Nuova indagine su Berlusconi

Nuova indagine su Berlusconi Il leader di Forza Italia è accusato di corruzione con Previti, Squillante e l'avvocato Pacifico Nuova indagine su Berlusconi Nel mirino del pool il «lodo Mondadori» MILANO. Solo poche righe, un nuovo clamoroso capitolo della «guerra di Segrate», la battaglia che contrappose Carlo De Benedetti a Silvio Berlusconi e che vide il cavaliere conquistare il controllo della Mondadori. Mercoledì 8 aprile il gip di Milano, Alfredo Rossato, ha notificato una stringata richiesta di proroga delle indagini con l'ipotesi di concorso in corruzione in atti giudiziari (319 ter) a Silvio Berlusconi, a Cesare Previti, all'ex capo dei gip romani, Renato Squillante e all'avvocato Attilio Pacifico, iscritti al registro degli indagati dal 2 ottobre '97. «Per reati commessi in Italia e all'estero fino al '91 ("Lodo Mondadori")», è specificato nella richiesta firmata dal solo pubblico ministero Ilda Boccassini. In queste poche righe, la prima conferma ufficiale a ipotesi che circolavano da mesi: i magistrati del pool che indagano dal '96 su presunte tangenti versate a magistrati romani da Berlusconi e dai suoi amici avvocati Previti e Pacifico hanno messo nel loro mirino anche il famoso lodo Mondadori, o meglio la sentenza della corte d'appello (giudici Arnaldo Valente e Vittorio Metta) con la quale venne annullato il lodo arbitrale che conferiva la maggioranza delle azioni alla Cir di De Benedetti. «Non mi stupirei», è sempre stata in questi ultimi mesi la risposta di De Benedetti a chi gli chiedeva se le indagini su Previti avrebbero fatto luce sulla vicenda conclusa con un accordo mediato dall'andreottiano Giuseppe Ciarrapico e che costò alle casse della Fininvest oltre mille miliardi. «No comment», anche il 4 dicembre scorso quando De Benedetti era stato sentito come «persona informata sui fatti» dai pm Boccassini e Gherardo Colombo in una caserma della Criminalpol a Milano. Un si lenzio rotto solo da indiscre zioni sulle dure dichiarazioni contro i sistemi usati da Berlusconi che l'ingegnere avrebbe messo a verbale. Da allora nelle stanze dei pm erano stati visti sfilare alcuni dei protagonisti di quella guerra. Dall'edito re Carlo Caracciolo all'avvoca to Vittorio Ripa di Meana, al braccio destro di De Benedetti ai tempi di Segrate, Corrado Passera, e anche lo strano me diatore dei due gruppi in guer ra, Ciarrapico. Ora si è scoperto come si sono mossi i pm: un unico fascicolo, un unico nu mero di registro il 9520/95/21 per le indagini su Mondadori, sulle vicende Imi-Sir e Sme salvo poi fare degli stralci < chiedere il rinvio a giudizio de gli imputati. Proprio ieri, dopo mesi di attesa, il gip Rossato ha fissato l'udienza preliminare del filo ne dell'inchiesta nata a fine estate '95 dalle dichiarazioni della teste Omega, Stefania Ariosto: Berlusconi, Squillan te, Previti e Pacifico dovranno infatti comparire, lunedì 29 giugno, davanti a Rossato. Tutti sono accusati di concorso in corruzione. Per questa vicenda, nel marzo '96, Squillante e Pacifico furono arrestati e, nel settembre scorso, prima la procura poi lo stesso gip chiesero, ma non l'ottennero, alla Camera l'autorizzazione all'arresto di Previti. Insomma, da una parte il processo sui soldi a Squillante; dall'altra sul lodo Mondadori, Imi-Sir e Sme, vicende giudiziarie che i pm sospettano siano state «aggiustate», continuano le indagini. La mossa della procura non piace al professor Ennio Amodio, legale di Berlusconi che, ricevuta la notifica, ha subito presentato al gip un'opposizione alla richiesta di proroga. «E' un escamotage usato dai pm per autoassegnarsi altro tempo per nuove indagini. Una situazione abnorme», attacca Amodio. E aggiunge: «Non conosciamo questo procedimento che riguarda comunque gli stessi fatti per i quali è fissata l'udienza preliminare il prossimo 29 giugno». Non solo. L'avvocato Amodio annuncia battaglia: «Solleveremo questioni di competenza territoriale. Tutto questo processo deve andare a Perugia. Squillante non era giudice a Roma?». E ancora. «La Procura ha in mano solo un teorema ma in tutti questi mesi d'indagine i pm non hanno trovato nessuna prova d'interferenze giudiziarie né, per quanto riguarda Squillante, di un atto contrario ai doveri d'ufficio, in compenso grazie a una nostra attività investigativa abbiamo trovato prove di rapporti tra la procura di Milano e la teste Ariosto». Non dice una parola di più l'avvocato del Cavaliere ma fa capire che ci sarebbero altri episodi oltre a una cena da amici, presenti Ariosto e il suo fidanzato di allora, Vittorio Dotti e il procuratore capo di Milano Francesco Saverio Borrelli. COS'È' Il LODO ARBITRALE MONDADORI 21 GIUGNO 1990: viene emesso il lodo arbitrale sul contratto Cir-Formenton (annullato dalla sentenza della Corte d'Appello). Si chiudeva così la controversia tra Carlo De Benedetti e i Formenton per la vendita alla Cir da parte dei Formenton di 13 milioni 700 mila azioni Amef (il 25,7% della finanziaria che controlla la Mondadori) contro 6 milioni 350 mila azioni ordinarie Mondadori. Il lodo, favorevole alla Cir, diede a De Benedetti il controllo del 50,3% del capitale ordinario Mondadori e del 79% delle privilegiate; Berlusconi perse la presidenza. 24 GENNAIO 1991: la Corte d'Appello di Roma, presieduta dal giudice Valente, dichiara che, dato che una parte dei patti dell'accordo del 1988 tra i Formenton e la Cir era in contrasto con la disciplina delle società per azioni, era da considerarsi nullo l'intero accordo e quindi anche il lodo arbitrale. Si tratta solo di un teorema? Finora i pm hanno scoperto meno carte possibili. Di certo la notizia che i pm hanno in mano la prova di un bonifico di 200 milioni fatto dal solito Panifico su un conto di Montecarlo del giudice Paolo Zucchini e che il bonifico era stato spedito il giorno successivo alla sentenza della prima sezione del tribunale di Roma (quella di Zucchini) che condannò l'Imi dimostra come per gli indagati non sarà certo una partita facile. Zucchini, indagato per corruzione, sarà interrogato lunedì dal pool. Chiara Beria di Argentine Il gip Rossato ha accolto la richiesta della Boccassini di prorogare l'inchiesta cominciata nell'ottobre '97 La replica del legale «Un escamotage dei pm per autoassegnarsi altro tempo Una situazione abnorme» Il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi. Accanto, l'ingegner Carlo De Benedetti, che per ora non commenta