Il Messico espelle a vita 40 italiani di Maurizio Molinari

Il Messico espelle a vita 40 italiani Il governo applica l'articolo 33 della Costituzione: sono «elementi nocivi» Il Messico espelle a vita 40 italiani Un charterper l'Italia chiude la missione in Chiapas ROMA. Il Messico ha espulso «a vita» 40 attivisti dell'associazione «Ya Basta» considerandoli «elementi nocivi». La decisione di applicare l'articolo 33 della Costituzione, su decreto del presidente della Repubblica, è stata presa dalle autorità al termine di una arroventata trattativa con pacifisti, ambasciata italiana e Farnesina. I 40 espulsi facevano parte dei 134 osservatori giunti il 1° maggio per portare «aiuti e solidarietà» nel Chiapas, teatro della lotta fra indigeni zapatisti e filogemativi. La missione aveva provocato violente polemiche per il blitz pacifista a Taniperlas - roccaforte zapatista che non era compresa nelle zone di La Realidad, Oventic e Polha dove gli «osservatori» erano stati autorizzati ad andare. La stampa non aveva esitato a definirli «delinquenti», «provocatori», «brigatisti» e «turisti rivoluzionari». Lo stesso governo aveva compiuto un passo formale, convocando i quattro deputati italiani della missione (uno di Rifondazione e tre del Pds) per protestare. «Ci hanno spiegato che avevamo violato dei provvedimenti» dice Mauro Vannoni (Pds). La protesta messicana, registrata dalla Farnesina, avrebbe potuto chiudere il caso se, sabato scorso, tutti i 134 osservatori avessero, come previsto, lasciato il Paese. Ma in 40 hanno deciso di rimanere per chiedere il prolungamento del visto. In un'atmosfera già arroventata le autorità hanno rifiutato. «Gli osservatori sono ricorsi ad astuzie e trucchetti per tentare di rimanere dopo aver fatto pubblica ostentazione della loro ribellione disconoscendo la validità dell'ordinamento messicano» spiega Alejandro Carrillo Castro, commissario nazionale all'emigrazione. E' stato in quel momento che la situazione è precipitata. I pacifisti dell'associazione presieduta da Federico Mariani hanno iniziato un picchetto davanti alla nostra sede diplomatica, rimproverando all'ambasciatore Bruno Cabras «poco interesse» e chiedendo allo Stato italiano di pagare i loro biglietti aerei per Strasburgo, sede del Parlamento europeo. Fonti della polizia parlano di «momenti di forte tensione» attorno all'ambasciata. La mediazione di Cabras fra i pacifisti - molti appartenti ai centri sociali - e le autorità messicane ha consentito il trasferimento degli italiani in una sala sorvegliata dell'aeroporto, dove è iniziato un nuovo braccio di ferro. Fino a quando non è stata superata l'ora-limite della scadenza dei visti. In quel momento è scatta- ta l'espulsione «a vita» dei 40 italiani, scortati a gruppi sul charter con il quale nella notte sono atterrati a Roma. Ed affinchè il messaggio fosse inequivocabile gli altri italiani, già partiti, sono stati colpiti da un provvedimento che impedisce il ritorno «per 10 anni». «Abbiamo fatto di tutto per evitare questo epilogo ma non ci hanno lasciato scelta» commenta l'ambasciatore Bruno Cabras, lasciando trasparire tutta la difficoltà della mediazione. «Ci siamo impegnati al massimo per evitare complicazioni» conferma il sottosegretario agli Esteri Patrizia Toia. Ma Verdi e Rifondazione sono di altra opi¬ nione. Per Paolo Cento (Verdi): «Siamo di fronte ad un fatto grave ed il governo deve protestare formalmente contro chi tratta degli osservatori come criminali». Ramon Mantovani (Prc) parla di «provvedimento ingiusto da parte di un governo che nega i diritti degli indigeni» ed annuncia l'invio di «altre de¬ cine di osservatori per esprimere solidarietà agli zapatisti». Verdi e Prc contestano anche l'approvazione del Trattato di associazione fra Ue e Messico, su cui il Parlamento Europeo si dovrà esprimere questo giovedì. Maurizio Molinari Alla scadenza del visto chiesto (e negato) un prolungamento Il gruppo picchetta la nostra rappresentanza diplomatica. Inutile la mediazione dell'ambasciatore Il gruppo degli osservatori italiani alla partenza dal Messico

Persone citate: Alejandro Carrillo Castro, Bruno Cabras, Federico Mariani, Mauro Vannoni, Paolo Cento, Patrizia Toia, Ramon Mantovani, Verdi

Luoghi citati: Cabras, Italia, Messico, Roma, Strasburgo