«Socialisti, rialzate la lesta»

«Socialisti, rialzate la lesta» Si è concluso il congresso di Fiuggi con l'elezione del presidente del nuovo soggetto politico della sinistra «Socialisti, rialzate la lesta» Bosetti: stop alla diaspora, tutti nell'Ulivo FIUGGI. Enrico Boselli è stato eletto ieri, per acclamazione, presidente dei Socialisti democratici italiani, la nuova formazione politica che si pone l'obiettivo di mettere fine alla diaspora socialista. Impresa ardua, perché, come ha spiegato subito Boselli, dalla tribuna delle assise di Fiuggi, la vera diaspora, quella che gli «Sdi» intendono recuperare a tutti i costi, riguarda gli elettori italiani. «Sì - ha spiegato lo stesso neo presidente del partito - è quella dei tre milioni di elettori che hanno lasciato la sinistra per andare altrove. Questo è il senso della nostra iniziativa, non far rinascere un partito o un partitino che giustifichi un gruppo dirigente». La formazione politica che è nata ufficialmente ieri a Fiuggi trae origine dai socialdemocratici di Schietroma e da due diversi spezzoni socialisti: quello del Si di Boselli e Ottaviano del Turco e quello del Ps di Ugo Intini, ex portavoce di Bettino Craxi. Restano fuori Gianni De Michelis e i suoi, a cui pure il neopresindente Boselli ha rivolto un appello in vista del congresso fissato per il febbraio prossimo. Ma nell'organismo di presidenza dei Socialisti democratici italiani vi saranno anche personaggi come Claudio Martelli, che ha partecipato alle assise di Fiuggi. Assise all'insegna dell'austerità, perché i tempi degli sfarzosi congressi craxiani sono ormai passati. Tant'è vero che il costo di Fiuggi è stato limitato: centottanta milioni. Uno stile spartano e un allestimento ridotto all'osso hanno permesso agli «Sdi» di non far lievitare le spese. La macchina organizzativa, per esempio, era composta da una trentina di militanti, tutti volontari, che hanno assicurato il servizio d'ordine, mentre quindici ragazzi della federazione giovanile hanno venduto i gadget al Palaterme di Fiuggi. La sfida che il nuovo partito si pone è quella indicata dallo stesso Boselli nella sua relazione conclusiva, e cioè far sì che alle elezioni europee del 1999 «gli elettori trovino sulle proprie schede CATANZARO. Il Mistico bis non ha retto e la Calabria è praticamente senza giunta regionale. Il presidente, Giuseppe Nisticò, di Forza Italia, e i due assessori forzisti, Pino Gentile e Luigi Fedele, presenteranno oggi le dimissioni nella riunione di giunta appositamente convocata. La decisione è stata presa ieri, in una riunione del gruppo regionale di Forza Italia, nella quale è emerso che, nonostante l'impegno dei partiti del Polo a livello nazionale, «esiste una frantumazione dei partiti e dei gruppoi consiliari a livello regionale, di cui non si può che prenderne atto». E a distanza di qualche ora dal comunicato di Forza Italia è arrivato anche quello di Alleanza Nazionale: «Constatata l'impossibilità di riconferma della maggioranza che sostiene la giunta Mistico», i tre assessori di an, Roberto Caruso, Domenico Rizza e Michele Traversa, hanno deciso di dimettersi, così com'era stato per altro deciso in una riunione presieduta nei giorni scorsi a Roma da Fini in persona. An, delle liste socialiste». Ma ciò sarà possibile soltanto se il dibattito interno non sfocerà in nuove divisioni. Divisioni che ci sono, sebbene non siano laceranti. Infatti, sia Boselli che Schietroma ritengono che gli «Sdi» debbano restare ben radicati nell'Ulivo, anche se entram¬ bi sono più che convinti della scelta fatta di non aderire alla Cosa due. Con il partito di Massimo D'Alema vogliono avere un rapporto dialettico e aperto. Ugo Intini la pensa diversamente, e lo ha detto chiaramente a Fiuggi. Secondo l'ex portavoce di Craxi l'attuale bipolarismo è finto, di qui l'insolita proposta di mettere in piedi una grande coalizione che vada dai democratici di sinistra a Forza Italia. Una simile aggregazione, secondo Intini, servirebbe a eliminare «le quattro anomalie italiane», e, cioè, la sinistra massimalista, i post-fascisti, il sepa- ratismo leghista e il dipietrismo. Solo allora si potrebbe eleggere un'Assemblea costituente che consentirebbe la nascita di un vero bipolarismo. In parole povere, nell'Ulivo Intini soffre, ma non avendo dalla sua i numeri, visto che Boselli gode di un' amplissima maggioranza, ha già fatto sapere che se finirà in minoranza, nel prossimo congresso di febbraio, lui di certo non se ne andrà. Nel nuovo partito sembra quindi prevalere uno spirito unitario, anche perché la fi ne fatta dai socialisti italia ni, tra divisioni e lacerazio ni, è un monito costante per la formazione di Boselli. E uniti i «Socialisti democratici italiani», pur non saltando l'appuntamento con le amministrative di maggio, troppo vicine per presentarsi con liste autonome, si preparano al vero obiettivo: la conta delle europee del prossimo anno. [r. r.] Giuseppe Nisticò presidente della Regione Calabria Enrico Boselli eletto presidente dei Socialisti democratici italiani