Anche Benetton con Cacciari nella sfida del Nord-Est di Cesare Martinetti
Anche Benetton con Cacciari nella sfida del Nord-Est VERSO LE Treviso: l'industriale, a sorpresa, alla convention del «Movimento federalista» Anche Benetton con Cacciari nella sfida del Nord-Est TREVISO DAL NOSTRO INVIATO La bandiera con il Leone e Luciano Benetton, l'emblema della vecchia Serenissima e un uomo simbolo dell'imprenditoria veneta. Con queste due novità apparentemente solo casuali Massimo Cacciari si è presentato ieii qui a Treviso per la conferenza programmatica del suo Movimento del Nord-Est che nessuno, a cominciare da lui, chiama più «partito catalano». Ma a quattro mesi dall'incontro di Mestre quando venne presentato il manifesto del movimento, siamo ancora ai «preliminari», mentre incombono elezioni locali nelle quali il movimento o non partecipa, o sta con l'Ulivo, o sta accanto all'Ulivo. Insomma sotto il cielo politico del Nord-Est contmua ad agitarsi la solita confusione che il presidente degli industriali trevigiani Nicola Tognana venerdì ha provato a dirimere proponendo ai leader dei tre poli (Cacciari sindaco di Venezia per l'Ulivo; Giancarlo Galan, presidente della Regione di Forza Italia; Fabrizio Comencini della Lega) di unirsi in un «partito veneto» sempre più autonomista: «Lo vogliono ì veneti». Cacciari gli ha sostanzialmente risposto picche: «Tognana deve uscire dal generico e dire che tipo di federalismo vuole. Dovremmo metterci d'accordo comunque, oppure metterci d'accordo su un programma di base, finalmente federalista?». Alla prima ipotesi la risposta è no; alla seconda è che è quanto sta facendo il Movimento del NordEst che tra vai e vieni, salti e strappi, comunque cammina. E Cacciari, chiudendo la giornata, da professore un po' arrabbiato, ha rimesso i puntini sulle «i» del concetto di «trasversalità» che sta alla base dell'atto di fondazione del Movimento: «Trasversalità significa assenza completa di pregiudizi, volontà di dialogo. Non c'è una sola delle questioni di oggi che possono essere affrontate con la lingua del passato. Dunque fuori i progetti e le idee sulle cose concrete. Non credo che i Tognana o i Benetton vogliano la demagogia della secessione». Il problema non è destra o sinistra, leghisti o non leghisti, dice Cacciari. Ma intanto recupera la gloriosa bandiera del Leone («Simbolo di cosmopolitismo, non una barzelletta»), facendola appendere a tutte le pareti della sala del cinema Edera. E subito vien da pensare ai Serenissimi, gli otto che un anno fa hanno dato la scalata al campanile di Venezia. Due settimane fa sono usciti dal carcere, dopo un patteggiamento con lo Stato ottenuto anche grazie al «perdono» del sindaco Cacciari che aveva indi¬ rizzato loro una lettera piena di buona volontà per capire anche le loro ragioni. Insomma, un'operazione simbolica complessa, che Giuseppe Bortolussi, direttore della potente associazione degli artigiani di Mestre, presente da osservatore al convegno del Nord-Est, non ha mancato di sottolineare: «La grande intuizione di Cacciari è quella di tenere la porta aperta a tutti: gli industriali, i centri sociali, i sereriissimi». Semmai il problema del Movimento, dice Bortolussi, è quello di «capire bene la cultura del lavoro veneta, mentre mi pare che i programmi siano un po' generici e dicano cose che vanno bene per il Nord-Est, come per il NordOvest: qui invece la realtà è particolare». Anche Luciano Benetton se l'è presa con quel programma «un po' fumoso», ma ha voluto far sapere di voler dare il suo appoggio al Movimento, per gli «argomenti effettivi e per la qualità delle persone». Per il resto? «Speriamo bene». Ma il tempo stringe, i «preliminari» si prolungano un po' troppo e imo come Maurizio Fistarol, sindaco di centro sinistra di Belluno, mostra un po' di nervosismo: «0 governiamo o non esistiamo. O si fa un movimento da 30% dei voti, o non se ne parla nemmeno. Il problema è che l'Ulivo non esiste, o meglio è il governo Prodi e basta... se fosse una cosa seria, non ci sarebbe bisogno di questo movimento». E' chiaro che la concretezza dello scontro politico mette a dura prova la resistenza del progetto. Il 24 maggio si vota a Rovigo, Treviso e Verona, per esempio. A Rovigo ci sarà un candidato del Nord-Est, ma che è il sindaco uscente (e fortissimo) dell'Ulivo. A Treviso ci sarà invece un candidato in concorrenza a quello dell'Ulivo. A Verona non ci sarà un candidato del Movimento. Un bel guazzabuglio a cui Cacciari ha dato una risposta di maniera: «Non importa se prendiamo 1' 1 o il 99 per cento dei voti: io vorrei che fosse apprezzata la novità del nostro movimento». Che sarebbe un «movimentismo» orizzontale: «federiamoci tutti», associazioni, club, gruppi, «facciamo come fa la Lega, discutiamo dei nostri problemi ogni giorno nei bar, allo stadio, negli uffici». Il Movimento o parte dalla base, o non sarà. Cesare Martinetti Il sindaco di Venezia Massimo Cacciari alla Convention di Treviso
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