Un attore per le Filippine

Un attore per le Filippine In 34 milioni oggi alle urne: Joseph Estrada, sessantunenne, è stato negli ultimi sei anni il vice di Fidel Ramos Un attore per le Filippine E' ilfavorito alle Presidenziali MANILA. Fiesta, kermesse, parate di stelle e di campioni dello sport, notti da Oscar in piazza, tripudio di folle, tifoseria, promesse, canti e danze. Così, fino a sabato notte - quando si è chiusa la campagna per le elezioni presidenziali per le quali sono oggi chiamati alle urne 34 milioni di filippini. E ieri, cessati gli show, tutti in chiesa, a pregare che nessun incidente turbi oggi le votazioni, che i militari restino in caserma fuori dai giochi, e che non si facciano troppi brogli nei conteggi. Il cardinale Jaime Sin ha presieduto una concelebrazione ecumenica a questo scopo, con pastori protestanti, monaci buddisti, esponenti musulmani. I risultati si avranno tra settimane, ma tra i dieci candidati le previsioni danno sicuramente vincente un attore di second'ordine, Joseph Estrada, 61 anni. Verso di lui il cardinale non ha mai nascosto la sua avversione, ma si rassegna ad accettarlo, pur dicendo che «la scelta degli elettori non sarà il meglio per il Paese». Sabato notte, attorniato da stelline, cantanti, ballerine, campioni di baseball, star televisive, Estrada ha concluso la sua campagna sulle note di una canzone che è stato una sorta di inno per tutte le sue manifestazioni, l'hit hollywoodiano in tutto il mondo: il motivo dal film Titanio. Sono in molti a temere che la sua ascesa possa voler dire il naufragio, se non della fragile democrazia, di una politica che dopo i decenni di corrotta dittatura di Marcos e l'inetta Corazon Aquino aveva rimesso le Filippine sulla via dello sviluppo. Nella campagna e nel suo esito si riassumono la storia delle Filippine e la loro cultura, secoli di dominazione spagnola e cinquant'anni di dominio americano. Hollywood e convento, America Latina in Asia, tropicali Quinte Avenues di seconda classe e moltitudini di poveri di prim'ordine. H motivo di un naufragio per un nuovo presidente: che importa, sempre grande hit è. Hollywood stravince in elezioni che sono state soprattutto grande show. Si vota anche per vari seggi parlamentari e per enti locali: 17.340 cariche con oltre centomila candidati, tra cui un migliaio di attori, starlette, cantanti, idoli sportivi. Dietro i lustrini, manipolazioni. Il governatore di Mindanao denuncia che in varie province le liste degli elettori comprendono di tutto: «Morti, topi e millepiedi». Trucchi permettendo, l'ascesa di Estrada completa l'imitazione del modello americano. Là Reagan, qui lui. Estrada è popolare per il suo ruolo in decine di film di second'ordine: quello di un Robin Hood dei Tropici, che toghe ai ricchi per dare ai poveri, cancella ingiustizie, sistema malvagi, sfruttatori, corrotti. Per oltre dieci anni sindaco d'una grossa città, poi anche senatore, è stato negli ultimi sei anni vicepresidente con Fidel Ramos, ma opposto a lui, dato che presidente e vice corrono separati e in contrasto. Fedele al suo ruolo, si è occupato di lotta a criminalità e corruzione. Massiccio, corpulento, gran baffoni, usciva in perlustrazioni notturne con la pohzia, ad agguantar balordi; in una conferenza stampa in diretta televisiva ha ammanettato due ufficiali per corruzione. Ha una deci¬ na di figli dalla moglie e un'altra decina da altre donne. Di pochi studi e di scarso inglese, parla in dialetto o in malfermo tagalog, l'artificiosa lingua creata per cercare di far comunicare tra loro le popolazioni di settemila isole. Per le sue scarse virtù famigliari è avversato dalla Chiesa, che con la Aquino ha sostenuto Alfredo Lim, già sindaco di Manila. Per il suo populismo demagogico è avversato da parte del grande capitale che gli preferisce Jose de Venecia, sostenuto dal presidente uscente Ramos, con cui ha fatto una politica grazie alla quale il Paese aveva ripreso uno sviluppo su cui si è poi abbattuta la crisi asiatica, pur con effetti meno devastanti che altrove. Ma le moltitudini vanno in delirio per Estrada e le sue promesse: «Cibo su ogni tavolo», redistribuzione della ricchezza, e in galera profittatori, banditi, corrotti. Soluzioni semplici per problemi complessi, ma nel suo semplicismo demagogico, nei suoi difetti, nella sua impreparazione le folle si riconoscono: non sa giocare a golf e non sa stare a tavola, meglio; lo sentono dei loro perfino se allunga le mani su belle donne: che sarà mai, anche Clinton lo fa. Parte del grande capitale, in primo luogo il cugino di Corazon Aquino, si è schierato da subito con lui; e a suo sostegno si sono messi accademici, guru, ciarlatani, ex comunisti. Lui si è impegnato a confermare alcuni ministri, e a chiamare al governo dei tecnocrati. Ma confermando che agirà in prima persona nella lotta alla malavita e alla corruzione. Malgrado l'entusiasmo per il motivo del Titanic, la sua presidenza potrebbe non essere un naufragio. Di certo, non sarà noiosa. Fernando Mozzetti Molto popolare ha interpretato il ruolo di un Robin Hood asiatico In molti temono che la sua ascesa possa rappresentare il naufragio della politica economica Joseph Estrada è molto famoso nelle Filippine per avere recitato in decine di film

Luoghi citati: America Latina, Asia, Filippine, Manila, Marcos