Ambiente, tregua sul superministro di Maria Grazia Bruzzone
Ambiente, tregua sul superministro Bertinotti in visita in Campania: il governo riproduce il sistema di potere democristiano Ambiente, tregua sul superministro II riassetto sarà molto graduale ROMA. La maggioranza, Prodi in testa, frena sul superministero dell'Ambiente e Territorio e su eventuali rimpasti. Davanti al rischio di offrire uno spettacolo di liti intestine, il giorno dopo l'appello forte di Massimo D'Alema, i leader dell'Ulivo scelgono una linea morbida, di gradualità: il ministero dell'Ambiente guidato dal verde Edo Ronchi avrà anche i poteri di difesa del suolo, ma non tutti subito. Aspettando il riordino delle competenze dei ministeri previsto dalla legge delega di Franco Bassanini, verrà attivato un comitato mterroinisteriale, presieduto dallo stesso Prodi, che avrà la responsabilità del dissesto idrogeologico, della Campania ma non solo, con un supporto da parte dei ministero dell'Ambiente. I dettagli, compreso il varo immediato del «percorso» che porterà al riassetto dei ministeri (che va ben oltre il problema Ambiente), saranno stabiliti venerdì in Consiglio dei ministri. Questa la linea decisa nella cenavertice di lunedì notte a palazzo Chigi, presenti, oltre a Prodi, Walter Veltroni, Massimo D'Alema, Franco Marini. Un incontro senza frizioni né sparate, che è servito anche ad abbozzare la nuova agenda della maggioranza: la famosa fase 2 chiesta da ds e prc. Tanto che il premier butta secchiate d'acqua sul fuoco delle polemiche del giorno prima: «Nella maggioranza tutto bene», risponde ai cronisti che lo avvicinano mentre torna a piedi da Palazzo Madama. «Il governo sta lavorando in pieno accordo per trovare una soluzione organica sulle competenze ministeriali: abbiate pazienza qualche giorno» spiega più tardi nel Transatlantico, dopo un colloquio (anche questo cordiale) con FaustoBertinotti, ma sul lavoro. Eppure il leader di prc è reduce da una visita nei luoghi delle frane, dove non ha lesinato parole dure contro il governo e le istituzioni. «Vengono qui a dire "vi saremo vicini" - si è sfogato, constatando la «grande confusione» che regna a Sarno, dove sono appena stati Scalfaro e Prodi -. Ma va'... Lo Stato a Sarno è lontano, disperatamente lontano. Il governo riproduce il sistema di potere democristiano. Non della de, ma di un sistema di potere in cui nessuno aveva la responsabilità». E «ancora più offensiva», per Bertinotti, è la conferma del presidente della Regione Campania, l'An Antonio Rastrelli, a commissario straordinario, decisa da Prodi. Non confermarlo avrebbe tuttavia significato sconfessare il suo operato. E Prodi non aveva, e non ha, nessuna intenzione di gettare croci addosso ad alcuno. E' lo stesso problema che si porrebbe ora per il ministro Paolo Costa, che fra l'altro è buon amico di Prodi, se passasse l'ipotesi di scorporare subito dal ministero Lavori Pubblici, sull'onda dell'emergenza campana, la potente direzione Difesa del suolo, capeggiata dall'architetto Costanza Pera, già liberale vicina a Valerio Zanone, donna di ferro sopramiominata «il mastino». Insomma, c'è una divergenza di idee sulle competenze, che vede Costa - e il segretario del Ppi Marini - contrari a un superministero Ambiente & Territorio contrapposto a uno delle Infrastrutture. Ma c'è, più pressante, un problema di scarico di responsabilità che si vuole evitare. E su questo, nella cena di lunedì, si sono trovati tutti d'accordo. Anche D'Alema. «Nessuno pensa di scaricare la responsabiltà su Costa», ha detto il capo della Quercia. E Marini - che solidarizza col ministro dei Lavori pubblici, gli ha fatto eco: «L'importante è che non si cerchi un capro espiatorio». E l'accordo è stato trovato: «Stiamo seppellendo i morti. Di tutto c'è bisogno, tranne che di schermaglie nella maggioranza», dirà (ieri) il segretario del ppi, mettendo una pietra tombale sulle polemiche del giorno prima. Resta da convincere Ronchi e i Verdi. E Prodi nel pomeriggio lo ha ricevuto per un'ora a Palazzo Chigi. Ma, a detta del ministro dell'Ambiente, si è trattato di un incontro «interlocutorio». «A Prodi, che ci ha parlato del problema umano di Costa, abbiamo ribattuto che per noi il problema è politico», racconta un collega di partito. I verdi vogliono una svolta immediata e tangibile: nuovi poteri sul dissesto idrogeologico attraverso un decreto. E si sono affrettati a divulgare una bozza di testo che assegna all'Ambiente 700 miliardi per creare un nuovo «Servizio di Tutela del Territorio»: con 50 nuovi addetti al centro, 100 collabora¬ zioni, 3000 assunzioni a livello regionale. Ma non è affatto detto che il Consiglio dei ministri lo accontenti. Maria Grazia Bruzzone Venerdì il Consiglio dei ministri varerà il riordino delle competenze Da sinistra Fausto Bertinotti segretario di Rifondazione e Edo Ronchi ministro dell'Ambiente In basso due immagini dei paesi devastati dalla marea di fango
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