il presidente della Bce dovrebbe tener conto della continuità nella direzione del Comitato esecutivo della Banca, evitando una successione prematura o simultanea del presidente e del vicepresidente». Tradotto dall'europolitichese significa che, secondo il Parlamento, Duisenberg non dovrebbe lasciare la sua carica nel luglio 2002, quando l'Euro diventerà la sola moneta per i Paesi membri e le valute nazionali saranno ritirate, ma più tardi. Nel luglio del 2002 scadono infatti i quattro anni di mandato del vicepresidente Noyer, che dovrà lasciare il posto a Trichet. E' una presa di posizione contro la «staffetta», ma non un atto che potrà influenzare in alcun modo l'accordo raggiunto. Il voto del Parlamento, come ha ricordato ieri più volte il presidente José Maria Gil-Robles, ha infatti solo un valore consultivo. [f. man.]

Luoghi citati: Bruxelles, Strasburgo