Il sangue dei bimbi non rompe il silenzio
Il sangue dei bimbi non rompe il silenzio Grave il fratellino della bambina uccisa con il nonno. Erano su un'auto che i killer credevano fosse del boss rivale Il sangue dei bimbi non rompe il silenzio Nessuno collabora per l'agguato dell'altra sera in Calabria REGGIO CALABRIA. Condizioni gravi e stazionarie. Giuseppe, 7 anni, lotta per la vita nel reparto di rianimazione degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. E' sotto l'effetto di sedativi, con il corpo disseminato di ferite di proiettili di mitraglietta e di panettoni, quelli che in Calabria si usano per la caccia grossa e per gh' agguati di 'ndrangheta. Giuseppe Ansatone è il più giovane dei superstiti della strage di Oppido Mamertina, costata la vita, venerdì sera, a quattro persone, tra le quali la sorellina Mariangela, di un anno più grande, e il nonno Giuseppe Maria Biccheri. Il più giovane dei superstiti; gli altri sono la madre, Franca Biccheri, di 31 anni e la nonna, Annunziata Pignataro, cinquantenne. Sono tutti e tre gravi. Anche se le maggiori preoccupazioni le danno le condizioni del piccolo Giuseppe e della giovane mamma, quest'ultima ricoverata nell'ospedale di Polistena, dopo che un proiettile le ha quasi reciso un'arteria. C'è stato l'inferno, l'altra sera, a Oppido, in piazza Salvatore Albano, dentro e fuori la macelleria nella quale sono stati uccisi i cugini Giovanni Polimeni e Vittorio Rustico, 22. e 21 anni, considerati dagli investigatori le vittime predestinate della strage. Già, l'ipotesi che s'era fatta nelle immediatezze della strage diventa sempre più solida: ima volta uccisi i due giovani, i killer (sarebbero stati due, più un complice ad attenderli per la fuga, probabilmente in auto) sono usciti in strada e quando hanno visto avvicinarsi la Croma grigio metallizzato guidata da Giuseppe Maria Buccheri - ex cassintegrato e da qualche tempo assunto al Comune di Oppido come autista hanno creduto che in quell'auto ci fossero parenti di Giovanni Polimeni ed hanno aperto il fuoco. Senza pensarci più di tanto. Nella macelleria, al numero civico 9, davanti alla quale ancora ieri c'erano grandi macchie di sangue miste ai frantumi di mia delle porte a vetro, c'era anche un fratello di Giovanni Polimeni, scampato alla strage perché si trovava dietro il bancone. L'uccisione di Polimeni, nella macelleria di famiglia, e del cugino sarebbe da leggere nello scontro tra famiglie che a Oppido fa morti ammazzati da più di quindici anni. Gli investigatori ammettono che è questa la pista più battuta, l'ipotesi più verosimile. Nella macelleria e attorno alla Croma, la Scientifica ha contato una sessantina di bossoli di mitraglietta calibro 9x21 e di cartucce di fucile calibro 12. Le indagini vanno avanti «senza risparmio di energie», dice il procuratore Costa; ma anche con «una barriera di omertà impressionante», lamenta un ufficiale dei carabinieri: «Li hanno visti sparare, ma nessuno ci ha detto se sono scappati a piedi, in moto, in auto». Ieri sono state fatte le autopsie sui corpi della piccola Mariangela e del nonno. La relazione del perito si avrà entro 60 giorni, per quel che può servire. Basilio Ansalone, 35 anni, autotrasportatore, fa la spola tra Polistena e Reggio, per cercare di stare vicino il più possibile alla moglie Franca e al figlioletto, e intanto piange la sua Mariangela. Il Consiglio comunale di Oppido ieri si è riunito in seduta straordinaria, insieme ai sindaci dei Comuni vicini, al vescovo, monsignor Antonio Crusco. Una riunione per dare corpo allo sgomento, alla paura, alla rabbia. Il giorno dei funerali di Mariangela, ancora non fissati, ci sarà il lutto cittadino in tutti i 33 paesi della Piana di Gioia Tauro. Don Pierino Gelmini, che nella zona ha una delle sue comunità, ha offerto un contributo di 50 milioni alla famiglia di Mariangela. Agli Ospedali Riuniti di Reggio si aspetta il bollettino dei medici sulle condizioni di Giuseppe, che rischia la paralisi per una lesione alla colonna vertebrale. Rocco Valenti Una faida che dura da 15 anni Un carabiniere «Omertà incredibile» Sopra la macelleria dove sono stati uccisi i due giovani In basso la piccola Mariangela Ansalone, vittima innocente della strage di mafia
Luoghi citati: Calabria, Comune Di Oppido, Gioia Tauro, Oppido Mamertina, Polistena, Reggio, Reggio Calabria
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