Si scava fra le polemiche nella montagna di melma di Fulvio Milone

Si scava fra le polemiche nella montagna di melma Si scava fra le polemiche nella montagna di melma SARNO (Salerno) DAL NOSTRO INVIATO Si cammùia ancora nel fango, due milioni di metri cubi di melma essiccata dal sole, inseguiti da un odore nauseante che con la canicola e il passare delle ore si fa sempre più insopportabile. Una settimana dopo il disastro i quartieri di Sarno più vicini alla montagna hanno assunto un aspetto lunare, con tutti quei crateri grigi su cui si inerpicano i cingolati dei vigni del fuoco. I volontari con le mascherine sul volto continuano a scavare e a tirar fuori cadaveri: in serata se ne contano 119. Ai quali vanno aggiunti i venti recuperati negli altri centri colpiti dal disastro. Le ultime vittime estratte nel settimo giorno di passione per il paese accerchiato dalla mota, sono Felice Savino, uno studente di 18 anni, Antonio Milone e la moglie Michelina, di 70 e 69 anni. «I corpi erano irriconoscibili spiega mi poliziotto -. Sono stati identificati dai parenti attraverso gli abiti e un coltellino che il vecchio Antonio aveva in tasca». Li hanno recuperati nel rione Episcopio, alle spaUe dell'ospedale «Villa Malta» le cui rovine custodiscono ancora i corpi di medici e infermieri. Dopo il caos dei giorni immediatamente successivi al disastro, il paese è stato diviso in nove zone, ciascuna delle quali affidata a diverse associazioni del volontariato, alla Protezione civile, ai inilitari dell'esercito e ai vigili del fuoco. Nell'area numero 4, Episcopio, lavorano i ragazzi delle Misericordie d'Italia. Giuseppe La Rosa, 25 anni, elettricista, viene da Priolo, in provincia di Siracusa. «Vedi quella distesa grigia che si inerpica sui fianchi del monte? Lì c'erano centinaia di case, e in ognuna di esse potrebbero trovarsi altri cadaveri - spiega -. La nostra è una lotta contro il tempo, bisogna scavare in fretta finché c'è il bel tempo. Non oso nemmeno pensare all'eventualità di un altro acquazzone». A sette giorni dalla frana la Protezione 'civile è riuscita a mettere un po' d'ordine nella gestione dei soccorsi, ma la gente qui è tutt'altro che soddisfatta. Gli abitanti delle poche case rimaste in piedi a Episcopio dicono che nessuno ha ancora spiegato loro che cosa fare in caso di pioggia. «Ho sentito parlare di un piano di evacuazione, sono andato al Comune per chiedere spiegazioni ma nessuno ha saputo darmi indicazioni». Un centinaio di sfollati presidia il municipio. «Non ci hanno ancora dato un posto dove dormire», protestano i senzatetto. Il sindaco Gerardo Basile pensa di alloggiarli in un complesso di case popolari a Striano, un centro vicino a Sarno, ma loro non vogliono saperne di lasciare il paese: «Voghamo rimanere qui, un trasferimento rischierebbe di essere definitivo». Bersagliato da accuse di inefficienza nei giorni immediatamente succesivi al disastro, a Basile si attribuisce anche una sottovalutazione dei segni premonitori della frana. Martedì pomeriggio, quando il fango già invadeva la parte alta del paese, sarebbe stato il pilota di un elicottero che sorvolava la zona e non lui a dare l'allarme alla Protezione civile. Eppure in quei momenti una tv privata, Telenova Pagani, trasmetteva in diretta le immagini che lasciavano presagire una tragedia. Nelle sequenze trasmesse ieri dalla Rai si vedono medici e infermieri soccorrere i primi feriti nell'ospedale che poi verrà giù uccidendoli. Eppure il sindaco contrattacca. Attraverso il suo portavoce parla di «sette giorni di incapacità organizzativa e di scarsa incisività» nell'organizzazione dei soccorsi. E a chi gli chiede di vigilare sulle imprese che stanno rimuovendo il fango per scongiurare il rischio di infiltrazioni camorriste, l'assessore alle Finanze Massimo Siano candidamente risponde: «Nel momento dell'emergenza non potevamo certo stare a vedere chi metteva a disposizione i mezzi per scavare e recuperare i superstiti. Dico la verità e la sottoscrivo: se fosse venuto Riina e mi avesse detto: ho trenta camion che ti puliscono la zona, gli avrei risposto: comincia subito». Una rivincita, comunque, il Comune è riuscito a prendersela: il Com, Centro operativo per la gestione dell'emergenza, è stato trasferito nel municipio: «Era bene chiarire che il Com è una struttura tecnica a supporto del sindaco». I geologi dell'Università di Salerno e della Protezione civile stanno esaminando da sette giorni gli squarci profondi che si sono aperti sui fianchi della montagna. Il rischio maggiore, spiegano, non è tanto costituito dall'eventualità di altre frane, quanto da possibili movimenti dell'onda di fango che ha già invaso il paese. Come se non bastasse, due cacciatori che conoscono la montagna come le loro tasche si sono presentati nel centro operativo della Protezione civile per dare una brutta notizia: il costone che sovrasta Foce, una frazione di Sarno, è pieno di lesioni in senso verticale e orizzontale. Un elicottero ha sorvolato a lungo la zona, e i geologi si sono riservati di consegnare una relazione scritta entro oggi. Fulvio Milone

Persone citate: Antonio Milone, Foce, Gerardo Basile, Massimo Siano, Priolo, Riina

Luoghi citati: Italia, Malta, Salerno, Sarno, Siracusa, Striano