Agenzia del Sud, un round a Prodi di Fabio Martini

Agenzia del Sud, un round a Prodi Agenzia del Sud, un round a Prodi Un suo uomo in pole position per la guida DETDACrCMA LA SFIDA CON D'ALBINA SUL MERIDIONE OROMA UELLA mattina al «Bottegone» Massimo D'Alema stupì i tre leader sindacali: «Vedete, io credo che servano 10, 100, 1000 Manfredonia...», con allusione a quel modello ad alta flessibilità che i sindacati accettano sì, ma soltanto come eccezioni. Cofferati, D'Antoni e Larizza annotarono mentalmente quel D'Alema così «liberale» e così coinvolto nella tanto annunciata svolta politica per il Mezzogiorno. Tanto più che sulla Agenzia per il Sud che dovrà gestire il rilancio degli investimenti D'Alema fu altrettanto esplicito: «La plancia di comando dovrà essere efficace come quella che ha garantito il risanamento...». E' passato un mese da quel colloquio a porte chiuse tra D'Alema e i leader sindacali, ma intanto alla presidenza della commissione che sta preparando il progetto per la nuova Agenzia per il Sud Romano Prodi ha già collocato un uomo a lui vicino: Patrizio Bianchi, consigliere di amministrazione dell'Ili e soprattutto presidente del comitato scientifico di Nomisma, l'istituto di ricerca così caro al capo del governo. Sarà proprio Bianchi il presidente di «Sviluppo Italia», la holding che il governo dovrebbe varare entro un mese? Il tam-tam che indica Bianchi in pole position non ha avuto per ora smentite ufficiali, anche se da Palazzo Chigi si fa sapere in via informale che Bianchi per ora guida solanto una commissione e che dunque «ogni illazione sarebbe fuori di luogo». Ma ormai non ci sono più dubbi: il duello tra Prodi e D'Alema si gioca anche al Sud. Per ora una partita sotto traccia, meno visibile di altre, ma potenzialmente più virulenta. Romano Prodi punta forte sul Sud, punta gran parte delle sue fiches proprio sul rilancio del Mezzogiorno. Tanto è vero che soltanto per l'emergenza-alluvione Prodi ha fatto cancellare all'ultimo momento un viaggio di tre giorni in Sicilia (dove il 24 maggio si vota in tutte le province), mentre per oggi il presidente del Consiglio si è fatto organizzare un rapido blitz - metà istituzionale, metà politico - nel Sud-Est: questa mattina sarà a Matera e nel pomeriggio a Lecce e in entrambe le occasioni Prodi incontrerà le autorità locali, ma parlerà anche al popolo dell'Ulivo. Curioso: è la seconda volta in tre mesi che Prodi sbarca a Lecce, la provincia del «deputato di Gallipoli» Massimo D'Alema, assente a febbraio e molto probabilmente anche og¬ gi- E proprio in Puglia, lontano dai riflettori nazionali, si è consumato un episodio eloquente: nell'area di Manfredonia un'impresa americana (con l'appoggio del presidente della Regione del Polo) era disposta ad un investimento di 350 miliardi e ad assorbire gli esuberi della Enichem locale; l'opposizione dei sindacati (e del dalemiano pds pugliese) hanno bloccato l'operazione, aprendo la strada al patto di gemellaggio con gli imprenditori «filo-ulivisti» del Veneto, come Carraro, Benetton e Marzotto. Ma la breve storia dei patti territoriali e dei contratti d'a- rea già varati dimostra che se D'Alema può contare localmente su partito e sindacati, Prodi ha più facilità di accesso al rubinetto creditizio. E ora con il battesimo ormai imminente di «Sviluppo Italia», la holding per il rilancio degli investimenti nel Mezzogiorno, Prodi spera di dare slancio alla tanto proclamata «fase 2» del governo. E con l'operazione-Sud Prodi punta anche a un obiettivo più squisitamente politico: uscire «dal clima di continua fibrillazione che si è aperto dopo l'ingresso nell'Euro - come spiega Enrico Letta, vicesegretario del ppi, vicino a Prodi -, una fibrillazione dovuta al fatto che l'Italia è stato il Paese che ha più enfatizzato il passaggio-Euro e dunque ora ci sono riflessi psicologici sbagliati del tipo: il più è fatto e dunque siamo tutti più liberi...». E l'asso nella manica di Prodi è proprio «Sviluppo Italia», la holding che impropriamente è stata ribattezzata la «nuova Cassa per il Mezzogiorno» o l'«Iri-2». Nel progetto che sta elaborando la commissione Bianchi - e sulle linee-guida già suggerite dal Parlamento -, la holding dovrà indirizzare verso le aree depresse gli investimenti, offrendo incentivi e facilitazioni; «Sviluppo Italia» cancellerà le vecchie società che si sono occupate di Mezzogiorno a vario titolo. La nuova agenzia si articolerà in due spa: la prima si occuperà di promozione imprenditoriale e sviluppo locale attraverso la fusione di Ig, Spi, Enisud; la seconda sarà una finanziaria la cui attività principale sarà quella del merchant banking. Dunque, non mancano le poltrone da dividersi secondo le aree politiche: «Guai a fare ragionamenti di questo tipo - dice Lanfranco Turci, plenipotenziario del pds per l'economia -, quel che conta è garantire un determinato indirizzo politico all'agenzia». Fabio Martini Il presidente punta sulla holding per dare slancio alla tanto proclamata fase due del governo Sopra: Romano Prodi, accanto Massimo D'Alema. Il presidente del Consiglio punta molto su «Sviluppo Italia», la holding per il rilancio degli investimenti nel Mezzogiorno