«Sme, solito metodo» di Paolo Colonnello

«Sme, solito metodo» «Sme, solito metodo» Confalonieri: prima accuse, poi i fatti MILANO. «E' il solito metodo: prima si tirano fuori le accuse, poi alla fine si dice a cosa si riferisce il reato». Al pool di Milano che ha «precisato» quali fossero i fatti corruttivi attribuiti a Silvio Berlusconi depositando per l'udienza preliminare del 29 giugno prossimo gli atti sull'inchiesta Sme e sul lodo Mondadori, risponde questa volta il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri. Respingendo con forza le ultime accuse che hanno coinvolto Silvio Berlusconi e il suo gruppo. Accuse che, in caso di conferma, se viste in prospettiva sul piano del risarcimento civile a De Benedetti, rischiano di creare un danno economico rilevantissimo a Mediaset. «H lodo Mondadori e la vendita Sme spiega Confalonieri - sono stati sotto gu occhi dei riflettori. Di queste vicende è stata fatta una cronaca minuto per minuto, attenta a tutti i risvolti. Ma che corruzione! Se sulla Sme non abbiamo portato a casa un accidenti. Piuttosto è stato impedito che un'azienda pubblica venisse venduta per 400 miliardi quando, da lì a poco (sottolineo da lì a poco) è stata ceduta per 2500 mUiardi». Il presidente di Mediaset non rinuncia a una stoccata: «Dov'è il reato? La vicenda Sme è stata tutta un'operazione politica nella quale alcuni politici hanno impedito una vendita di 400 miliardi. Ci sarebbe da indagare piuttosto sul perché la Sme stava per essere venduta a quella cifra». E non si fa fatica a capire che il riferimento è direttamente a Prodi, all'epoca presidente dell'Ili, proprietaria della Sme. Per ora, comunque, della guerra tra cordate che impedì l'acquisto del colosso agro-alimentare al gruppo di De Benedetti, dovranno parlarne Silvio Berlusconi, Cesare Previti, Renato Squillante e l'avvocato Attilio Pacifico già il prossimo 29 giugno, quando si aprirà l'udienza preliminare fissata per decidere il rinvio a giudizio degli imputati richiesto dal pool milanese nel dicembre scorso. Gli ultimi atti dell'inchiesta Sme, una sessantina di faldoni, oltre ai 120 già depositati in dicembre, sono stati infatti allegati come «atti integrativi d'indagine» al fascicoli) dell'udienza che vede il leader di Forza Italia e i suoi tre coimputati accusati di concorso in corruzione per i versamenti effettuati tra l'86 e l'89 sui conti svizzeri dell'ex gip Renato Squillante. I pm quindi fin da subito avrebbero intenzione di contestare a Berlusconi la vicenda Sme, precisando così il capo d'imputazione attraverso l'art. 423 del codice di procedura penale. «Non è proprio il caso di stupirsi - dichiara l'avvocato di Berlusconi, professor Ennio Amodio -. I processi contro Silvio Berlusconi seguono un rituale che non ha niente a che vedere con i codici e le procedure dettate dalle leggi. Adesso dalla costola del rito ambrosiano salta fuori l'udienza preliminare a sorpresa: l'accusa è indecifrabile, ma all'imputato si raccomanda di leggere con attenzione le centomila pagine degli atti depositati». Intanto proseguono le indagini sul fronte Imi-Sir. Ieri mattina per circa tre ore è stato interrogato dai pm Boccassini e Colombo l'ex giudice della sezione civile del tribunale di Roma, Paolo Zucchini, destinatario la settimana scorsa di un invito a comparire per l'accusa di corruzione: su un suo conto cifrato a Montecarlo, i pm hanno scoperto un versamento di 200 milioni giunto da un conto svizzero dell'avvocato civilista Attilio Pacifico proprio il giorno dopo, 9 ottobre 1986, in cui fu emessa la prima sentenza nella causa Imi-Sir. «Escludo un versamento di denaro di Pacifico con denaro di quest'ultimo sul conto del dottor Zucchini. Nessun versamento è stato mai compiuto da nessuno su nessun conto che non fosse fatto con denaro di Zucchini», ha spiegato Ettore Boschi, suo difensore. E allora di chi erano quei soldi arrivati sul conto di Zucchini? Di Zucchini stesso, avrebbe sostenuto ieri l'ex magistrato, raccontando ai pm che anziché rivolgersi a una finanziaria, come normalmente si fa, aveva preferito affidare i propri risparmi all'avvocato Pacifico. Esattamente come facevano anche l'ex gip Squillante e l'onorevole Previti. Perché un versamento proprio il giorno dopo la sentenza Imi-Sir? «Il dottor Zuccliini - precisa l'avvocato Boschi - ha avuto nella vicenda Imi-Sir il ruolo di giudice a latere. Per tutta la vita si è occupato di separazioni e divorzi ed è in pensione dal '96». Infine, alle code polemiche ha risposto ieri il procuratore aggiunto Gerardo D'Ambrosio: «Non è colpa nostra se vi sono delle elezioni in ballo. I tempi della giustizia sono diversi da quelli della politica. Quando diciamo che Berlusconi è indagato non facciamo altro che utilizzare termini del codice. Fermo restando che Berlusconi rimane pur sempre onorevole e, fino alla sentenza della Cassazione, rimane innocente». Paolo Colonnello «I procedimenti contro Berlusconi non hanno nulla che vedere con i codici e le leggi» D'Ambrosio: «Non è colpa nostra se vi sono elezioni. La giustizia ha i suoi tempi»

Luoghi citati: Milano, Montecarlo, Roma