Alla Ferrero è l'ora dei trentenni di Giuseppina Fiori

Alla Ferrero è l'ora dei trentenni La multinazionale del cioccolato archivia un '97 in buona salute Alla Ferrero è l'ora dei trentenni Michele lascia la guida della Spa ai due figli ALBA. Pietro Ferrerò (35 anni) è il nuovo presidente della «Ferrerò spa» (la società operativa italiana del gruppo dolciario), mentre il fratello Giovanni (trentaquattrenne) è stato nominato vicepresidente. I figli dell'industriale Michele Ferrerò sono stati inseriti ai vertici della società italiana. Le nomine sono avvenute ieri durante la riunione del Consiglio di amministrazione che ha rinnovato le cariche per il prossimo triennio. Amministratore delegato dell'azienda è stato confermato Roberto Dorigo. In precedenza, si sono svolte le assemblee che hanno approvato i bilanci. Pietro e Giovanni Ferrerò a giugno '97 erano già stati nomi- nati «chief executive officer» (amministratori delegati) della «Ferrerò International B.V.»: la società olandese top holding del gruppo dolciario, un colosso che nel '97 ha realizzato un fatturato consolidato di 8710 milioni di fiorini olandesi con una crescita del 5,7% rispetto al '96. La multinazionale comprende ventinove società operative che sono sparse nel mondo, quindici stabilimenti produttivi e ha quindicimila dipendenti in totale. Si colloca al quarto posto a livello mondiale nel settore dolciario. I fratelli Ferrerò sono entrambi nati a Tcrino: Pietro si è laureato in Biologia all'Università torinese con 110 e lode e ha iniziato a lavorare in «Ferrerò» allo stabilimento «Allendorf» in Germania e poi, occupandosi di problemi tecnici e di produzione, in quello di Alba. Pietro Ferrerò è membro dei consigli di amministrazione di Mediobanca e di Vittoria assicurazioni spa. Giovanni Ferrerò si trasferì a Bruxelles con la famiglia nel 1975. Dopo gli studi di approfondimento sulle tecniche di marke¬ ting svolti negli Stati Uniti, ha iniziato a lavorare nella sede «Ferrerò» di Bruxelles. Nell'89 ha pubblicato il libro «Marketing progetto 2000». L'industria dolciaria continua ad avere un «trend» positivo. L'esercizio della «Ferrerò spa» si è chiuso al 31 dicembre '97 con un utile netto di 140 miliardi di lire, in lieve crescita rispetto ai 138,7 miliardi del '96. Il fatturato della «Ferrerò spa» nel '97 è stato di 3032 miliardi, in leggera diminuzione (-3,5%) rispetto all'anno precedente (3141 miliardi). In Italia l'azienda dolciaria ha altri tre stabilimenti uno a Pozzuolo Martesana (Milano) e due al Sud. Il calo è stato determinato dalla riduzione delle esportazioni: 29,6% del fatturato nel '97 contro il 32,1 % del '96. «La flessione nelle esportazioni - dicono alla "Ferrerò" - è direttamente collegata all'avvìo delle nuove realtà produttive del gruppo recentemente realizzate nell'Est europeo e nell'America Latina». In questo contesto la società ha mantenuto invariato il numero dei dipendenti a tempo indeterminato in Italia (6002 unità al 31 dicembre '97), procedendo ancora all'assunzione di 1280 lavoratori a tempo determinato. La «Ferrerò» giudica «buono» il risultato ottenuto. La società albese, che nel 1997 ha fatto investimenti produttivi per 125 miliardi di lire, ha appena immesso sul mercato una nuova specialità al cocco. L'assemblea ha approvato ieri anche il bilancio consolidato della «Holding P. Ferrerò & C, spa e Ferrerò spa»: presenta un utile netto di 201,9 miliardi con un incremento del 12,3% rispetto al 31 dicembre '96 quando l'utile era stato di 179,7 miliardi. Il patrimonio netto consolidato a fine '97 era di 1017,5 miliardi di lire. Giuseppina Fiori Nella holding di famiglia forte crescita dell'attivo Nella foto i fratelli Pietro e Giovanni Ferrerò

Persone citate: Ferrero, Giovanni Ferrerò, Michele Ferrerò, Roberto Dorigo

Luoghi citati: Alba, America Latina, Bruxelles, Germania, Italia, Milano, Pozzuolo Martesana, Stati Uniti