Beffa per l' Atalanta in nove

Beffa per l' Atalanta in nove A UDINE Espulsi Bonacina e Mirkovic, e Calori segna al 4' di recupero Beffa per l' Atalanta in nove Mondonico: punto ancora allo spareggio UDINE. E' la partita delle lacrime di gioia, è la partita del terzo posto, secondo miglior piazzamento di sempre (dopo un secondo posto negli Anni 50) in oltre cento anni di storia dell'Udinese. E' la gara della festa per il secondo trionfale ingresso della squadra friulana in Uefa. Al «Friuli» si guarda poco in campo per tutto il pomeriggio. L'Atalanta tenta disperatamente di resistere giocando alla «picchia e fuggi» sin dai primi minuti. L'Udinese risponde dando l'impressione di non voler infierire e segna proprio quando non può esimersi dal farlo (con il suo capitano Calori, improvvisato goleador al 94'). C'è altro a cui pensare. C'è Bierhoff che esce poco prima dell'inizio e passa in rassegna tutta la curva Nord camminando. Saluta il luogo caldo del tifo friulano, saluta composto come sempre e poi non resiste alle lacrime. In pochi secondi, per il nuovo centravanti del Milan, è un pianto a dirotto. La curva canta solo per lui e il tedesco risponde andando proprio a sedersi per qualche istante nel cuore del tifo. C'è anche Zaccheroni che viene premiato da Pozzo senior in persona poco prima del fischio d'inizio per le sue tante panchine friulane. Dopo il fischio finale, invece, il tecnico va sotto la curva e si commuove pure lui «per una bella favola, per un risultato straordinario». «Non c'è ancora niente di sicuro, niente di certo - dice ai giornalisti - sul mio futuro. Ne parlerò con il presidente (che fra l'altro lo dà per sicuro partente, ndr). Ma godiamoci il presente che ci vede come terza forza in Italia. Straordinario. Viene quasi da dire: peccato che questa stagione sia già finita. Per migliorare, guardando la classifica, potrei andare solo all'Inter o alla Juve». Poi si tradisce quando qualcuno gli accenna al luogo del prossimo ritiro dei friulani. «Arta» è la risposta. Lapsus o che altro? C'è anche l'argentino Mauricio Pineda che spiazza tutti: «Torno al Boca Juniors. Ho dei problemi personali che restando in Italia non potrei risolvere». C'è pure Thomas Helveg (milanista pure lui nel prossimo futuro) che lascia il «Friuli» con un'altra bella prova e un bel ricordo. Esce in una standing ovation di tutto lo stadio nel secondo tempo. C'è poco da dire sullo sterile e incontrastato dominio di un'Udinese che potrebbe, ma quasi non vuole, «infierire» e su un'Atalanta più preoccupata di picchiare gli avversari che di sorpassarli con il gioco. L'allenatore Mondonico perde anche due pezzi per strada per un fallacelo di Bonacina su Pineda nel primo tempo e un fallo di mano del già ammonito Mirkovic nella ripresa. Così il vecchio Mondo è costretto ad alzare un muro che al 94' il capitano dell'Udinese Calori butta giù. «Giochiamoci una speranza - commenterà il «Mondo» alla fine -. Puntiamo allo spareggio verso i 35 punti». Francesco Facchini

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