Ambiente, braccio di ferro nei governo di Francesco Grignetti

Ambiente, braccio di ferro nei governo Primo vertice ieri con Prodi, l'esecutivo chiede che ci sia «un'unica cabina di regia» Ambiente, braccio di ferro nei governo Sulle competenze è scontro fra i ministri Ronchi e Costa ROMA. I ministri litigano tra loro. E per il momento il governo non decide. Di fronte allo choc per la catastrofe in Campania, e pressati dall'eco di una imponente manifestazione di ambientalisti e sindacati (oltre centomila persone chiamate in piazza dalle associazioni ecologiste, da Cgil e Cisl, Coldiretti, Acli e Arci) ieri pomeriggio Romano Prodi ha voluto presiedere di persona un summit tra ministri per venire a capo dell'inefficienza e dei conflitti di competenza che regnano sovrani in materia di frane e alluvioni. Ci vuole una «cabina di regìa unica», è lo slogan del governo. Ma le posizioni sono molto differenti quando si tratta di decidere chi sarà il regista. Si contrappongono due ipotesi, una del ministro all'Ambiente Edo Ronchi (verdi) e un'altra del collega ai Lavori Pubblici Paolo Costa (tecnico prodiano). In buona sostanza, si può sintetizzare che Ronchi vuole istituire un superministero all'Ambiente che si occupi anche di territorio, questioni idrogeologiche e affini, soffiando competenze ai Lavori Pubblici. Costa, da parte sua, vorrebbe trasformare u suo dicastero in un superministero dei Lavori Pubblici, risucchiando competenze al ministero dei Trasporti e all'Ambiente. Tutti e due i ministri, peraltro, brandiscono la riforma Bassanini come un'arma contundente per dare torto all'altro. Prodi, appena rientrato dal viaggio negli Usa, ancora stralunato dal fuso orario, comunicato a tutti che sospendeva ogni altro impegno per l'emergenza, ha telefonato al presidente della Campania, Antonio Rastrelli, per dargli appuntamento lunedì. Quindi ha chiamato i ministri a raccolta. Ma non ha quasi mai parlato, raccontano. Ha ascoltato. Alla fine, capito che la questione è complessa, ha rinviato tutto alla settimana prossima. Lunedì si vedranno i tecnici dei vari ministeri. Martedì i ministri riunitisi oggi. Venerdì, al prossimo Consiglio dei ministri. Franco Bassanini farà una relazione. A sottolineare il carattere interlocutorio della riunione di oggi, il comunicato finale è quantomai stringato: «Il governo ha avviato l'esame di un programma di interventi». Prodi ha infine raccomandato ai ministri presenti di non alimentare polemiche e non dare interviste. Sollecitazione non di consuetudine, ma d'altra parte la discussione a porte chiuse, raccontano, in un paio di occasioni ha rasentato la rissa. Edo Ronchi spingeva per uscire al più presto con la decisione. Paolo Costa frenava. Il sottosegretario Barberi, delegato alla Protezione civile, minacciava le dimissioni se mai la prevenzione venisse tolta al suo dipartimento. E l'aveva detto già al mattino: «Non possiamo aspettare le calamità per intervenire. Qualcuno contesta che la Protezione civile si occupi di prevenzione, ma io me ne infischio. Mi interessa che le cose si facciano e che per fare questi interventi non si aspettino i morti: occorre farle prima». E' finita che le posizioni sono rimaste irremovibili. Ma siccome Ronchi era all'attacco e Costa in difesa, il rinvio oggettivamente è un risultato favorevole a quest'ultimo. Comunque Veltroni getta acqua sul fuoco delle impazienze. «Oggi è il tempo dell'emergenza, poi verrà il tempo delle responsabilità. Le zone interne dell'Italia meridionale sono state per troppo tempo saccheggiate e emarginate. Ormai la difesa del suolo e dell'ambiente assumono un'importanza prioritaria». Che sarebbe stata una riunione infuocata, s'era capito fin dal mattino, quando il ministro Costa annunciava: «E' sbagliato legiferare sull'onda dell'emozione. E bisogna coinvolgere tutti: soccombere alla logica dell'emergenza genera la logica commissariale, e al termine quella centralistica». Critica trasparente al collega Ronchi che due giorni prima s'era presentato con in tasca una bozza di decreto che trasferiva di botto i tecnici e le competenze al suo ministero. E che non nasconde la sua diffidenza verso le Regioni in materia ambientale. «Noi - sosteneva Costa - proponiamo un superdicastero delle Infrastrutture e del Territorio. Il modello di riferimento è il governo Blair. Lì si accorpa in una unica struttura centrale le opere, la difesa del suolo e dell'ambiente, le reti territoriali. Non dimentichiamo che sono stati trasferiti alle Regioni quasi tutti i compiti operativi». Francesco Grignetti Veltroni: oggi è il tempo dell'emergenza poi verrà quello delle responsabilità Si continua a scavare a forza di braccia tra le rovine di Sarno e affiorano oggetti delie famiglie rimaste sepolte nel fango

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