Credenti e miscredenti, nessuno può restare indifferente

Credenti e miscredenti, nessuno può restare indifferente LETTERE AL GIORNALE: IL LUNEDI' DI O.d.b. Credenti e miscredenti, nessuno può restare indifferente La Sindone fa pensare! Egregio Signor Del Buono, finalmente ho visto la gente riflettere! E' un miracolo della Sindone: riesce a far pensare anche se per pochi istanti. Già nel cammino di avvicinamento e pre-lettura ci si chiede: ma chi è quell'uomo flagellato e crocefisso, perché tanta sofferenza nel mondo, chi fa soffrire, perché l'hanno crocefisso? Ci si sente veramente tutti uguali, avvolti dal mistero, incapaci di interpretarlo, impotenti. Si lasciano da parte cultura e orgoglio, si diventa poveri, con una domanda dentro: perché tanta sofferenza nel mondo? Ho visto molti occhi umidi di pianto e cuori commossi: quel volto davvero affascina e interroga. E" UN SILENZIO CHE PARLA, un passaggio che riesce a giungere nel profondo e risveglia sentimenti assopiti, domande rimosse, fa ripartire i! desiderio di cercare, di cambiare, di vivere. Davvero un passaggio, si passa da- vanti, ma si è come «toccati», cambiati dentro, non si sa come. Una guardia in servizio mi ha detto: «Ogni giorno mi dice qualcosa di nuovo!». Proprio così, la Sindone parla ad ognuno, ha un messaggio inspiegabile per tutti. Davvero «misterioso» quel lenzuolo, viene dal profondo del tempo, per dire a noi, uomini di oggi, che l'essenziale è dentro, non fuori, e che occorre ritrovare le «radici del cuore», il vero senso della vita. Ho visto molti in preghiera: si ripensa al Cristo che dalla Croce guarda ogni uomo e dice: «Coraggio, lo ti amo veramente, non sei mai solo nella vita». Si diventa piccoli e sale una preghiera: «Signore aiutaci ad avere nel nostro cuore un po' del Tuo Amore per poterlo dare soprattutto a chi è più crocefisso di noi, a chi è abbandonato, in croce come Te: fa', o Signore, che ritorniamo ad amarTi e ad amare. don Mario Foradini Parrocchia S. Secondo Martire Torino Autenticità vera o presunta Caro Signor Del Buono, sono ancora qui a importunarla, approfittando della sua bontà (omen = nomen) per farmi ospitare nella sua rubrica. Sono stati versati fiumi d'inchiostro sulla questione dell'autenticità vera o presunta della Sindone (tanto che ho qualche remora a scriverne anch'io), scientisti e scettici da una parte, credenti e fedeli dall'altra. Dovrebbe esserci un'altra categoria tra i due litiganti (e forse mi trovo nella maggioranza): quella dei credenti senza fede! Qui devo una precisazione: spesso si fa confusione usando un termine per esprimerne un altro; una cosa è credere, un'altra è aver fede. Credere è più facile che aver fede, infatti si dice che con la fede si potrebbero spostare le montagne! (Vangelo di Matteo XVII, 20). Dunque in questi giorni dedicati al ('ostensione della Sindone vorrei portare il mio modesto contributo sulla sua autenticità, pur non avendola ancora vista: la mia vuole essere solo una semplice deduzione da indizi scritturali, come può fare chiunque. I ) C'è sempre l'ipotesi che il Corpo di Cristo sia stato trafugato dagli Apostoli per far credere alla sua resurrezione (ipotesi valutata anche dal Vangelo di Matteo XXVII 62-66), ma ciò non starebbe in piedi per il semplice fatto che nel Sepolcro sono state trovate delle bende per terra e il Sudario piegato a parte (Vangelo di Giovanni XX 1-9): chi trafuga un cadavere da un sepolcro di notte e con dei soldati di guardia, non si attarda a far ordine piegando un lenzuolo per poi abbandonarlo! 2) Una legge mosaica considerava azione contaminante e impura toccare il corpo di un cadavere e un sepolcro (Numeri XIX 11-15; 16); se proprio lo si voleva portar via perché spogliarlo e lasciare le bende per terra? (cfr. anche Luca XXIV, 12). 3) Il fatto che il Sudario di lino sia stato trovato a parte e piegato non vuole forse farci comprendere che il Cristo ha voluto lasciare un segno tangibile per i tanti «Tommaso» che, se non vedono e non toccano, non credono? La ringrazio, Signor Del Buono, per la gentile attenzione e se crede che questa disquisizione valga qualcosa! Giulio Mantovani Carmagnola E' semplice dedurle Se l'incendio del Duomo di Torino avesse distrutto la Sindone, l'umanità avrebbe perso un'antica tela nella quale fu avvolto chissà quale uomo, non certo il corpo del Signore Gesù! E' semplice dedurlo se si pone attenzione a quello che notarono gli Apostoli appena entrati nel sepolcro. In quel sepolcro che non potè trattenere il Principe della Vita, Pietro e Giovanni videro «... le fasce per terra, il sudario che era stato sul capo di Gesù non per terra con le fasce, ma piegato in un luogo a parte» (Giovanni XX, 3-8). Quindi, non un unico lenzuolo come la Sindone di Torino, delle fasce per terra e un sudario a parte! Che questo fosse il modo di avvolgere i corpi proprio ai giorni del Maestro è confermato da un altro evento: la sepoltura e la resurrezione di Lazzaro. Lazzaro, uscito dalla tomba, Il troppo stroppia Carissimo OdB, chiedo cortesemente ospitalità alla rubrica per supplicare un piacere dagli organi d'informazione tutti. Basta! Basta! Non se ne può più del signor Trematore Mario, «eroe per caso», salvatore del sacro lino. E" dappertutto, è un incubo, è lui stesso l'«icona» di questa ostensione. Quel che è peggio? Non si sottrae alle interviste nelle quali dichiara di essere profondamente religioso e che la spinta a forzare l'urna nella tragica notte l'ha avuta da entità misteriose. Vogliamo allentare un po' la tensione? Ridere magari per lo scampato pericolo, senza presentarsi ogni volta con aureole e gigli tra le mani? Vi prego, cari mass media, non intervistatelo più, non fatevi cercare. Il personaggio in sé è simpatico, però ogni volta che lo vedo mi viene spontaneo dire, parafrasando un tormentone di Striscia la notizia: «Trematore? Che palle!». Carlo Gagliardotto Torino Le lettere sono molto diverse l'una dall'altra; tutte, anche quest'ultima irriverente e irrispettosa, testimoniano che l'ostensione della Sindone non è un fatto qualsiasi. Credenti e miscredenti sono stati chiamati a reagire, non hanno potuto restare indifferenti. [o.d.b ] aveva «... i piedi e le mani avvolti da asce e il viso coperto da un sudario». Carmine Rotundo Catanzaro

Luoghi citati: Catanzaro, Torino