Dal ko di San Siro al grande volo

Dal ko di San Siro al grande volo » Storia del terzo scudetto bianconero deU'era Lippi, forse il più sofferto*: Dal ko di San Siro al grande volo La svolta decisiva: Inter sorpassata a metà stra Ha celebrato la 200a partita in serie A (terza giornata, contro il Brescia, avrebbe potuto starsene in poltrona) e il terzo scudetto: ora punta alla Coppa dei Campioni e al primo campionato del Mondo. Stagione piena, da autentico protagonista, per il Cinghialone che dice di volersi ritirare presto e intanto si porta avanti con le vittorie. Ha giocato bene, non benissimo come in altre annate: qualche partita sontuosa (all'Olimpico con la Roma, a Torino con il Lecce), qualche cedimento (marzo il mese critico, con il Napoli e a Parma), prima di una ricrescita nella forma e nella sicurezza. Lo standard rimane da specialista tra i migliori al mondo. Ha collezionato 30 presenze (2 sostituzioni). FERRARA 8 Ricorderà per sempre la sfortunata domenica di Lecce, il 1° febbraio: la gamba di Conticchio che si allunga involontariamente sulla sua, a spezzargliela. Doppia frattura, a tibia e perone. Stava tornando alla grande, Ciro, dopo mesi che non si potevano definire banali ma nemmeno da urlo. Pareva che il più formidabile dei difensori juventini avesse programmato il rodaggio per esplodere in primavera e, naturalmente, ai Mondiali. Venti giorni prima dell'incidente aveva segnato l'unico gol in campionato (in mischia col Vicenza), poi aveva cancellato Bologna e Atalanta. Auguri per l'anno prossimo, senza di lui la Juve ha sbandato un po': 17 presenze (2 sostituzioni). Mancherà anche a Maldini. MONTERÒ La sua stagione ci ha ricordato, in parte, quella di Paulo Sousa che al primo anno in bianconero fu l'ineccepibile protagonista dello scudetto e nel campionato successivo non seppe mantenere quei livelli. Così Monterò. Le prima partita (con il Lecce) lancia un segnale d'allarme, la quarta (a Genova) è un naufragio che include l'espulsione. Esplodono le polemiche, si amplificano le accuse di gioco violento, lui si indigna. A fine ottobre si infortuna, si ripresenta dopo un mese e mezzo, contro l'Inter. Si rilancia e nel finale di stagione è di nuovo lui, pronto per un bel contratto all'Atletico Madrid: la sua grinta, c'è da prevederlo, spaventerà anche Sacchi. 25 presenze (4 sostituzioni, 2 subentri). BIRINDELLI Per noi è tra le grandi rivelazioni dell'annata, sia per qualità che per carattere. Moggi l'ha proiettato dalla realtà di Empoli alla Juve per rimediare all'assenza di Tomcelli nella prima parte della stagione: lui è andato oltre le previsioni e ha conservato un ruolo per tutto il campionato. Lo aiutano il carattere (il cambiamento di dimensione non l'ha spaventato troppo, l'abbiamo visto in imbarazzo solo a Manchester e a S. Siro con l'Inter] e l'ecletticità: grazie a lui, che si adatta a giocare di fascia o centrale, Lippi ha potuto variare il tipo di difesa. Veloce, discreto in elevazione benché un po' bassino. Deve crescere nella tecnica per garantirsi un futuro: 29 presenze (4 sostituzioni, 3 subentri). Ili LI ANO 8 Diventa l'involontario protagonista del campionato: tra ventanni ci saremo probabilmente dimenticati ael suo gioco, ma nelle cronache si citerà comunque l'intervento su Ronaldo che Ceccarini non ha giudicato da rigore. E' una popolarità di cui il difensore calabrese farebbe sicuramente a meno, anche perché offusca in parte una stagione importantissima che l'ha portato in Nazionale, a nostro avviso con merito. Prima ha sostituito Monterò, poi è diventato l'erede di Ferrara, roba da far tremare i polsi. A 25 anni può migliorare, ma ha le qualità atletiche per diventare un difensore importante, soprattutto adesso che si è parecchio irrobustito: 25 presenze (1 sostituzione, 1 subentro). PESSOTTO 7 Lo si cita spesso (e impropriamente) tra i personaggi che non sarebbero da Juve, pensando evidentemente che la Juve possa avere soltanto i Caolini, dei quali peraltro non vediamo tracce nel panorama mondiale, con tre o quattro eccezioni. Pessotto non ha sicuramente il fisico del Superman ma è sufficientemente rapido e tosto, è duttile (sta indifferentemente a destra, a sinistra, a centrocampo), non ha impennate ma neppure tonfi epocali, ha intelligenza tattica e di uomo: insomma un giocatore che toma utile, con il difetto, però, di non segnare mai. Il problema è che la salute gli si guasta spesso, per cui la sua stagione procede a strappi. 20 presenze (6 sostituzioni, 5 subentri). TORRICELLI 7 Non era davvero facile ricominciare, dopo otto mesi interminabili in cui ti chiedi quando tornerai a giocare e soprattutto come lo farai. Da febbraio, quando si ruppe la gamba, Torricelli ha lavorato senza sosta per tornare il Geppetto grintoso di prima, l'idolo operaio di tanta gente. Quante energie sprigionò la sua mezz'ora con il Parma, il giorno del rientro, accompagnato da una significativa ovazione dei tifosi. Le prime partite, dopo il ritomo, furono impetuose, poi Torricelli ha pagato qualcosa alla lunga assenza. Un po' titolare e un po' rincalzo, ha provato persino come mediano di destra, sebbene per noi rimanga soprattutto un buon difensore. 19 presenze (3 sostituzioni, 2 subentri). TACCHI NARDI 7 Il ragazzo prodigio non decolla ancora, ma il momento della verità si avvicina: a 23 anni deve uscire dalla dimensione del panchinaro e i progetti per il centrocampo bianconero dell'anno prossimo lo possono favorire. 0 sfonda o cerca spazio altrove, dove possono dargli la continuità d'impiego che nella Juve gli manca e la responsabilità di un ruolo. Intanto ha contribuito allo scudetto lanciando con il suo gol rabbioso la rimonta, importantissima, di Parma e adattandosi ancora al ruolo di prezioso «tappabuchi»: a centrocampo o in mezzo alla difesa ha consentito a Lippi di rimediare alle assenze inevitabili sul finire della stagione. Molte apparizioni part-time: 22 presenze (2 sostituzioni, 12 subentri). DIMAS 6 Abbiamo un'ossessione: com'è che il buon Manuel ha vinto in due anni lo stesso numero di scudetti di Baggio, di Vialli o di Vierchowod in una vita? La risposta, in fondo, è abbastanza semplice: vale oro trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Dimas non è un grande difensore e nella Juve, generalmente, lo lasciano attaccare poco: è raro che si porti sul fondo per il cross, eppure lo saprebbe fare bene, e ha il tiro potente che può consentirgli di bucare le difese, sebbene lo tenga spesso per sé. Con più personalità, il portoghese uscirebbe dal ruolo triste di comparsa, usata per coprire le assenze o concedere fiato a chi è stanco. 19 presenze (1 sostituzione, 9 subentri) RAMPULLA 7 Un campionato nell'ombra, come da sei anni puntualmente gli succede: il «vice» più fedele del calcio italiano persevera nel ruolo di assistente e, all'occorrenza, di rimpiazzo di Peruzzi. Lo fa bene, senza mettere in allarme la difesa bianconera. Il Cinghialone gli lascia sempre un po' di spazio: anche quest'anno un lieve infortunio del titolare ha permesso a Rampolla di accumulare presenze importanti, tra cui quella nella partita intema con l'Udinese, ricordata per il famoso gol fantasma di Bierhoff. Dicevano che avrebbe smesso per assumere un molo paradirigenziale (nell'ufficio stampa della Juve), invece pare che prolungherà di almeno un anno la carriera. Ha collezionato 5 presenze (2 subentri). GLI ALTRI Si sono affacciati al 25° scudetto della storia bianconera anche Padovano, Zamboni e Aronica: Zamboni ha giocato gli ultimi 2' con la Fiorentina, il tempo necessario per farsi vedere e poi essere ceduto al Napoli (era appena arrivato dal Chievo); Aronica, difensore palermitano della Primavera, è invece entrato nel recupero di Juve-Sampdoria; Michele Padovano sapeva fin dall'inizio di doversene andare, ha trovato spazio dal primo minuto con la Roma all'Olimpico, ha giocato buona parte della ripresa, ma non ha lasciato un ricordo di questa sua stagione alla Juve, prima di trasferirsi al Crystal Palace, dove sta finendo la camera con poca gloria ma con un bel pacco di sterline in più. Se le merita. ATORINO NCORA Juve. Il terzo scudetto dell'era Lippi arriva al termine di una stagione in cui i bianconeri hanno dovuto sconfiggere prima lo scetticismo di chi non li credeva capaci di concedere il bis, poi la concorrenza spietata di Inter e Lazio, infine i veleni nei quali da più parti si è cercato di annegare una vittoria che le sviste arbitrali non possono rendere meno esaltante. Juve campione con una giornata di anticipo al termine di una cavalcata che ha esaltato Del Piero, ha confermato le doti di Inzaghi, ha avuto in Davids un puntello indispensabile. Ma, come sempre, è la vittoria del gruppo, che ha saputo superare i tanti momenti difiìcui della stagione. l vittoria netta, ma sofferta, sul Lecce. Inzaghi in gol, Del Piero non gira e viene sostituito. Lippi: «E' soltanto uno della rosa». Subito dopo il pari senza squilli (0-0, ultima partita di Padovano) con la Roma all'Olimpico, quindi la Juve decolla con il 4-0 sul Brescia. Ma i problemi non mancano. La squadra stenta ad avere un cammino continuo e dopo il pari in trasferta con la Samp, Lippi ammette: «Peggio di così non si può». Arriva un temporale di critiche, e la società decide il primo silenzio stampa stagionale. Mossa che, a quanto pare, ha effetti immediati, visto che la Juve infila quattro successi di fila (ma a Bari perde Monterò per menisco) fino al pareggio casalingo con, il Parma che fa segnare il rientro di Torricelli dopo 8 mesi. E' il momento no di Inzaghi: Pippo è vittima di una piccola crisi dopo un inizio folgorante, Lip- pi lo esclude contro gli emiliani e lo tiene in panchina anche con il Milan. Il centravanti entra nella ripresa e dopo pochi secondi segna di rabbia il gol del pareggio. E si arriva al confronto con la Lazio. L'Inter è già la rivale numero uno e rischia di prendere il largo. La giornata è un mix di emozioni forti. Due gol di Del Piero, ormai leader conclamato della squadra, trascinano i campioni mentre i nerazzurri vengono fermati dalla Samp. La squadra di Simoni resta a più due in classifica, i lippiani restano in corsa. Debutta Davids a Piacenza, quindi la prima partita del '98 porta subito il confronto diretto fra le grandi duellanti., Vince Ronaldo,,ma la ^uy,é,gjoca ih modo esemplare. Lippi lancia la sfida : «Abbiamo. perso. una .battaglia, ma vinceremo la guerra». Battuto il Vicenza, travolto anche LIPPI Nella Juve che ci ha meno entusiasmato, la mano di Lippi è stata essenziale per il grande successo finale: il tecnico ha accettato serenamente la correzione di un modulo ormai collaudassimo e vincente, ha dovuto rivoluzionare i movimenti dell'attacco, s'è trovato a gestire un centrocampo meno brillante e una difesa che, perso Ferrara, ha subito una quantità di gol impensabile (e anche con Ferrara il reparto non era stato sempre impeccabile). Lippi però ha allestito ogni volta una squadra capace di adattarsi come un guanto alle caratteristiche della partita, con innovazioni interessanti come la difesa a tre, e ha mantenuto in tensione un gruppo che le vittorie avrebbero potuto imborghesire. W 1 BOMBER BIANCONERI DEL PIERO 21 INZAGHI 18 ZlDANE 7 CONTE 4 FONSECA 3 AMORUSO 2 FERRARA 1 IULIANO 1 DAVIDS 1 ZALAYETA 1 TACCHINARDI 1 PECCHIA 1 Autoreti a favore: 5. A. Filippini (Brescia), Ingesson, Garzya, Neqrouz (Bari), Tonetto (Empoli). TUTTE LE VITTORIE DELLA JUVE SCUDETTI 25 COPPE ITALIA 9 SUPERCOPPA Dl LEGA 2 COPPA CAMPIONI 2 COPPA COPPE 1 COPPA UEFA 3 INTERCONTINENTALE 2 SUPERCOPPA D'EUROPA 2 MUNDIALITO CLUB VITTORIO CHIUSANO ROBERTO BETTEGA Un bel gesto atletico di Del Piero, stella della stagione bianconera nell'anticipo con l'Udinese il I ° novembre: il fantasista segnerà il 3° gol su rigore A Piacenza ( 12a giornata) segna Fonseca e finirà l-l; Juve in lutto per la scomparsa di Giovanni Alberto Agnelli; in campionato I ' di silenzio Sopra, un'azione animata di Lazio-Juve: contrasto vincente tra Di Livio, motorino davvero insostituibile nel centrocampo juventino, e il biancoceleste Nedved Sotto, il prezioso secondo gol realizzato dal francese Zidane: i bianconeri battono per 3-1 l'Atalanta al Delle Alpi e diventano campioni d'inverno; poi sarà una cavalcata trionfale Roberto Bettega, il vice presidente esecutivo, ha portato in società la sua esperienza di campione. Il suo ruolo delicato comporta anche di alzare la voce, nei momenti più difficili. Bianconeri a ritmo di record; con la Roma, a Torino, 5a vittoria consecutiva e rete di Davids (nella foto a destra); l'olandese proveniente dal Milan è stato rigenerato da Lippi » della stgone. Dopo la conquista della Supercoppa italiana (3-0 al Vicenza), la Juve parte in campionato con una Vittorio Chiusano è già un presidente-record nella storia bianconera e del calcio italiano. Da quando ha assunto la carica (febbraio 1990) ha vinto proprio tutto, in Italia e in Europa.