Molinette, il rogo è stato doloso
Molinette, il rogo è stato doloso Una notte di lavoro ha consentito di rimettere in funzione il reparto di Dialisi Molinette, il rogo è stato doloso Conferma degli inquirenti dopo ilprimo sopralluogo A tempo di record il reparto di Dialisi delle Molinette ha ripreso l'attività, seppure a ritmo ridotto. A meno di 24 ore dall'incendio doloso che sabato pomeriggio ha rischiato di trasformarsi in tragedia - 18 pazienti salvati dal tempestivo intervento di medici e infermieri - ieri mattina otto posti letto erano di nuovo occupati da persone sottoposte al trattamento. «Abbiamo lavorato tutto il pomeriggio e la notte - spiegano i camici bianchi del reparto, stanchi ma soddisfatti - per riprendere il lavoro senza perdere un'ora di troppo. Il servizio che svolgiamo per i dializzati non può fermarsi. Non ci possiamo permettere il lusso di bloccare le macchine». Ora si sa che le persone passate in pronto soccorso a causa dei fumi respirati sono sei: tutti dimessi, soltanto leggeri sintomi di intossicazione senza conseguenze. «Ma poteva essere peggio - ribadisce il commissario straordinario delle Molinette, Mario Lombardo -. Se tutto è andato bene lo dobbiamo alla pronta reazione del personale che in quel momento era in servizio. Nessuno ha perso la testa, e di fronte all'emergenza si è pensato prima all'incolumità dei pazienti». Elogi confermati anche dall'assessore alla Sanità, D'Ambrosio, che in serata aveva raggiunto le Molinette: «Un comportamento che ha evitato conseguenze certamente più drammatiche. Ora si tratterà di fare chiarezza sull'accaduto». Ad accorgersi per primo delle fiamme e dare l'allarme, verso le 16,30 di sabato, è stato un infermiere, Antonio Crupi, che senza perdere tempo ha afferrato un estintore fermando così l'avanzare dell'incendio. Con lui un medico, Piero Stratta: insieme hanno guadagnato minuti preziosi, mentre il fumo cominciava a saturare gli ambienti. Momenti di grande paura. Al quarto piano i vetri di alcune finestre sono stati rotti per riuscire a respirare. Minuti in cui gli altri infermieri sono riusciti a staccare dalle macchine e mettere in salvo le 18 persone nelle stanze. Intanto gli inquirenti sono al lavoro per identificare la causa del rogo. E' ormai certo che l'origine delle fiamme, sprigionatesi da uno sgabuzzino (in cui erano custoditi cartoni, materiale di scarto, biancheria sporca e sacche di sangue vuote) sia stata dolosa. I vigili del fuoco hanno accertato che nella stanza-ripostiglio non c'era nulla in grado di innescare un incendio: né fili elettrici, né apparecchiature o liquidi infiammabili. Dunque un mozzicone di sigaretta gettato distrattamente oppure l'ipotesi più inquietante dì un gesto voluto. C'è chi parla di boicottaggi, di episodi che inspiegabilmente da alcuni mesi si susseguono all'interno dell'ospedale. Come le misteriose intossicazioni nelle sale operatorie di Cardiochirurgia verificatesi dal dicembre scorso (l'ultimo caso ancora pochi giorni fa). Si lavora ancora sodo: i macchinari per la dialisi vengono controllati più volte, tutto dev'essere nuovamente sterilizzato. Nell'aria si respira ancora l'odore acre del fumo che ha invaso i corridoi del quarto piano, dove confinano l'ambulatorio di Emodalisi, il reparto di Chirurgia e quello di Nefrologia del prof. Piccoli. Una sala è già tornata operativa. Le altre lo saranno presto. Giacomo Bramardo Mario Lombardo
Persone citate: Antonio Crupi, D'ambrosio, Giacomo Bramardo, Mario Lombardo, Piero Stratta
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