Da Ljiudmila a Maria Angela Vite sulla strada di un killer
Da Ljiudmila a Maria Angela Vite sulla strada di un killer Da Ljiudmila a Maria Angela Vite sulla strada di un killer to e lo scocciato, «va bene, mi avete di nuovo presa, mi fotografate un'altra volta ma io vi darò un altro nome e così sparirò di nuovo, fino alla prossima retata». Salita su una Opel Kadet bianca a fianco di uno che conosceva bene, e se non sapeva che si chiamava Donato Bilancia comunque si fidava di lui. Per lei, un rapporto sessuale veloce e senza profilattico, una altrettanto veloce esecuzione con un colpo alla nuca, e però un bellissimo funerale con duecento donne nigeriane con un fiore bianco in mano. Canzoni e lacrime, al cimitero di Staglieno, per la donna che ha incastrato al primo ergastolo questo uomo che pensa alle donne della sua vita, e fuma. E poi Lorena, bellissima e strana, uomo o donna che sia, incrociata e caricata sulla Mercedes, una pallottola per lei e le altre per quei due metronotte, ma poi lei si salva e riconosce Bilancia, piangendo e tremando, ma dice «è lui che voleva ammazzarmi». E Maria Angela, che era tutta vestita di nero perché tornava da uno zio appena morto. Duemila persone al suo funerale, Ventimiglia chiusa per lutto, quel fidanzato poliziotto che chiedeva di partecipare alla caccia al mostro. E nessuno lo sa ancora, se sia stata la mano di un ragazzino incosciente o una mano crudele e basta, ma tre giorni fa qualcuno a Ventimiglia ha preso un pennarello nero e ha scritto «vaffanculo» sul manifesto funebre: «I famigliari di Maria Angela Rubino ringraziano tutti coloro che hanno partecipato...», e poi quello sfregio che ha fatto gridare di orrore la mamma della ragazza, «perché tutto questo odio, perché?». E quell'altra madre, Anna Mazzaturo in Bilancia, un figlio suicida sotto il treno assieme al nipotino, l'altro figlio a Marassi a fare niente se non contare sigarette e facce, «Donato ha fatto degli errori ma non omicidi. E pensare che gli abbiamo prestato i soldi per aprire un negozio, pensare che telefonava tutte le sere per dire almeno "come va?"». Pensare, pensare. E fumare. Maria Elisabetta Carta, la compagna di classe alle elementari, l'amica che giusto una settimana fa lo accompagna a cena sulla Vespa, paga «alla romana» e non si arrabbia nemmeno quando Bilancia le dice «tu puoi stare tranquilla perché il serial killer uccide solo ragazze, non vecchie carampane come te». Stessa età, 47 anni, e nessuna pretesa di entrare nella vita di un amico senza precisa richiesta. Sospettava di questo uomo sdraiato a contare le facce delle sue donne? No, e con lui ci andava tranquilla, anche se oggi dice che «è un uomo spietato, terribile». E tranquilla, senza nean che il brivido dell'imprevisto • una rapina, si sa, può sempre finire male - è la bionda carina trentenne e senza paura, alla quale una sera chiedi se viene con te a far fuori un cambiavalute e lei ti risponde di sì. Le dici: aspettami in macchina, appena esco metti in moto e scappiamo, e lei obbedì sce. Una ragazza carina che non vuole farsi prendere, e che se anche la prendono non dirà una pa rola su questo uomo sdraiato sul letto che conta facce di donna e fuma. Brunella Giovara Prostitute uccise, donne colpite a caso sui treni amiche e complici: ecco le donne di Bilancia C'è chi lo accusa: duro e spietato e chi come la madre non ci crede: ha sbagliato, non ucciso
Luoghi citati: Lorena, Ventimiglia
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