Juve vola con Super Pippo freccia tricolore

Juve vola con Super Pippo freccia tricolore I campioni battono il Bologna in una sfida senza respiro, ricca di emozioni e colpi di scena Juve vola con Super Pippo freccia tricolore II bomber risponde a Kolyvanov e a Baggio, poi il ko TORINO. Ci sono risultati già scritti, e la vittoria della Juventus lo era, ma ai quali si arriva per i percorsi più contorti. La passeggiata di fine stagione con il Bologna è diventata subito un sentiero alpino, per il gol di Kolyvanov, quindi con la piccola magia di Roberto Baggio è tornata ad essere una faticosa scarpinata mentre già ci si preparava alle celebrazioni. L'Inter vinceva ancora a Bari. Idris e Red Ronnie, reclutati per la festa chiassosa in mezzo al campo, montavano il silenziatore che alla Juve, prima di ieri sera, era diventato un accessorio indispensabile. Insomma l'estenuante partita del campionato rischiava di prolungarsi oltre il sopportabile, finché Inzaghi non poneva il terzo sigillo della sua giornata che fa il paio, nei numeri e nella storia, con la notte di Kiev. Mancavano otto minuti alla fine, 12 considerando il recupero cronometrato da Boggi. Il Bologna senza Baggio non ne aveva più per rimontare dal 3-2. L'ultima vittoria è stata la fotografia della stagione juventina. Non c'è mai stato niente di facile, anche i successi più limpidi sono stati strappati con la forza, il carattere, l'esperienza. E con il senso tattico di un allenatore che qualche volta deborda dalle righe nelle dichiarazioni, com'è successo ieri, quasi mai si incarta sulle soluzioni in campo. Lippi aveva attrezzato la difesa con Tacchinardi al fianco di Iuliano e Monterò. Torricelli invece faceva il mediano a destra, imitato a sinistra da un buon Pessotto. Si procedeva con questa stranezza per mezz'ora, finché l'occasione sciupata da Andersson al 26' (tiro alto da due passi) non convinceva Lippi che Torricelli e Tacchinardi dovevano invertire le posizioni. Detto, fatto e la partita della Juve scopriva un'altra logica. Come pure nella ripresa, quando sul 2-2 Lippi rinunciava alla coppia centrale in mezzo al campo e con Fonseca al posto di Deschamps il gioco dei bianconeri si stirava con efficacia sulla destra: proprio dai piedi dell'uruguayano a mezzo servizio nascevano le ispirazioni più pericolose, compresa quella del gol decisivo. Contemporaneamente Ulivieri sprofondava nella voragine delle sue abitudini, benché il Bologna non avesse problemi di classifica e potesse puntare alla vittoria di prestigio, rischiando anche una sconfitta, più che mirare al pareggio: per potenziare il centrocampo «Ulivo» toglieva Baggio. L'ex Codino, affrontato il più delle volte da Davids, non era stato un'iradiddio ma aveva segnato un gran gol di fattura paleojuventma (il passaggio, delizioso, gli era arrivato da Marocchi) e la sua presenza allerta¬ va e teneva guardinghi i mastini in bianconero. Fuori lui, cominciava la resa del Bologna. Il cappotto portafortuna sopportato stoicamente da Ulivieri, nonostante i 25 gradi all'ombra, non bastava più. Volendogli bene gli consigliamo di riflettere sull'inutilità dell'indumento, altrimenti l'anno prossimo, a Napoli, si liquefare più del sangue di S.Gennaro. Partita vera. Ricca di colpi di scena. Partita di pathos e con Inzaghi protagonista come gli è successo in altri momenti della stagione. Del Piero latitava nella sostanza, benché nella forma si desse un gran daffare, e Zidane non trovava per mezz'ora il terminale delle sue ispirazioni. La Juve era in debito di un gol, quello realizzato da Kolyvanov dopo 11 minuti con la collaborazione involontaria di Peruzzi (il tiro, per quanto forte, era nell'angolo che lui copriva). I bianconeri non cedevano allo scoramento, né all'affanno, però di tiri in porta ne contavamo uno solo, un colpo di testa di Monterò, mentre il Bologna produceva una grossa palla gol che Andersson, del quale si dice che arriverà alla Juve tra qualche giorno, colpiva con la parte del corpo che gli è meno congeniale: il piede. I cross nel mezzo dell'area emiliana erano prevedibili, Del Piero e gli altri si impantanavano nel fraseggio stretto. L'azione del pareggio nasceva da una smagliatura del Bologna sul suo lato destro: il cross di Zidane era calibrato sulla cocuzza inzaghiana, cui 0 cazzotto di Diawara non ha tolto solidità e precisione. Zidane, ancora lui, era la guida sicura per Inzaghi pure nell'azione del raddoppio, che l'ex atalantino coglieva scattando sul filo del fuorigioco ma in posizione regolare. E da un lancio di Fonseca veniva la terza rete, con un buco nella difesa del Bologna grande quanto la breccia di Porta Pia. Inzaghi usciva. Il popolo si alzava in piedi ad applaudirlo: una standing ovation, come per Berlusconi quando usciva dalla tribuna di S.Siro e nei destini del Milan non era ancora comparsa questa Juve. Marco Ansaldo JUVENTUS (352) Ok BOLOGNA (343) PERUZZI 6 ^IgP STERCHELE 6 TACCHINARDI 6.5 PARAMATTI 6 IULIANO 6 PAGANIN 5 MONTERO 6 MANGONE 5 TORRICELLI 6.5 NERVO 6 DESCHAMPS 6 MAROCCHI 7 (19's.t. FONSECA) 7 (38' s.t. SHALIMOV) s.v. DAVIDS 6.5 MAGONI 5.5 (30's.t. PECCHIA) 6.5 TARAN7INO 6.5 ZIDANE 7.5 KOLYVANOV 6.5 PESSOTTO 6.5 (11' s.t. FONTOLAN) 5.5 INZAGHIF. 9 ANDERSSONK. 6 (38's.t. Dl LIVIO) s.v. BAGGIOR. 7 DEL PIERO 6 (33's.t. CRISTALLINI) s.v. All.: LIPPI 7.5 All.: ULIVIERI 5 2 Arbitro: BOGGI 6.5 Roti: p.t. : 11 ' Kolyvanov, 36' Inzaghi F., s.t. : 5' Inzaghi F., 11 ' Baggio R., 37' Inzaghi F. Ammoniti: Paramani, Davids, Deschamps, Zidane, Tacchinardi. Spettatori: paganti 19.913, incasso 1.265.261.952, abbonati 40.338, quota abbonati 610.910.720. La terza rete di Inzaghi e l'esplosione di gioia del bomber bianconero che ha ripetuto così l'impresa di Kiev [REPORTERS]

Luoghi citati: Bari, Bologna, Kiev, Napoli, Torino