«Chi dice no si documenti» di Piero Bianucci
«Chi dice no si documenti» «Chi dice no si documenti» Falaschi: gli oppositori sono preda dell'emotività ARTURO Falaschi dirige a Trieste il Centro Internazionale di Ingegneria genetica e Biotecnologie. Il settore che riguarda le piante opera in India, in Italia si lavora sugli animali transgenici e sulle biotecnologie con finalità terapeutiche. Professor Falaschi, qua! è la sua posizione sui brevetti nel campo genetico? «Vedo nelle idee dei politici italiani che dissentono dalla normativa europea una gran confusione. Dicono gli oppositori della direttiva: con queste norme passa il principio che si brevetta una scoperta, mentre il brevetto ha senso solo per le invenzioni. Evidentemente, non sono bene informati. Non si tratta di brevettare una sequenza genetica in sé, ma il processo che inserisce questa sequenza in un altro contesto per ottenere un prodotto, ad esempio un farmaco. Ora, se qualcuno costruisce un pancreas artificiale, cioè una macchina che rileva la glicemia con un sensore e somministra insulina in base al tasso di zucchero del sangue, tutti trovano normale che questa macchina venga brevettata. Con l'ingegneria genetica si fa la stessa cosa. Semplicemente la "macchina" non è meccanica ma biologica». Come spiega che quasi soltanto in Italia ci sia una opposizione alla direttiva sulle biotecnologie? «Purtroppo devo dire che me lo spiego con la sottocultura scientifica della nostra classe politica. E pazienza se non si è informati: ci si può sempre informare. Ma non c'è stata, da parte dei politici dissenzienti, neppure un'audizione dei ricercatori. Si parla sulla base di impulsi emotivi, non di ragionamenti. Anche Dario Fo, a questo proposito, ha diffuso un sacco di sciocchezze. E lo stesso Ermete Realacci, presidente di Legambiente, fa confusione quando sostiene che la brevettabilità delle piante transgeniche va contro la biodiversità. Da sempre gli agricoltori utilizzano le piante più produttive. La biodiversità si protegge in altri modi». La preoccupa l'atteggiamento dei politici italiani sulle biotecnologie? «La direttiva, una volta approvata, varrà comunque anche per l'Italia. Né è pensabile un referendum nazionale su una norma europea. Però, mi preoccupa lo stesso il fatto che la spaccatura non sia tra governo e opposizione, ma nel governo stesso». Siamo in Europa con l'economia. E con la ricerca? «Ne siamo fuori. Non posso neanche dire che siamo nel terzo Mondo, perché la Corea del Sud investe in ricerca il 5 per cento del pil, noi appena l'I,2». Piero Bianucci
Persone citate: Dario Fo, Ermete Realacci, Professor Falaschi
Luoghi citati: Corea Del Sud, Europa, India, Italia, Trieste
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