Un «occhio» spia le frane di R. Cri.

Un «occhio» spia le frane Un «occhio» spia le frane La Protezione civile studia nuovi interventi di emergenza NAPOLI. Sono già state duramente colpite, ma le popolazioni di Sarno, Quindici, Siano e Bracigliano potrebbero presto vivere un nuovo trauma. Gli esperti della Protezione civile stanno mettendo a punto un piano di evacuazione destinato a scattare se le condizioni meteorologiche peggiorassero. Il programma sarà pronto entro mercoledì perché le previsioni non annunciano nulla di buono: tra giovedì e venerdì è assai probabile, che torni a piovere e se le precipitazioni raggiungessero intensità giudicate rischiose, gli abitanti dovranno abbandonare quel che resta dei loro paesi disastrati. Dalla montagna che incombe sulle case è possibile infatti che si stacchino altre frane. Ma ieri per qualche ora si è te- muto che a dover essere evacuati fossero addirittura 230 Comuni della Campania, secondo dichiarazioni attribuite al presidente della Regione Antonio Rastrelli, dopo un incontro con Prodi. Lo stesso Rastrelli a poi chiarito il «giallo», negando di aver mai parlato di un piano di evacuazione. «Si tratta ha spiegato - di uno studio di fattibilità per la delocalizzazione di quartieri o rioni. In base alla nostra documentazione, infatti, in Campania sono circa 230 i Comuni che hanno propaggini in zone pedemontane e che sono quindi potenzialmente a rischio». Insomma, un progetto urbanistico finalizzato a «spostare» all'interno dello stesso comune gli insediamenti sorti in zone pericolose. Diverso il discorso per i centri su cui si sono già abbattute le frane. Gli uomini della Protezione civile sottolineano che il piano - definito in termini tecnici di «speditività» sarà messo in atto soltanto nel caso di piogge intense e prolungate. Nell'ipotesi che l'evacuazione dei Comuni si rendesse indispensabile, è stato predisposto un sistema di allertamento delle popolazioni attraverso radio e tv, ma anche con un'informazione «porta a porta» affidata a carabinieri, poliziotti e vigili urbani. Gli esperti hanno previsto diversi gradi di rischio: per livelli bassi di pericolo, si provvedere a sgomberare soltanto la frazione di Episcopio (quella più colpita una settimana fa e tuttora più esposta alle colate di fàngòTe la parte alta di Quindici. Ma se la situazione dovesse-preeipiterer-non è escluso che tutti i 30 mila abitanti di Sarno ed i 3000 del centro irpino dovranno essere allontanati. Il piano comporterà anche un «punto di raccolta» per ogni comunità: a Quindici, ad esempio, è stato fissato nell'area dei cimitero, che è lontana dal centro abitato. La situazione sui rilievi che hanno alimentato le «slavine» di terra e acqua è stata intanto monitorata dal «Wescam», un sofisticato sistema di rilevamento ottico (già usato in Piemonte e in Umbria) che i vigni del fuoco hanno utilizzato ieri sorvolando l'area interessata con un elicottero. L'apparecchio, in grado di leggere la targa di un'auto da un'altezza di 300 metri, ha censito 43 «distacchi franosi», dei quali 20 di dimensioni consistenti e 2 ritenuti ancora ad «alto rischio». Tecnici ed esperti sono al lavoro per prevenire ulteriori pericoli e i soccorritori continuano a scavare nel fango pietrificato. H bilancio è ora di 135 vittime, con un numero ancora imprecisato di dispersi, mentre gli sfollati sono 1051. Ieri si erano diffuse voci su problemi legati alla situazione sanitaria e si è tornati a parlare di un rischio di epidemie. Comune e Asl hanno però subito smentito. [r. cri.]

Persone citate: Antonio Rastrelli, Prodi

Luoghi citati: Campania, Napoli, Piemonte, Sarno, Umbria