C'è la prova: ha ucciso anche sui treni di Angelo Conti

C'è la prova: ha ucciso anche sui treni Su di lui indaga la procura di Treviso: forti analogie con gli omicidi di prostitute avvenuti nel '90 C'è la prova: ha ucciso anche sui treni Bilancia tradito dai particolari proiettili che ha usato GENOVA DAL NOSTRO INVIATO Ha sparato anche sui treni: il 12 aprile, sull'Intercity «Tigullio» La Spezia-Venezia, quando uccise Elisabetta Zoppetti e sei giorni dopo, sul diretto 2888 Genova-Ventimiglia, quando toccò a Mariangela Rubino. Dopo le anticipazioni dei giorni scorsi, adesso è arrivata anche la conferma ufficiale, chiusa in un rapporto del Centro investigazioni scientifiche dei Carabinieri, a firma del maggiore Luciano Garofano. A tradire Donato Bilancia sono stati i particolari proiettili finlandesi «Lapua Patra C 138» esplosi dal suo revolver Smith & Wesson 38 special. Costruiti con una tecnologia rara e superata, impiegata per produrre munizionamento destinato ai Paesi dell'Est, questi proiettili, una volta esplosi, producono singolari residui. La loro anomala composizione chimica genera infatti, nell'istante del- l'esplosione, una miscela di piombo, antimonio e stagno. L'atipicità sta in quest'ultima sostanza, nello stagno. Che è stato trovato sia sulla Opel dove è stata uccisa la nigeriana Tessy Edoghaye, sia nelle toilette dei treni, sia sugli abiti delle vittime. La tecnica di analisi dei gsr (gun shot residue, appunto residui di sparo) è ampiamente) utilizzata dai carabinieri del Cis, che l'hanno perfezionata in stage americani, nresso l'Fbi. L'«effetto Bilancia» sta intanto coinvolgendo numerose procure italiane: si riesaminano delitti impuniti, si rovista in archivio, si spazzola la polvere da vecchi faldoni. Per cercare assonanze con i modi del serial killer, i cui spostamenti vengono certosinamente ricostruiti. Si cerca di capire se «Walter» abbia colpito anche lontano dalla Liguria. Così non stunisce l'interesse della Questura di Treviso che ha aperto un nuovo fronte di indagine, quello a Nord-Est. Sotto la lente quattro delitti commessi all'inizio degli Anni Novanta: i periti sostengono che le donne, tutte prostitute, ricevettero un colpo di grazia (a volte un proiettile, a volte una botta col crik) dopo essere state costrette ad inginocchiarsi. Come sarebbe successo anche per alcune delle ragazze uccise in Lieuria. Ma auesta «coinciden- za» è resa molto più interessante da un altro dato: in quegli anni Donato Bilancia era a Treviso. Ne venne allontanato, con un foglio di via obbligatorio, solo dopo essere stato più volte sorpreso in compagnia di pregiudicati. E c'è dell'altro: proprio nei giorni a cavallo degli omicidi, Donato Bilancia è stato registrato fra i clienti del casinò di Venezia. Un'anticipazione della sequenza «omicidio-tavolo verde» tristemente praticata in Liguria. Ma le indagini non si fermano qui perché c'è anche il ricordo delle tredici donne ammazzate nel vicino Friuli fra il '71 e l'89. Questi reati, messi spesso in relazione con i quattro omicidi di Treviso, sembrano ripercorrere un rituale da pervertito. Ma qui si è solo al primo passo delle verifiche. Sul fronte genovese, oggi dovrebbe essere giornata campale visto che il serial killer sarà interrogato da magistrati di due procure: Savona ed Alessandria. Mentre a fine settimana, a Sanremo, affronterà un confronto all'americana davanti ai testi dei casi Gorni e Mileto. Quanto ai complici la procura conferma che potrebbero essere due: la ormai nota ragazza bionda (ma avrà avuto una parrucca?) intravista subito dopo il delitto Gorni ed un uomo di mezza età, forse presente all'omicidio del benzinaio Mileto. E c'è anche chi smentisce di essere la complice del serial killer: per farlo, Maria Carta, compagna d'infanzia del Bilancia, ha persino convocato una conferenza stampa. Qui ha riproposto il suo pensiero sull'assassino: «Persona sensibile, gentile, disponibile. Uomo devoto ai genitori, soprattutto alla mamma che chiamava immancabilmente tutte le sere». Anche prima di uccidere, dunque. In questo grande puzzle dell'orrore mancava l'esoterismo. Ci ha pensato ieri la bella Patrizia Ecker, cu¬ stode della piscina della Sciorba, a Molassana, a lungo corteggiata (pare senza fortuna) dal pluriomicida: «Mi spiegò che poteva conferire alle mie mani particolari poteri, ma che sarebbe stato necessario che, prima, fossi posseduta da tre entità diverse. Una era certamente lui, in carne ed ossa. Così gli dissi di lasciare perdere, ma lui reagì come una belva, minacciandomi. Solo quando gli dissi che avrei chiamato la polizia, si levò definitivamente di torno». Per Donato Bilancia, intanto, è nata qualche incompatibilità ambientale. I reclusi di Marassi hanno fatto sapere che non lo vogliono sotto lo stesso tetto: «Non si possono ammazzare le donne in quel modo lì...». E un gruppetto ha persino iniziato lo sciopero della fame: «Quel tizio va ricoverato in un manicomio criminale, non deve vivere con noi». L'etica del carcere va rispettata. Angelo Conti Oggi sarà interrogato dai magistrati di Savona e Alessandria. Continua la caccia ai complici: la donna bionda e un uomo di mezza età forse presente al delitto del benzinaio ■I La toilette del treno dove fu uccisa Elisabetta Zoppetti