IN MEMORIA DI UN FANTASMA ANCORA VIVO

IN MEMORIA DI UN FANTASMA ANCORA VIVO ILUÌNGO ADDIO AREAGAN IN MEMORIA DI UN FANTASMA ANCORA VIVO NNEW YORK ON bisognerebbe mai morire prima di morire. Specie quando si è (stati) famosi. Già morire quando si muore è spiacevole. Le ex mogli fanno rivelazioni penose. Una dozzina di autori scrive biografie «illuminanti» che hanno per fonti domestiche, presunti amici e amanti «segrete». I giornali ne pubblicano estratti e una vita al servizio di un'idea si riduce a una ossessione per le calze a rete. Almeno, si è infinitamente lontani da tutto questo. Invece, quando si muore prima di morire, si assiste impotenti all'abuso del proprio nome, alla mistificazione dell'esempio e alla dilapidazione dell'eredità, economica e morale. E' quello che accade al fantasma del presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, l'uomo più amato e tradito d'America. «Morì» ufficialmente il 5 novembre del '994, quando, scoperto di avere il morbo di Alzheimer, scrisse una lettera agli americani che annunciava: «Ora comincio il viaggio che mi porterà al tramonto della vita». Poi si ritirò nel limbo della California, dove passeggia tra gli eucalipti, gioca a golf (facendosi rispiegare spesso le regole) e viene condotto (sempre più di rado) in un ufficio che ogni volta gli sembra nuovo e dove domanda, come un Bruce Chatwin disperso nel crepuscolo: «Che ci faccio qui?». Dal giorno della sua «morte» l'America ha cominciato a adorarlo (come fa con i Presidenti trapassati, preferibilmente da un proiettile) e, soprattutto, a onorarlo, come si deve ai Grandi che non sono più con noi, intitolandogli di tutto, con cerimonie sfarzose alle quali il Presidente è contumace e il suo fantasma aleggia al braccio della moglie Nancy. In nome di Ronald Reagan il governo finanzia progetti che lui avrebbe cestinato o ar- Gabrìele Romagnoli CONTINUA A PAG. 6 TERZA COLONNA

Persone citate: Bruce Chatwin, Fantasma Ancora, Romagnoli, Ronald Reagan

Luoghi citati: America, California, Stati Uniti