Il Presidente vola da Kohl «Sei il nuovo Carlomagno»

Il Presidente vola da Kohl «Sei il nuovo Carlomagno» Il Presidente vola da Kohl «Sei il nuovo Carlomagno» BERLINO DAL NOSTRO INVIATO «Il sogno di quell'Europa unita che perseguiamo dai tempi di Carlomagno è finalmente a nostra portata», dichiara Bill Clinton nella città che per mezzo secolo ha simboleggiato la divisione del continente. Ma alla fine, quella tratteggiata dal Presidente appare come un'Europa molto «americana», che va ben oltre gli antichi confini carolingi. Nell'auditorio dello Schauspielhaus, il palazzo neoclassico dove Clinton ha pronunciato anche un tributo baroccheggiante al Cancelliere Helmut Kohl, il Presidente ha dato ancora una volta il suo pieno sostegno all'Euro e all'integrazione economica europea, importanti fattori di stabilità. Ma è un'Europa basata in primo luogo sulla Nato e non sull'Euro che l'America vuole contribuire a costruire «una Comunità atlantica che si estenderà da Seattle a Parigi, da Istanbul a San Pietroburgo». Un'Europa allargata alla Turchia, alla Romania, alla Bulgaria, all'Ucraina, fino ad includere anche la Russia. Clinton ha sottolineato l'importanza di includere la Russia nell'Europa del XXI Secolo (c'è chi ci ha visto lo zampino di Kohl): «Una Russia democratica deve far parte della Comunità atlantica. In questo secolo la Russia è stata tenuta lontana dalla grande corrente europea dalla paura, dalla tirannide e dall'isolamento. Ma oggi la Russia si sta letteralmente ricreando. E questa è una rivoluzione che dobbiamo appoggiare». Sempre di più, dicono fonti vicine all'Amministrazione, Washington guarda e appoggia la progressiva unificazione del continente europeo non già come fine in sé ma come uno sviluppo indispensabile per assicurare stabilità nell'intera massa euroasiatica. Il Cancelliere Kohl condi- vide forse più di qualsiasi altro leader europeo questa visione di un'Europa che inglobi sia l'America che la Russia. E non è stata una concessione retorica quando ha dichiarato ieri che gli Stati Uniti - incluse le truppe americane - dovranno avere «un diritto di residenza permanente» in Europa. Clinton ha ricambiato, interrompendo il suo discorso sulla futura Europa alla Schauspielhaus per fare un lungo, sperticato elogio del Cancelliere - «l'uomo che in larga misura ha creato questo momento magico nella Storia». Del resto non è un mistero che uno degli scopi principali di questa visita in Germania di Clinton era proprio quello di venire a dare man forte al suo amico Helmut in un momento difficile in cui i sondaggi lo danno in netto svan¬ taggio nei confronti del candidato socialdemocratico Gerhard Schroeder in vista delle elezioni del prossimo settembre. L'entourage di Kohl sperava che questi due giorni trascorsi con Clinton gettassero una luce positiva sul Cancelliere e gli dessero una spinta facendolo apparire nelle vesti del grande statista, l'architetto della nuova Europa, l'uomo che va a braccetto con l'amico Bill. Le rilevazioni dei prossimi giorni diranno se gli elogi di Clinton lo hanno aiutato. Ma l'effetto potrebbe anche essere controproducente. «Questa visita aiuta la gente a capire che in realtà c'è bisogno di un giovane leader», avverte il ministro della Giustizia del Brandeburgo, esponente della Spd. «Il Cancelliere non la vede allo stesso modo. Insiste che abbiamo bisogno di saggezza». Clinton sa bene che forse l'ora del ricambio è vicina. E anche per questo ha voluto vedere Schroeder ieri, un breve incontro di cortesia, mezz'ora in tutto, ma sufficiente per prendere le misure del possibile successore di Kohl. E Schroeder, magnanimo, ha iniziato il colloquio elogiando il discorso filoKohl del Presidente. [a. d. r.]