«Di Bella, sperimentazione da rifare» di Marco Accossato
«Di Bella, sperimentazione da rifare» Torino, il professore convocato in pretura: mancano vitamine ed endoxan «Di Bella, sperimentazione da rifare» IIprocuratore Guariniello: protocolli sbagliati TORINO. Tutto da rifare. La multiterapia anticancro che si sta sperimentando negli ospedali d'Italia non ha nulla a che vedere con la terapia del professor Di Bella. E' clamoroso l'esito dell'incontro che si è svolto ieri pomeriggio in pretura a Torino tra il medico modenese e il procuratore aggiunto, Raffaele Guariniello. In una città divisa tra festeggiamenti per il venticinquesimo scudetto della Juve, la maratona e le code di fedeli per l'ostensione della Sindone, al terzo piano di piazza IV Marzo è andato in scena un faccia faccia che si è concluso con esito agghiacciante. Nessuno dei trattamenti in atto è conforme al «cocktail» del medico modenese: occorrono grossi correttivi, non bastano piccole modifiche. Dopo la cancellazione decisa a Modena qualche giorno fa dei protocolli 1/bis e 2 sui linfomi e sui tumori della mammella, ora bisogna ripartire da zero: occorre aggiungere ai restanti protocolli due vitamine e la ciclofosfamide, la sostanza meglio nota con il nome commerciale di Endoxan, un chemioterapico che nella maggior parte delle sperimentazioni manca totalmente. Un dramma, per i malati di cancro che speravano nel metodo Di Bella, la giornata di ieri a Torino del professore, convocato e interrogato da Guariniello. Il magistrato, che da tempo indaga sulla presunta difformità tra sperimentazione in atto e «ricetta» Di Bella, conferma in sostanza uno dopo l'altro i timori del medico di Modena. Dopo oltre tre ore di faccia a faccia il risultato è: si sta procedendo su un binario completamente sbagliato. E si chiede, Guariniello: perché la vera ricetta del multitrattamento consegnata al ministero il 31 gennaio scorso è stata fatta conoscere ai responsabili dei vari protocolli soltanto il 16 aprile, con ben tre mesi di ritardo? Nel frattempo, infatti, i vari ospedali hanno adottato una linea che oggi si rivela sbagliata. Non solo: nei protocolli in atto si fa uso di Tamoxifene, una so¬ stanza che invece Di Bella non usa mai nel suo trattamento, ma anzi considera cancerogena. La domenica torinese del professor Luigi di Bella è cominciata alle 16,45 in procura, ed è terminata poco prima delle 20 quando in centro sfdava il carosello dei bianconeri in festa. Con il fisiologo, sulla Lancia kappa blu, anche l'avvocato Enrico Aimi, che al termine del pomeriggio passato nell'ufficio di Guarinieflo anticipa l'esito dell'incontro con una dichiarazione significativa: «Bisogna essere contenti, oggi, a Torino. La Juve ha vinto il tricolore e il professore è qui». Tradotto: «Noi - continua l'avvocato Aimi - siamo soddisfatti. Molto soddisfatti. Il professore è stato esaustivo, c'è stato un chiarimento decisivo su quello che è avvenuto, e ci siamo resi conto che l'inchiesta è a un punto avanzato». Di Bella è visibilmente molto stanco, ringrazia e risponde con un cenno ad alcune persone che nei giorni della Sindone incrociano la sua vettura, la costringono a rallentare sulla piazza di fronte a Palazzo Civico e applaudendo gridano: «Grazie, grazie professore». «Professore non si preoccupi, noi siamo con lei». H medico modenese è tenuto lontano dai cronisti dai due carabinieri di guardia alla pretura. Ma si ferma un attimo. Professo- re, pace fatta con Veronesi? «No, dobbiamo ancora parlare». Chi ha interesse a cambiare i suoi protocolli? «Questo non dovete chiederlo a me. Chiedetelo a loro». «Loro» chi? All'incontro romano con il ministero, quando Di Bella presentò su un foglio a quadretti intitolato «Istruzioni per l'uso» il suo «cocktail» destinato alla sperimentazione, erano presenti u professor Umberto Veronesi e il direttore dell'Istituto superiore di sanità, Giuseppe Benagiano. Ma, ieri, a Torino, né il fisiatra né tantomeno il suo legale, si sono lasciati sfuggire nomi o illazioni. Punto e a capo, insomma, per la sperimentazione in Italia. Una doccia fredda per i pazienti che già sono stati contattati dagli ospedali e hanno iniziato la somministrazione del multitrattamento. Da un punto di vista medico ci si trova a questo punto di fronte a un grosso punto interrogativo. Sotto l'aspetto giudiziario, si apre da oggi la fase più delicata e decisiva dell'inchiesta di Guariniello: le divergenze tra sperimentazione e ricetta originale di Di Bella sono frutto di equivoci? O c'è altro? In altre parole: si può parlare di atto voluto, cioè di dolo? Il procuratore Guariniello smentisce che vi siano già nomi e cognomi sul registro degli indagati. Per ora. Marco Accossato
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