la regata vip ora è maggiorenne

la regata vip ora è maggiorenne Premiato Olivier de Kersuason detentore del record del giro del mondo la regata vip ora è maggiorenne Portofino: 130 velieri alla diciottesima edizione PORTOFINO DALL'INVIATO Le barche (130), la piazzetta affollata (quest'anno vanno le maglie a rigoni cremisi e bianco, secondo il diktat Zegna), focaccia (salata), champagne (Veuve per i vip), lo spettacolo notturno con gli acrobati volanti. Portofino celebra per la diciottesima volta il rito rassicurante della vela. L'altezza media degli alberi delle barche è diminuita: segno dei tempi che cambiano. Sono pochi i velieri di oltre 20 metri che qualche anno fa invece incorniciavano imponenti la banchina. «Non ha più senso - dice l'armatore di Boa Bunda (Wally 60), Alessandro Tonolli -, 25 persone di equipaggio e 20 metri di scafo sonc troppo onerosi. I veri maxi yacht sono esclusiva degli americani che possono permettersi un budget di 700-800 mila dollari all'anno. Meglio un monotipo di 8-10 metri per divenirsi in regata». Non è d'accordo Ernesto Gismondi che ha affidato a Pelaschier il timone del suo Edimetra: «Se parto per primo con un grande timoniere, sto davanti a tutti per tutta la regata e arrivo primo con un equipaggio agguerrito e contento non le pare che 20 metri siano più che sufficienti per divertirsi?». Grandi o piccoli, per fortuna, qui non fa nessuna differenza. «Portofino avvicina la gente alla vela», afferma il velaio e skipper Beppe Zaoli e ha ragione. In mare tutti gli equipaggi tritano acqua e vento con determinazione e una grandissima voglia di esserci. Si combatte all'ultimo re- folo e ci si arrabbia molto se la giuria sospende la regata. «E' un gran bello spettacolo, in mare e a terra», commenta Olivier de Kersauson. Certo, lui è abituato ad altri paesaggi: le case grigie di Bretagna e gli scogli neri scolpiti dall'oceano. Lui è uno dei più esperti navigatori al mondo, un vero lupo di mare che la Zegna ha voluto premiare come fa da anni con grandi e giovani campioni. Olivier e il mare. Tanto per dirne una, la più importante, è l'uomo che con un multiscafo e con un equipaggio detiene il record del giro del mondo. Ci aveva provato due volte ma aveva dovuto rinunciare per avarie. La terza volta ha battuto quel Peter Blake che tra un anno deve difendere anche la Coppa America in Nuova Zelanda. Olivier ha fatto il giro in 71 giorni. Sarà difficile battere il suo record. Che cos'è un record? Ha senso rischiare la vita per un record come è accaduto recentemente in Atlantico? «Non c'è nulla per cui valga la pena perdere la vita - risponde - ma se qualcuno mi dice fin lì non puoi andare, forse a me viene voglia di provarci. Se parto è perché so che non posso restare, fermarmi sarebbe una sconfitta. E' un fatto culturale che investe non soltanto lo sport. E' l'essenza deU'awentura. E l'incidente fa parte del gioco». Quante barche? Almeno 100. Quante miglia? Non si contano più alla sua età. De Kersauson non sa rispondere a queste domande ma continua a navigare: «La vela e il mare per me sono una continua ricerca», questo sole molle di Portofino, la gente che va e viene lo indispongono. Ha voglia di ritornare sull'oceano. Piaciuto Portofino? Sorride, è come la Bentley a confronto con una Ferrari. «A proposito, mi sa dire come è andata la Ferrari?». Irene Cablati Olivier de Kersuason vince il premio «Una vita per la vela»

Persone citate: Alessandro Tonolli, Beppe Zaoli, Ernesto Gismondi, Pelaschier, Peter Blake, Zegna

Luoghi citati: America, Nuova Zelanda, Portofino