Holbrooke

Holbrooke In Kosovo Holbrooke «Missione difficile» BELGRADO. Nulla di fatto, finora, per la missione dell'americano Richard Holbrooke dopo aver incontrato i leader del Kosovo, la provincia serba abitata da albanesi, e i leader di Tirana; oggi l'inviato di Clinton incontrerà a Belgrado il leder neo-jugoslavo Milosevic, ma ci sono poche speranze che ne esca un accordo per allentare la tensione etnica nella regione. «Il Kosovo è denso di storia e di emotività, e per questo la situazione è molto complicata» ha commentato Holbrooke dopo due incontri con il principale leader politico albanese del Kosovo, Ibrahim Rugova, a Pristina. Dopo una visita al medievale monastero serbo ortodosso di Gracanica, lo statunitense ha aggiunto che «questa è una terra sacra per ambedue le parti... In un certo senso mi ricorda Gerusalemme». L'architetto degli accordi di pace di Dayton sulla Bosnia, che è dall'altro ieri nella regione in compagnia di Robert Gelbard, inviato speciale del presidente Usa Bill Clinton per i Balcani, ha detto di aver bisogno di «altre 24 ore prima di poter confermare la nostra posizione sulla crisi». Sia le fonti americane che quelle albanesi del Kosovo non hanno voluto rilasciare alcun commento ufficiale sugli incontri di ieri. «Si tratta di un momento molto delicato diplomaticamente e quindi è meglio non parlare troppo», ha detto un funzionario statunitense. Holbrooke e Gelbard sono impegnati in una maratona diplomatica per convincere il presidente jugoslavo Slobodan Milosevic ad ammorbidire le sue posizioni sul Kosovo. «Non siamo né pessimisti né ottimisti, ma quando si gioca bisogna dare il meglio di se stessi» ha detto Holbrooke che, insieme a Gelbard, è poi partito nel pomeriggio per la capitale albanese Tirana per incontrare il'primo ministro Fatos Nano. Oggi i diplomatici americani saranno di nuovo a Belgrado, dove Holbrooke avrà una colazione di lavoro con il presidente Milosevic definito dall'ex sot tosegretario di Stato Usa «duro come sempre». Sul terreno si continua a spa rare, a quanto hanno riferito fonti serbe e albanesi. Il centro informazioni serbo di Pristina ha annunciato una nuova chiusura della strada principale che unisce Pristina a Pec, ad Ovest del capoluogo del Kosovo, dopo che, sotto la protezione di fitti boschi, gruppi di militanti albanesi hanno sparato più volte sulla polizia. La strada era stata riaperta ieri mattina dopo 30 ore di chiusura dovuta a scontri verificatisi nei precedenti due giorni e che, secondo fonti albanesi, hanno causato la morte di almeno otto persone. Nei pressi della città di Klina è stato rinvenuto il cadavere di un presunto collaborazionista albanese, Ahmat Taqi, mentre per motivi di sicurezza le autorità hanno chiuso la centrale idroelettrica di Decani. [Ansa]