Sì ufficiale del Sinn Féin all'accordo di pace di Foto Ap

Sì ufficiale del Sinn Féin all'accordo di pace BISLANDA DEL NORD La fazione che vuole continuare la lotta armata spara due colpi di mortaio contro una stazione di polizia Sì ufficiale del Sinn Féin all'accordo di pace EVìrasi allea agli inglesi per dare la caccia a 100 dissidenti LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' una svolta storica quella con cui il Sinn Féin, braccio politico dell'Ira, ha approvato ieri l'accordo di pace per il Nord Irlanda a un congresso straordinario svoltosi a Dublino e ha poi votato - 331 voti su 350 - la modifica dello Statuto che fino a ieri impediva ai suoi politici di prendere parte a qualsiasi assemblea in Ulster. «Un passo gigantesco», ha ammesso il deputato unionista Ken Maginnis, tradizionale avversario dei nazionalisti cattolici: «Perché in qualsiasi salsa essi presentino quella decisione, resta il fatto che hanno sancito una soluzione di spartizione». Quello che conta è che, a meno di due settimane dai due referendum, a Nord e a Sud del confine, il Sinn Fèin formalizza la sua appartenenza al partito del sì e contribuisce quindi al probabile successo del lungo e faticoso processo di pace. «Abbiamo aperto la via del futuro», ha detto ieri Gerry Adams, il presidente del Sinn Féin, raggiante dopo l'esito del voto: «La stragrande maggioranza degli irlandesi vuole la pace». E poco importa che, a un mese esatto dall'accordo di Stormont, il Sinn Féin e l'Ira abbiano da confrontarsi con la «Vera Ira», nata dalla scissione di un gruppo estremista e già protagonista nella notte fra sabato e domenica di un fallito attentato contro una stazione di polizia nella cittadina di Belleek. «Questo - ha dichiarato ieri Tony Blair con un comunicato significa che il Sinn Féin accetta l'accordo nella sua interezza sui principi del consenso. Significa anche l'accordo per un processo in cui non c'è assolutamente spazio per la violenza o per la minaccia di violenza». Ed è Droprio per scongiurare la minaccia delle frange più oltranziste che governo britannico e Ira si trovano paradossalmente a combattere in queste ore la stessa battaglia. Non ovviamente coordinando le loro azioni: ma sia le squadre d'ordine repubblicane, sia le «teste di cuoio» di Londra stanno dando la caccia ai 50 o 100 uomini della «Vera Ira», per neutralizzare il nuovo movimeuto nella rincorsa finale ai referendum. Per la prima volta, sottolinea l'Express on Sunday, «le Sas e l'Ira danno la caccia alla stessa preda». La scorsa settimana il comi- tato militare dell'esercito repubblicano aveva dato il suo benestare all'accordo di Stormont, invitando il Sinn Féin a ratificarlo. Evidentemente è stata per un'ala dell'Ira, quella dei «falchi», l'ultima goccia; come dimostrano le minacce di sabato da parte degli scissionisti («Una macchina da guerra sarà nuovamente diretta contro il governo britannico») e l'attentato di Belleek, in cui due obici di mortaio hanno però mancato l'obiettivo. Gli unionisti s'indignano per la presenza, al congresso del Sinn Féin, di quattro terroristi vigorosamente applauditi - rilasciati per l'occasione dal go¬ verno di Dublino: uomini che negli Anni Settanta avevano partecipato a numerosi attentati alla bomba in Inghilterra e il cui leader Hugh Doherty fratello del vicepresidente del Sinn Féin Pat Doherty - si è dichiarato «né piegato né sconfitto». Ma proprio la loro presenza, come quella di Padraig Wil¬ son che è il comandante Ira all'interno dal carcere del Maze da cui ha avuto ieri un permesso straordinario, dimostra che il mondo repubblicano sta davvero cambiando tattica. Anche i terroristi del passato, infatti, hanno sostenuto il partito del sì. «Stiamo muovendoci verso territori inesplorati - ha ammesso ieri Adams -. Ma lo stesso vale per i governi di Londra e di Dublino. Per questo voglio uno sforzo davvero su scala nazionale da parte del Sinn Féin in vista di questo cruciale appuntamento elettorale». Resta tuttavia, anche dietro l'ottimismo e i gesti di buona volontà, il problema delle armi. «L'Ira - ha detto ieri Adams - ha indicato con chiarezza che non le consegnerà. E lo stesso hanno fatto tutti gli altri gruppi». Sono le schermaglie di sempre; come l'altra affermazione di Adams secondo cui «siamo di un passo più vicini all'unificazione irlandese». Tutto perché, al referendum, trionfi il sì. Fabio Galvano Martin McGuìnness (a sin.) e Gerry Adams (destra) accolgono Hugh Doherty, terrorista appena liberato dal governo inglese, al congresso del Sinn Féin [FOTO AP]

Luoghi citati: Dublino, Inghilterra, Londra, Nord Irlanda, Ulster