«Estermann una spia? Solo assurdità»
«Estermann una spia? Solo assurdità» Smentita l'ipotesi di un quotidiano tedesco: «Alois era al servizio della Germania dell'Est» «Estermann una spia? Solo assurdità» // Vaticano respinge le illazioni sul capo delle guardie CITTA' DEL VATICANO. Il Vaticano non prende neppure in considerazione l'illazione del quotidiano popolare tedesco Berliner Kurier secondo cui Alois Estermann sarebbe appartenuto alla Stasi, il servizio segreto dell'ex Germania Est. «L'ipotesi - ha affermato il portavoce vaticano, Joaquin Navarro Valls - non viene nemmeno presa in considerazione: non è la prima volta che si scrivono incongruenze su un uomo onesto». L'ufficio berlinese incaricato di conservare sd esaminare gli arclùvi della Stasi non ha ancora preso posizione sulle rivelazioni. E' stata una lettera anonima a suggerire l'ipotetico collegamento fra Estermann e la spia Werder. Secondo il giornale fra il maggio 1980 e il 1984 Estermann avrebbe passato almeno sette volte informazioni riservatissime dal Vaticano all'allora Berlino Est. Lasciava, scrive il quotidiano, i suoi messaggi in una casella postale sul treno notturno Roma-Innsbruck, le carte venivano prelevate da collaboratori della Stasi. A quanto scrive il giornale, Estermann si era offerto fin dall'ottobre '79, quando ancora era ufficiale nell'esercito svizzero, al ministero per la Sicurezza dello Stato di Berlino Est quale collaboratore e a maggio '80 era stato ingaggiato col nome di copertura di Werder. Il giornale ha intervistato ex ufficiali della Stasi che erano stati in contatto con la fonte Werder dal '79. Hanno detto di voler conferire con ex colleghi prima di esprimersi sul caso. Pare comunque che l'agente Werder fosse sotto «la tutela» di tre ufficiali. A spingere Estermann verso la carriera di spia internazionale sarebbe stato, asserisce il giornale, il desiderio di denaro: come guardia svizzera guadagnava solo 1500 marchi al mese, 1,5 milioni di lire. «Padre Ivan, la prego, mi richiami subito, è urgente». Queste le ultime parole che la guardia svizzera Cedric Tornay avrebbe lasciato trenta minuti prima della strage in Vaticano sulla segreteria telefonica del cellulare del suo confessore francese, Padre Ivan. «Cedric - afferma Padre Ivan - mi ha lasciato un messaggio sulla segreteria telefonica lunedì alle 20,30, mezz'ora prima della tragedia. Sembrava agitato». Forse spe- rava che padre Ivan lo dissuadesse dal commettere il suo atto. «Ma in quel momento - dice il prete - ero all'aeroporto e non potevo rispondere. Ho richiamato alle 21,10 alla sua caserma, era troppo tardi. Mi ha risposto qualcun altro e mi ha raccontato che cosa era successo. Se avessi chiamato cinque minuti prima, forse, tutto questo non sarebbe accaduto». Per Maria Romero, che aveva sentito appena quattro giorni prima la sorella Gladys, moglie di Estermann, è ancora sconvolta ma oppone un no secco all'ipotesi del cognato spia della Stasi: «Chi l'ha conosciuto sa bene quanto alto fosse il suo valore etico e morale. E' vergognoso, assurdo, ipotesi inaccettabile dalla famiglia». Ieri è stato trovato il quinto proiettile sparato da Tornay: era conficcato in un muro della casa di Estermann. Dopo la morte si dividono le strade dei coniugi Estermann: la signora Gladys Meza sarà seppellita a Urica, la città natale, per desiderio dell'anziana madre; il comandante della guardia svizzera sarà invece sepolto a Beromunster, nel cantone elvetico di Lucerna, poco distante da Gunzwil, dove era nato. [r. cri.1 Prima della strage Tornay cercò invano il suo confessore Accanto, il Vaticano, il più piccolo Stato del mondo è anche uno dei più spiati dai servizi segreti. A sinistra, Alois Estermann
Luoghi citati: Berlino Est, Citta' Del Vaticano, Germania Dell'est, Germania Est
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