I tre schiaffi atomici dell'India di Fabio Galvano

I tre schiaffi atomici dell'India Reazioni preoccupate di Stati Uniti e Kofi Annan, il Pakistan minaccia di replicare, la Cina per ora tace I tre schiaffi atomici dell'India Uno degli ordigni sperimentati era all'idrogeno LOWPWA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Tre esplosioni nucleari sotterranee - le prime dopo 24 anni hanno formalizzato ieri l'ingresso dell'India nel club atomico e hanno gettato il seme di nuove tensioni con il Pakistan, che si vede direttamente minacciato, e con la Cina. L'annuncio, dato dal primo ministro Atal Behari Vajpayee, conferma una promessa elettorale del suo Bharatiya Janata Party, lo schieramento nazionalista indù che da meno di due mesi guida la coalizione di governo; ma soprattutto, data la natura degli esperimenti, sottolinea che l'India non solo fa parte a pieno diritto del club nucleare, ma è addirittura entrata nel «salotto buono». Delle tre bombe, infatti, una era all'idrogeno, seppure di limitato potenziale. «Un gesto - ha commentato a caldo U ministro degli Esteri pakistano Gohar Ayub Khan chiedendo sanzioni internazionali contro l'India - che ha risucchiato il nostro Paese in una corsa alle armi». La Casa Bianca esprime «profonda delusione» e il segretario Onu, Kofi Annan, «profondo rammarico». Pechino per ora tace. Le tre esplosioni sono avvenute alle 15,45 locali (le 11,15 in Italia) in un poligono sperimentale situato nel Rajahstan, presso la frontiera con il Pakistan, 550 chilometri a Sud-Ovest di Delhi. «Non c'è stata fuga di radioattività», ha precisato il premier indiano. Ma a Londra i sismografi della British Geological Survey hanno registrato una scossa di 4,7 gradi della scala Richter: come un piccolo terremoto. Delle tre esplosioni, ha spiegato Vajpayee, «una è stata per fissione, una a basso potenziale e una termonucleare»: un'indicazione, secondo gli esperti, che l'India sta mettendo a punto un'intera «famiglia» nucleare. Finora l'India, come il Pakistan, era classificata fra i Paesi sulla «soglia nucleare». Non in possesso di armi atomiche, cioè, ma in grado di produrle. Il suo esperimento del maggio 1974 una bomba a fissione, nello stesso poligono del Rajahstan - era rimasto isolato; anzi l'India aveva ripetutamente affermato di non avere armi nucleari, addirittura di essersi sbarazzata del materiale a sua disposizione. Ora la situazione è evidentemente cambiata. Ma secondo l'Aiea, l'ente di controllo atomico, l'India «non ha violato alcun accordo». Il governo di Delhi, infatti, ha sempre rifiutato di aderire al trattato di non proliferazione e a quello sull'interdizione degli esperimenti. Ha sempre sostenuto che sono discriminatori, in quanto consentono ad alcuni Paesi di mantenere il loro arsenale nucleare senza im- Da quando è entrato nel nuovo governo il ministro della Difesa George Fernandes - esponente del partito Samata - ha ripetutamente espresso controversi commenti sulla presunta minaccia militare della Cina, con cui l'India aveva avuto una breve guerra di confine nel 1962. Tra l'altro ha accu- sato Pechino, che si è limitata a esprimere «rammarico e risentimento», di avere costruito un sofisticato sistema di sorveglianza elettronica nelle Isole Coco e di avere potenziato gli aeroporti del Tibet per poter più facilmente colpire l'India. Ma soprattutto Fernandes se l'è presa con il Pakistan, il mese scorso, minacciando «appropriate misure» dopo che il governo di Islamabad aveva annunciato il riuscito collaudo del Ghauri, suo primo missile. Nel silenzio di Pechino è comprensibile che sia il Pakistan, il cui maggiore scienziato nucleare Ab dui Qader Khan aveva precisato il mese scorso di poter condurre un esperimento e di essere sol¬ tanto in attesa di un assenso politico, a fare la voce più grossa. «La comunità internazionale - ha detto il ministro degli Esteri - deve condannare con vigore questi sviluppi e deve imporre sanzioni contro l'India». Da tutto il mondo piovono censure. Dai primi ministri di Svezia, Finlandia e Norvegia, Paesi da sempre votati alla non proliferazione. «Gli Stati Uniti sono profondamente delusi - ha detto a Washington il portavoce del presidente Clinton, Mike McCurry perché l'azione indiana è contraria agli sforzi della comunità internazionale». Secondo il ministro degli Esteri tedesco, Klaus Kinkel, le esplosioni di ieri sono state «uno schiaffo in faccia ai 149 Paesi firmatari del trattato per l'interdizione degli esperimenti». Ma l'India ha accolto con entusiasmo la misura nucleare della propria grandeur. «Magnifico», esulta Raja Ramanna, ex ministro della Difesa. Fabio Galvano Ma gli esperimenti scatenano entusiasmi nazionalistici a cui aderisce anche l'opposizione RAJASTHAN JAIPUR CHANDIGARH DELHI BOMBAY ►BHOPAL • NAGPUR INDIA Missili di produzione indiana a una parata militare e il nuovo premier di Delhi, Vajpayee