La Telecom lima il super utile

La Telecom lima il super utile Rossignolo rivede le strategie e chiude il bilancio '97. Il dividendo è di 190 lire per le azioni ordinarie La Telecom lima il super utile In consiglio arrivano due uomini del Tesoro ROMA. Un bilancio tranquillo e comunque con sostanziosi utili, due nuovi consiglieri nelle persone di Pier Gaetano Marchetti e Cristiano Antonelli, una riflessione sulle strategie aziendali: presieduto da Gian Mario Rossignolo, il consiglio di amministrazione della Telecom Italia ha segnato un'altra tappa della stagione di transizione della società privatizzata lo scorso ottobre e impegnata ad attrezzarsi per le nuove sfide della concorrenza. Il punto di partenza è lusinghiero. Per ogni azione ordinaria il dividendo è pari a 190 lire e per ogni azione di risparmio è di 210 lire. Questo grazie a un utile netto della Telecom spa che ha raggiunto nel 1997 i 2311 miliardi, il 10% in meno dell'anno precedente. L'utile di gruppo è invece in salita del 12,5%, avendo toccato quota 2448 miliardi; l'utile netto di competenza della capogruppo è indicato in 2609 miliardi. Con il bilancio, che sarà sottoposto all'approvazione dell'assemblea che si riunirà a Torino il 15 giugno in prima convocazione o il 16 in seconda, si volta pagina anche formalmente. Il 1997 è stato l'ultimo anno della proprietà pubblica ed è stato avviato il rinnovamento manageriale. Dal 12 gennaio presidente è Rossignolo. E dalla sua nomina è cominciata la revisione organizzativa, la ridefinizione delle alleanze, l'individuazione dei nuovi obiettivi. Un impegno su più fronti che non ha mancato di attirare l'attenzione e anche di provocare tensioni. Lanfranco Turci, responsabile economico del pds, promuove con riserva Rossignolo: «Ho visto finora - afferma - più sommovimenti che l'assestamènto e la strategia su cui si vuple incamminare». Il sottoSegretario alle comunicazioni Michele Laurìa avverte che comunque «non è compito del governo ma del comitato strategico della società» stabilire la direzione di marcia. E «ov¬ viamente - aggiunge Laurìa - il governo che attualmente è il maggiore azionista segue con interesse legittimo le problematiche e le decisioni che saranno assunte». Il ministero del Tesoro è rimasto azionista principale con il 5,2% dopo la mancata acquisizione delle quote da parte dell'americana At&t e del consorzio Unisource che si erano impegnati a comprare le azioni. L'At&t appare ormai lontana dalla Telecom dopo essere stata individuata come alleata 10 scorso anno. Ad aprile Rossignolo ha invece chiuso un accordo strategico con l'inglese Cable & Wireless, accordo preso in considerazione ieri dal consiglio di amministrazione chiuso a tarda ora. Non avendo comprato le azioni, l'At&t ha fatto ritirare dal cda il suo rappresentante, Mark Baker, che oltretutto in questi giorni ha anche lasciato 11 gruppo americano. Dal cda era uscito anche l'ex amministratore delegato Tommaso Tornasi di Vignano. Così ieri sono state decise due cooptazioni, cioè due nuovi ingressi nel cda. I nomi di Marchetti e Antonelli sono stati indicati dal Tesoro. Il primo è esperto di diritto societario (e fra l'altro è stato consigliere di Mediobanca), il secondo è professore di economia delle telecomunicazioni. Ma è tutta l'organizzazione aziendale che viene ora ridiscussa e la questione è stata posta anche all'attenzione del consiglio di amministrazione. La società affronta le nuove sfide della concorrenza partendo da una base solida, I ricavi del 1997 sono pari a 42.816 miliardi, con un aumento del 9,9%. Questo risultato è dovuto essenzialmente alla crescita della telefonia mobile (servizio offerto con la controllata Tim) e al lieve incremento del fatturato della telefonia fissa nonostante la riduzione tariffaria dello scorso anno. In particolare il traffico telefonico gestito dalla Te¬ lecom è cresciuto del 4,7%; le sole conversazioni internazionali sono aumentate del 12,1% e le telefonate fra la rete fissa e quella mobile hanno avuto un'impennata del 31,7%. E' rimasto sostanzialmente fermo il numero dei dipendenti (poco più di 126 mila), mentre il comunicato diffuso durante i lavori del consiglio parla di un soddisfacente incremento di produttività. E' invece cresciuto l'indebitamento, arrivato alla fine del 1997 a 15.124 miliardi, cioè 3084 in più rispetto al 1996 a causa delle acquisizioni di partecipazioni o di ulteriori quote in società straniere. [r. r.] Il presidente della Telecom, Gian Mario Rossignolo

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