«Non lo perdoneremo mai» di Gianni Micaletto

«Non lo perdoneremo mai» «Non lo perdoneremo mai» //padre della ragazza di Ventimiglia «Ha distrutto le nostre famiglie» VENTIMIGLIA. «Nessun perdono. Anzi, se lo avessi fra le mani lo torturerei. Soltanto così riuscirebbe a comprendere tutto il male che ha fatto a noi e alle famiglie delle altre vittime». Benedetto Rubino, padre di Mariangela, assassinata la sera del 18 aprile nella toilette del treno regionale 2888 Genova-Ventimiglia, reagisce così alle notizie sugli sviluppi delle indagini sul serial killer. E il figlio Alessandro al telefono si lascia sfuggire solo un «Vorrei vederlo impiccato», prima d'interrompere la comunicazione, sopraffatto dal dolore e dalla rabbia. E' un'angoscia profonda quella che ha colpito la famiglia Rubino, mescolandosi al senso d'impotenza di fronte a tanta ferocia. «Il fatto che il killer sia stato preso ci dà un po' di sollievo, perché almeno non può spargere altro sangue. Ma resta il peso del grande vuoto lasciato da Mariangela. Niente e nessuno potranno mai restituircela», dice Benedetto Rubino, che non si perde un telegiornale: «Voglio sapere come si svolgono le indagini, quale piega prendono. Mia moglie, poveretta, scoppia a piangere ogni volta che in tv sente pronunciare il nome di Mariangela». Che cosa farebbe se si trovasse faccia a faccia con l'uomo che ha ucciso sua figlia? «Intanto vorrei capire se ha un cuore, se ha un'anima. Perché ammazza con tanta ferocia. Poi gli farei provare lo stesso dolore che ha dato a noi. Il perdono mai. Mariangela era una ragazza dolce, legatissima alla famiglia. Non meritava di fare una fine così. E poi c'è chi, in Parlamento, si affanna per abolire l'ergastolo. Già prima ero convinto che il carcere a vita fosse necessario, indispensabile, in casi come questo. E adesso che la morte è entrata nella mia casa, in modo così assurdo, ne sono ancora di più certo». Come se l'immaginava il killer? «Pensavo fosse un uomo dall'aspetto più duro, più truce, con la barba lunga. Sono rimasto un po' sorpreso quando ho visto l'identikit e poi le foto di Donato Bilancia». A Benedetto Rubino rimane un rimpianto: «Se le indagini avessero subito preso una direzione sicura, molto probabilmente Mariangela sarebbe ancora viva. E con lei altre vittime del mostro. Mia figlia non aveva l'abitudine di viaggiare in treno. Sono sicuro che non sarebbe mai salita su quel convoglio se solo avesse saputo del pericolo». Gianni Micaletto A destra Donato Bilancia: oggi sarà interrogato per la prima volta in carcere dai magistrati. Potrebbe chiarire la sua posizione e fare alcuni distinguo sulle sue responsabilità

Persone citate: Benedetto Rubino, Donato Bilancia