Impregilo prende il volo
Impregilo prende il volo Il PUNTO DEI MERCATI Impregilo prende il volo TRE nuovi acquisti e un flottante più ampio che, per la prima volta, fa scendere sotto il 50% i grandi azionisti, quelli - come dice il presidente Franco Carrara - che hanno più del 2% del capitale. Aspettando l'assemblea dei soci, il prossimo 25 giugno, ieri il consiglio d'amministrazione di Impregilo ha approvato bilancio e nuove acquisizioni. Tutto secondo copione. Già si sapeva dell'interesse di Impregilo per Fisia Italimpianti, 350 miliardi di fatturato, società del gruppo Fiat operante nel settore ambientale e, in particolare, negli impianti di dissalazione dell'acqua marina. Ieri la conferma: dal primo giugno la Fisia passerà (con un esborso di 22 miliardi) alla società presieduta da Carrara che, in questo modo, aumenterà e specializzerà la propria presenza nel comparto dei servizi per l'ambiente: «Un settore che, come dimostrano le esperienze di colossi esteri come la francese Generale des eaux - spiega Carrara - è uno degli sbocchi naturali delle imprese di grandi lavori». Punta sull'ambiente, l'Impregilo, ma anche sull'alta velocità dove operano le altre due neo-acquisizioni rese note ieri: la quota Federici (costo 7 miliardi) nel consorzio Cavit che sta realizzando il quadruplicamento ferroviario Firenze-Bologna e il ramo Opere speciali della Grassetto (costo 5 miliardi più altri 85 di avviamento) che comprende quote nei consorzi per la Torino-Milano, MilanoGenova, Bologna-Firenze e la linea TorinoCeres. «Siamo l'unica azienda italiana del settore che ha fatto acquisti e concentrazioni in un mercato iperframmentato», sintetizza Carrara che non perde l'occasione per lamentare le difficoltà di intervento in Italia. Sempre più difficili i finanziamenti pubblici, non ancora possibili quelli privati (tipo project financing: formula ormai universalmente adottata all'estero), le imprese - denuncia Carrara - si trovano a lottare persino contro i tempi biblici di pagamento della pubblica amministrazione: «Veniamo pagati mediamente 4-5 mesi dopo la fatturazione quando all'estero la media è 3 mesi e il peggio è che in Italia, spesso, non si riesce a essere pagati nemmeno dopo aver chiuso un arbitrato, tanto che noi vantiamo crediti per 150 miliardi». Per fortuna, l'Italia è importante per Impregilo - che vi realizza il 41% dei 3102 miliardi della produzione - ma il restante 59% viene dall'estero, parte (l'I 1%) dall'Europa e gran parte dall'Asia, dall'Africa, dal Sud America. Obbiettivo per l'immediato futuro, conferma Carrara, arrivare a un fatturato di 4 mila miliardi, meta che a fine '98 potrebbe essere avvicinata di molto, a quota 3300 miliardi grazie anche alle nuove acquisizioni e a un portafoglio ordini vicino ai 16 mila miliardi. Così per gli azionisti (dove c'è da registrare la riduzione dal precedente 3,4% al 2% della Giraglia) i 15,5 miliardi di utile netto del '97 (erano 11,2 miliardi nel '96 ma solo per via di proventi straordinari incassati dalla cessione dell'azienda agricola brasiliana Sonora) daranno 50 lire di dividendo ai titoli di risparmio. Non molto, ammette Carrara. Che conferma l'intenzione annunciata da tempo: «Dare più soddisfazione ai soci a partire dal '98 anche se - aggiunge - qualche gioia i nostri azionisti l'hanno già avuta dall'aumento di prazzo del titolo registrato dall'inizio dell'anno». [a. z.l
Persone citate: Federici, Franco Carrara
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