La pillola garantita da Dole

La pillola garantita da Dole «Funziona eccome, peccato non averne comprato le azioni» La pillola garantita da Dole L'ex senatore sperimentò Viagra WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Funziona eccome!». Parola di Bob Dole, ex leader dei repubblicani, che in diretta alla rete televisiva Cnn annuncia di usare anche lui il Viagra, la pillola contro l'impotenza che sta cambiando la vita di milioni di americani. Di più: l'eroe di guerra e candidato alle ultime presidenziali confessa di aver fatto da cavia per la Pfizer, la casa farmaceutica che produce l'ormai celeberrima losanga blu. «Heh heh, è un farmaco davvero formidabile», dice sornione all'intervistatore, Larry King. «E adesso lo posso dire: ho partecipato al programma sperimentale». Dole ha 74 anni, e nel 1991, cinque anni prima di scendere in corsa per la Casa Bianca, scoprì di avere il cancro alla prostata. Rimosse il tumore con un intervento chirurgico. E per sua fortuna non sono emersi altri focolai. Ma uno dei possibili effetti collaterali del cancro alla prostata è appunto l'impotenza. Adesso si scopre che Dole ne soffriva. Durante la sua leadership del Senato dal 1992 al 1996 la sua attività sessuale diminuì considerevolmente. E non riprese nemmeno quando lanciò la sua sfida a Clinton - il quale semmai soffriva del problema opposto al suo. Dopo la sonora sconfitta nelle presidenziali, l'anziano senatore del Kansas sembrò avviato ad un rapido tramonto. Lui stesso fece qualche passo indietro e incoraggiò la sua energica e attivissima moglie Elizabeth a prendere il suo posto sulla ribalta. Tanto da parlare di lei, ex ministro e presidente della Croce rossa americana, come di un possibile candidato presidenziale^ Ma il vecchio eroe di guerra, ferito negli Appennini nel 1945, non era pronto a gettare definitivamente la spugna. E quando si è trattato di trovare qualche volontario per speri- mentare il farmaco della Pfizer che prometteva di sconfiggere l'impotenza, Dole si fece avanti da bravo soldato. I test, a quanto pare, andarono a meraviglia. E adesso, decisamente ringalluzzito, il senatore è tornato allo scoperto per parlare in pubblico di una condizione molto più dif fusa di quanto si pensa. «La gente deve saperne di più - dice -. Milioni di uomini soffrono di impotenza. E questa pillola è decisamente un passo avanti». L'unico rammarico del nuovo ombudsman degli impotenti è quello di non averci guadagnato, oltre ad una rinnovata sessualità, anche un po' di dollari. Le azioni della Pfizer sono andate alle stelle dopo l'annuncio del nuovo farmaco e hanno continuato a salire di fronte alle reazioni entusiaste. Anche Dole ne ha comprato un bel pacco, ma in ritardo. «E adesso mi mangio le mani per non averle acquistate prima». La Pfizer, ovviamente, non poteva sperare in un promotore più efficace. L'imprimatur del senatore, un uomo rispettato nel Paese da democratici e repubblicani e che proprio la settimana scorsa è stato insignito di nuove onorificenze militari, vale più di qualsiasi campagna pubblicitaria. Nel 1996, quando era in piena crisi di impotenza, Dole rinunciò al suo seggio senatoriale per dedicarsi alla campagna presidenziale. Il suo non era un gesto dovuto - la Costituzione non lo richiede - ma lo fece per potersi dedicare interamente e liberamente alla corsa per la Casa Bianca. Dole venne sconfitto da Clinton (anche perché appariva più fiacco del suo giovane rivale), e si ritrovò senza più cariche politiche. Ma da quando se n'è uscito con la sua confessione alla Cnn circola la voce che il vecchio Bob voglia tornare in pista... Andrea di Robilant Robert Dole, sfidante sfortunato di Clinton alle ultime elezioni presidenziali americane

Luoghi citati: Kansas, Washington