«Gelli in fuga chiese aiolo a Craxi»
«Gelli in fuga chiese aiolo a Craxi» L'ex leader psi replica ridendo: è qui con me, vengano a prenderlo. Flick: inchiesta sulla Cassazione «Gelli in fuga chiese aiolo a Craxi» Ma il suo medico: forse si è ucciso I ROMA. Fuggito con l'aiuto di Bettino Craxi, o forse suicida per la paura e la depressione. Nel giallo di Lido Geni, scappato non si sa quando da Castiglion Fibocchi, si affacciano due ipotesi nuove. Un uomo, autodefinitosi «un professionista», ha parlato ieri con una tv locale toscana. Un'intervista strana, quasi misteriosa, con l'uomo ritratto di spalle dalle telecamere di Teletruria. «Da vent'anni sono amico di Licio Gelli e di Bettino Craxi - ha rivelato, rifiutandosi di dire il suo nome -. Ad aprile sono stato due volte ad Hammamet: la seconda volta ci sono andato insieme a Raffaello Gelli, il figlio di Licio. Raffaello mi disse che il padre voleva chiedere aiuto a Craxi...». L'ex leader del psi, raggiunto ieri sera al telefono della sua casa tunisina, ha replicato con una battuta: «Gelli? E' qui da me. Perché non lo vengono a prendere?». Poi, tornato serio, ha smentito seccamente: «Sono tutte sciocchezze: io, a differenza di altri, non ho mai avuto il piacere di conoscere il signor Licio Gelli. Tantomeno il figlio, che non so neppure come si chiama: non è stato qui da me ad aprile, non l'ho né visto né sentito...». L'anonimo professionista, che ha detto soltanto di abitare in una città del Lazio, è stato subito interrogato dalla Digos di Arezzo, dove pare abbia confer- mato la sua versione. A Teletruria aveva rivelato un particolare importante: «Non so quale sia stata la risposta di Bettino. So di certo che il giorno dopo, il 29 aprile, Raffaello mi disse che Licio Gelli non era più a Villa Vanda. Voleva anche dirmi dove si era trasferito, ma ho preferito non saperlo. Magari avrebbero finito per incolpare me...». Un colpo di scena, che si è aggiunto all'allarme lanciato in mattinata da Francesco D'Angelo, il medico di fiducia del venerabile: «Oltre che di cuore - aveva detto - Licio Gelli soffre anche di crisi depressive. La possibilità che si sia tolto la vita non è affatto da escludere: quando uno è in uno stato come il suo può fare di tutto. Le ragioni della depressione? Sarebbero tante e molte non le posso dire. E' un insieme di cose, le preoccupazioni giudizarie, la famiglia, la morte della moglie...». La presunta depressione di Gelli compare anche in uno dei numerosi documenti che gli avvocati di Gelli hanno fatto avere al tribunale di sorveglianza, per dimostrare 1'«incompatibilità» del loro cliente con la prigione. In uno di questi, firmato dal dottor D'Angelo, si parla testualmente di uno «stato depressivo che si manifesta con profonda melanconia e prostrazione esistenziale, che lo portano a sviluppare una preoccupante ideazione autosoppressiva». Il dottor D'Angelo sembra escludere la possibilità di una fuga, almeno senza il concorso di qualche elemento esterno: «E' già difficile per una persona in condizioni normali organizzarsi per scappare - spiega - se poi è malato e depresso, è assai più difficile. Non so cosa può succedere ad un uomo nelle sue condizioni: se adesso è solo, mi preoccupa ancora di più. Se è vicino ad un medico o ad un amico, invece, un pochino lo possono aiutare...». La sparizione del fondatore della loggia P2, intanto, continua a sollevare polemiche. Ieri il ministro della Giustizia ha detto di non avere nessuna intenzione di dare le dimissioni, come chiesto a più voci dall'opposizione. «Quando sarà il momento di andarmene - ha detto Giovanni Maria Flick - sarò io a farlo un minuto prima che altri me lo chiedano». Nessun paragone con la recente vicenda del Belgio, quando una fuga di poche ore del mostro di Marcinelle ha provocato dimissioni a catena: «C'è una grossa differenza ha spiegato D ministro -, lì si trattava di una persona detenuta che è evasa, in casi come questi si può porre un problema di responsabilità pohtica e di effi¬ cienza del sistema. Quella di Gelli, invece, era una situazione diversa sulla quale stiamo lavorando». Ieri Flick ha disposto una inchiesta presso la Cassazione per accertare quali procedure siano state seguite e in quali tempi. «Anche alla luce di una circolare molto precisa spiega Flick - emanata dal presidente della Suprema Corte nel '91 proprio per regolare questo tipo di situazioni. In ogni caso, il governo riferirà in Parlamento sul caso Gelli al più presto. Forse già martedì». [g. tib.] La Digos interroga un professionista «Ho accompagnato io il figlio dell'ex Venerabile ad Hammamet» I Licio Gelli A sinistra il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick
Luoghi citati: Arezzo, Belgio, Castiglion Fibocchi, Hammamet, Lazio, Roma, Teletruria
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