Inzaghi, gol che contano

Inzaghi, gol che contano Inzaghi, gol che contano Isuoi sono arrivati nei momenti importanti DALLA PRIMA PAGINA ERA già tutto pronto. L'ufficio marketing, che vista la continuità con cui rastrella nuovi introiti qualcuno definisce «marketting», non era giunto impreparato all'evento. Poteva guastarglielo Baggio, per una storica vendetta, ma al fischio finale di Boggi sono comparse le pedane, di diversa altezza, per la passerella trionfale dei dirigenti in doppiopetto e dei giocatori mezzi nudi. A parte il Lippi-pensiero, il resto era una summa delle frasi che si possono e si devono dire in queste circostanze. Dopo il silenzio, era la strada scelta dalla Juve per ricollegarsi con il suo popolo: senza mediazioni, come piace a una società che si considera troppo aggredita e troppo odiata. Dalla «chat line» alle pedane di ieri la filosofia è la stessa: parliamone tra noi e restiamo uniti contro chi ci vuole male. C'era tutto questo nella festa che qualcuno ha giudicato di cattivo gusto, ma forse indispensabile. E meritata. Inzaghi ne è stato l'artefice. E si inserisce bene nel giorno della riscossa juventina dai dubbi e dai veleni. Del Piero sarebbe stato un testimone esagerato: in questa stagione in cui tutto gli è girato a dovere, tanto da imporre alla Juve una costosa riconferma, non aveva bisogno dell'ultima vetrina. Inzaghi sì, perché i 18 gol in campionato, i 27 realizzati in tutta la stagione senza calciare neppure un rigore, non l'hanno innalzato ai massimi cieli tanto che ancora si crede a un suo futuro lontano da qui. Abbiamo parlato sempre di una Juve Del Piero-dipendente perché nel football del Pinturicchio e nei suoi gol si coglie l'estro che distingue il calcio da un qualsiasi gioco con la palletta. Inzaghi invece ha lottato tutta la stagione per dimostrare che i numeri contano e nei momenti più delicati, sul'orlo della crisi, i numeri li produceva lui: il gol al Manchester e quelli a Kiev per proseguire in Champions Lea¬ gue, ora la tripletta che ha cucito il 25° scudetto. Glielo riconosciamo, un po' in ritardo. L'ovazione che l'ha accompagnato fuori dal campo gli resterà nelle orecchie, come il suono del mare in una conchiglia. Mentre a Torino la Juve organizzava la sua festa similberlusconiana, a S. Siro i berlusconiani veri scoprivano la contestazione più feroce nella storia del Milan: non si era mai visto che i tifosi impedissero l'accesso allo stadio al pullman della loro squadra, né che un'intera curva rinunciasse a seguire la partita, mostrando le spalle allo spettacolo (spettacolo?). Il campionato finisce in maniera esagerata. Nuovi veleni inquinano la corsa per salvarsi dalla B: chi ha favorito chi? Ma Lippi non s'inquieti, la Juve stavolta non c'entra. Se deve trovare un'altra parola di cinque lettere provi con: festa. Suona meglio. Marco Ansaldo LA STORIA Tappa per tappa la grande stagione e i protagonisti Ansaldo e Vergnano A PAGINA 25-26 DEL PIERO «Sarò io la bandiera del futuro» A PAGINA 28 L'AVVOCATO «Uno scudetto strameritato e ora la Coppa» A PAGINA 29 Campione d'Italia JUVENTUS Retrocedono in B NAPOLI LECCE In lotta per la salvezza (due retrocessioni) ATALANTA BRESCIA PIACENZA Promossa in A SALERNITANA Le Coppe '98-'99 CHAMPIONS LEAGUE JUVE e INTER COPPA DELLE COPPE LAZIO COPPA UEFA UDINESE, PARMA, ROMA e FIORENTINA INTEPJ0T0 SAMP e BOLOGNA o MILAN

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