«Bilancia ingaggiato dai clan della mafia»

«Bilancia ingaggiato dai clan della mafia» Sarebbe coinvolto in un traffico di esplosivi tra Palermo e il Nord. Nel mirino un magistrato? «Bilancia ingaggiato dai clan della mafia» Un pentito lo collega al boss Madonia GENOVA DAI NOSTRI INVIATI Le imprese del serial killer, il clan mafioso dei Madonia, un traffico di esplosivi dalla Sicilia alla Lombardia, un possibile attentato a Milano, l'evasione di un boss a Genova. Ne parla un collaboratore di giustizia che, da poco meno di un mese, ha cominciato a vuotare il sacco offrendo interpretazioni, anche clamorose, su fatti di sangue avvenuti in Liguria e sulle presenze mafiose lungo la Riviera di Ponente. Alcune ammissioni riguardano, anche se indirettamente, il passato di Donato Bilancia: il «pentito» avrebbe fatto il nome di una persona quale coautore (proprio con il Bilancia?) dell'omicidio di Bruno Solari e Maria Pitto, i gioiellieri assassinati il 27 ottobre dell'anno scorso a Genova, nonché indicato il coinvolgimento del clan Madonia (a cui Bilancia era considerato vicino) in un traffico di esplosivi diretti al Nord. Con obiettivo anche alcuni magistrati del pool milanese, le cui scorte sono state - di recente - nuovamente irrobustite. Il nome del pentito è rigidamente top secret: di lui si sa soltanto che è originario di Ravenna, che è stato arrestato a Rimini subito dopo una rapina, che aveva legami stretti con esponenti della mala genovese. Il primo nome che ha fatto, davanti al sostituto procuratore di Rimini, è stato quello di Andrea Branca, un pregiudicato di lungo corso, che appena fermato dai poliziotti di Savona, lo scorso 14 aprile, si è gettato dal balcone della questura, morendo in ospedale due giorni dopo senza avere ripreso conoscenza. Pare che il pentito avesse ammesso di avere partecipato con il Branca ad almeno tre rapi- ne: due ad agenzie della Comit di Genova, un'altra ad una banca di Rimini. Suicidio? Disperato tentativo di fuga? Su questo non c'è chiarezza: le indagini non sono state particolarmente approfondite, né forse potevano esserlo. In entrambi i casi non si configuravano, infatti, profili penali e tutta la documentazione è finita in una cartella che porta l'intestazione «atti che non costituiscono notizia di reato». Perchè Branca ha deciso di compiere quel gesto? La risposta degli investigatori genovesi è la più logica: «probabilmente aveva qualcosa sulla coscienza e temeva che noi ne fossimo al corrente». Certo, ma cosa? Esclusa è la sua partecipazione all'omicidio Solari-Pitto in quanto in possesso del migliore degli alibi: stava ancora in galera, a scontare una condanna all'ergastolo (poi ridotta a 20 anni) per l'omicidio del titolare di una discoteca, avvenuto a Celle Ligure negli anni '70. Branca temeva ben altro. In carcere aveva stretto legami con esponenti della nuova mafia che controlla attualmente il genovese? E' probabile. Come è probabile che si fosse avvicinato soprattutto alla frangia rampante del clan Madonia che si è un po' staccata dal corpo centrale della famiglia, fra non pochi attriti. Ma c'è anche un altro fronte di indagine: quello che riguarda una eventuale conoscenza fra Branca e Bilancia. I due frequentavano gli stessi ambienti e non è escluso che possano avere condiviso qualche impresa. Con riferimento soprattutto alle rapine, e più in particolare a quella compiuta il 20 marzo a Ventimiglia, quando fu ucciso il cambiavalute Enzo Gorni. La «complice bionda» non avrebbe potuto essere un «complice brizzolato» munito di parrucca? Su questa ipotesi la polizia si è mossa a lungo, ma senza arrivare ad una conclusione. E c'è un altro elemento che potrebbe avvicinare Bilancia alla mafia: il telefonino da lui sottratto al transessuale Lorena, supertestimone del doppio delitto dei metronotte a Novi Ligure, nelle ore immediatamente successive volò, nelle mani di non si sa chi, da Milano a Palermo e poi da Palermo a Genova. Viaggio certificato dalle mappature della Telecom. E una frequentazione con Cosa Nostra potrebbe spiegare anche il molto denaro di cui il biscazziere poteva disporre: molte decine di milioni ogni mese, che gli consentivano di mantenere diversi appartamenti, sparsi fra Genova, Sanremo e Cogoleto. E se c'è stato davvero un movimento di esplosivo fra la Sicilia e Milano e se davvero vi fossero coinvolti i Madonia, ecco che potrebbe assumere un ruolo diverso anche Donato Bilancia. Stando rigorosamente ai fatti è noto che il serial killer aveva frequentato la Corte d'Assise durante il processo che si è concluso lo scorso 31 dicembre con condanne a otto ergastoli e che era stretto amico di Maurizio Parenti, assassinato con la moglie Carla Scotto lo scorso 24 ottobre (forse per un regolamenti di conti per il controllo del totonero e dei videopoker). Quell'esplosivo, stando al pentito, era destinato alla piazza di Milano per un attentato ad un magistrato, ma anche ad un blitz per liberare un boss detenuto. E' verosimile si trattasse del superboss Piddu Madonia, un ergastolo a Genova ed un ergastolo a Palermo per la strage di Capaci. Ma quanto vale questo pentito? E' in qualche misura attendibile? Riserve sono d'obbligo, ma il sostituto procuratore di Rimini Paolo Gengarelli, che ha raccolto le prime deposizioni, parla di «dichiarazioni attinenti ad episodi molto delicati» e conferma di avere tramesso gli atti relativi «a procure del Nord e del Sud». Angelo Conti Brunella Giovara A destra Donato Bilancia il presunto serial killer In basso Andrea Branca il pregiudicato morto dopo essersi gettato da una finestra della questura di Savona