Andreotti-Scalfaro, duello su Moro

Andreotti-Scalfaro, duello su Moro Quasi una «sfida» al Presidente, che si era chiesto: i mandanti del sequestro sono conosciuti? Andreotti-Scalfaro, duello su Moro 77 senatore: promuova un 'altra indagine ROMA DALLA REDAZIONE Giulio Andreotti non ci sta. La «riapertura» del caso Moro, seppure proveniente dall'autorevole voce del Capo dello Stato, non lo convince. E così col solito ricorso alla provocazione tra il soft e l'ironico - risponde a Scalfaro senza dare l'impressione di cercare una contrapposizione frontale. Il Presidente della Repubblica, commemorando alla Camera lo statista ucciso dalle Br, si era chiesto se nei processi che si sono celebrati sono «comprese le intelligenze criminose che scelsero, mirarono e centrarono il bersaglio in quel momento politico essenziale». Chiaro il riferimento alla mai risolta questione dei «mandanti» e delle responsabilità del cosiddetto «partito dell'intransigenza» contrapposto e vincente rispetto al «partito della trattativa». Ieri, affidata ai microfoni di una radio privata (Rtl), la reazione di Giulio Andreotti: «Penso sia giusto che sulla vicenda di Aldo Moro il Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro attivi, nei modi che riterrà opportuni, una nuova indagine molto approfondita su tutta la storia». Potrebbe sembrare, questa, una «normale richiesta», se non fosse stata preceduta dall'eloquente assenza di Andreotti durante le cerimonie per la commemorazione nel ventennale della morte di Aldo Moro e se non fosse seguita, la dichiarazione dell'ex presidente del Consiglio, da una puntigliosa precisazione. «Penso sia giusto - ha ripetuto Andreotti - aprire un'indagine nuova perché quelli di noi che hanno sofferto in prima persona il senso della sconfitta respingono in senso più totale le asserzioni di questi giorni». Quindi anche quelle di Scalfaro. «Bisogna fare luce - ha aggiunto Andreotti -, una luce suppletiva, senza guardare in faccia a nessuno». E' evidente la distanza tra le parole di Andreotti - insieme con Cossiga assente sia alla messa celebrata nella Chiesa del Gesù, sia alla commemorazione di Montecitorio - e il tenore dei discorsi tenuti dalle più alte cariche dello Stato, a proposito della possibilità che l'uccisione di Moro sia stata eseguita dalle Br ma voluta da una sorta di eterodirezione strategica. Giulio Andreotti ha poi precisato ai cronisti di Rtl di non ritenere importante la scelta degli organismi (magistratura o Parlamento?) a cui affidare l'indagine suppletiva. «I modi - ha detto - non sono importanti. Quello che conta è che su questa vicenda o si è in grado di fare piena luce sul serio, oppure si deve smettere di fare questa grande semina di dubbi». Eppure è convinto, l'ex presidente del Consiglio, che non si conosce ancora tutta la verità sulle Brigate rosse. «Sono molti - ha ammesso - gli aspetti che non sono stati individuati su di loro, sia per quanto riguarda le persone, sia per quanto concerne la loro programmazione». Sui cosiddetti «mandanti occulti» dell'assassinio di Aldo Moro, il senatore a vita si limita a chiedersi e a chiedere «perché si parla sempre di un'intelligenza esterna alle Br?». E che pensare del presunto coinvolgimento, nella vicenda Moro, di servizi segreti italiani e stranieri? Andreotti ricorda che «Aldo Moro aveva grandissimi agganci con gli Stati Uniti». Il senatore, quindi, non si sottrae a dire la sua quando gli chiedono del generale Vito Miceli, iscritto alla Loggia P2 e capo del Servizio d'informazione militare dal 1970 al 1974: «Miceli godeva totalmente della fiducia di Aldo Moro. Quando l'ufficiale fu arrestato lo stesso Moro protestò fortissimamente nei confronti del governo». Sull'intervento di Andreotti ha preso la parola il presidente della Commissione stragi, Giovanni Pellegrino che definisce «senza senso» la richiesta del senatore a vita di avviare un'altra inchiesta. «Molte delle cose - sostiene Pellegrino che si dovevano sapere sull'omicidio dello statista de e sulle stragi che hanno insanguinato l'Italia si conoscono. Occorre solo che le istituzioni le rendano note una volta per tutte in via ufficiale». Il Capo dello Stato - insiste ancora Pellegrino - ha confermato che la vicenda Moro non può chiudersi e spiegarsi solo con la storia delle Br. E' importante che lo abbia detto. Ma noi lo sapevamo. L'Italia è l'unico Paese al mondo che ha paura della propria storia». A sinistra il senatore a vita Giulio Andreotti Qui sopra il presidente della Repubblica Scalfaro mentre commemora Aldo Moro a Montecitorio

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