Sì al Dpef, l'udr vota con Rifondanone di Stefano Lepri

Sì al Dpef, l'udr vota con Rifondanone Oggi il Senato approva. «164 mila miliardi la spesa per interessi nel '98», timori per il deficit Sì al Dpef, l'udr vota con Rifondanone Visco: è finita la stagione delle manovre correttive ROMA. «Se l'economia deve servire a qualcosa, deve servire soprattutto a dare un lavoro a chi voglia lavorare»: altro che freddo rigore, questo è Carlo Azeglio Ciampi nel discorso alla Camera, a lungo studiato, per il voto sul «Dpef». E così il ministro del Tesoro s'è guadagnato oltre un minuto di applausi dai deputati della maggioranza, molti in piedi entusiasti; il documento programmatico che aveva segnato l'ultimo passo verso l'unione monetaria è stato approvato come previsto con i voti dell'Udr in aggiunta a quelli dell'Ulivo e di Rifondazione comunista, in tutto 306 contro 192. Anche i partiti del Polo, pur votando contro e con molta forza polemica, condividono la sostanza degli impegni presi con l'Europa di ridurre al più presto il debito pubblico («10 anni di austerità» secondo gli analisti della Standard & Poor). Parlando al Senato, il ministro delle Finanze Vincenzo Visco li ha ringraziati per questo: «Il loro consenso sul rispetto del patto di stabilità ha contribuito a rassicurare gli altri Paesi». E tuttavia, tra i festeggiamenti per l'Euro e tra i segnali positivi dall'economia, in questi giorni affiora una preoccupazione: la spesa pubblica sta crescendo un po' più del previsto. Anche le entrate vanno bene, ma non abbastanza da compensare. «Non ci sono tensioni, siamo in linea con le previsioni» sostiene il ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio, anche lui ascoltato ieri a Montecitorio, in commissione Bilancio. Però negli osservatori economici qualche timore rimane. Benché fosse previsto nei primi 5 mesi dell'anno un forte disavanzo, poi compensato da un lieve attivo nei sette mesi restanti, l'obiettivo di deficit '98 (2,6% del prodotto interno lordo) appare ora lievemente a rischio. Per dare il cessato allarme occorrerà «attendere il dato del fabbisogno di luglio» afferma ad esempio l'Ufficio studi della Banca commerciale italiana. Gli altri indicatori vanno bene. All'asta dei BcT di ieri il tasso lordo sui 12 mesi si è già quasi allineato a quello previsto nel calcoli del «Dpef» come media per il prossimo triennio, 4,5%; dunque le proiezioni sul progressivo calo dell'onere sul debito pubblico sembrano confermate. Ciampi ha ripetuto ieri alla Camera le cifre, che sono impressionanti, dell'effetto provocato dalla convergenza dei tassi sui livelli europei: 202.000 miliardi di interessi pagati dallo Stato nel '96, 185.000 nel '97, probabilmen- te circa 164.000 nel '98 (nonostante in valore nominale il debito continui leggermente ad aumentare). «E' finita l'epoca delle manovre correttive» dice Visco. Meno ottimista, Ciampi nota che si sta «passando da leggi finanziarie incentrate sulla entità delle correzioni a leggi finanziarie di qualità»; cosa che «tuttavia, non ne renderà più agevole la preparazione e l'approvazione parlamenta¬ re». La risoluzione approvata alla Camera impegna il governo a realizzare la manovra '99 tutta con misure «strutturali», ossia permanenti. Quanto alla spesa sociale, secondo Ciampi «non va considerata come un punto di emorragia» ma riordinata per «renderla parte di una politica attiva del lavoro». A Palazzo Madama voterà sì alla risoluzione di maggioranza anche il senatore a vita Giovanni Agnelli, pur se con «una riserva, per l'accenno alle 35 ore» che compare nel documento. Il Senato voterà stamattina. Alla Camera, il leader dei Cdu Rocco Buttiglione ha chiarito che il suo voto è un «sì all'Europa, restando all'opposizione». Nello spiegare il voto contrario il responsabile economico di Forza Italia, Antonio Marzano, ha ironizzato sulla congerie di richieste aggiunti- ve inserite, dalla maggioranza, per contentare un po' tutti, nella sua risoluzione: «Un vero e proprio contro-Dpef» più che un assenso al testo governativo. L'unica aggiunta a cui Ciampi abbia esplicitamente espresso consenso è quella delle «somme necessarie per la ricostruzione delle zone colpite dall'alluvione in Campania». Stefano Lepri Lungo applauso per Ciampi «Ora dobbiamo pensare all'occupazione» A sinistra il ministro per l'Economia Carlo Azeglio Ciampi

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