Ma i giornali già lo sapevano

Ma i giornali già lo sapevano Ma i giornali già lo sapevano Milano chiese alla Corte Suprema di fargli avere almeno un fax ROMA. L'avrebbe ricevuta per posta. Con la posta ordinaria, Licio Gelli avrebbe saputo, se fosse rimasto a casa, della sua condanna per il crack del Banco Ambrosiano. Ed è già polemica. Proprio così: la conferma della sentenza di condanna per il crack dell'Ambrosiano è partita per la procura generale di Milano (che aveva il compito di stabilire le modalità di esecuzione della pena per Gelli, Ortolani, Mazzotta e gli altri condannati) il giorno 24, cioè due giorni dopo che i giudici della suprema corte avevano deciso. Ed è stata affidata alla posta ordinaria e almeno fino al 29 non era ancora giunta al destinatario. Questo, in sostanza, quanto spiega la prima relazione giunta ai ministero della Giustizia, che ne aveva fatto richiesta, dalla procura generale di Milano, mentre è ancora attesa quella della Cassazione. In attesa che la documentazione sia completata, nulla è trapelato dai collaboratori del Guardasigilli su quale sia la valutazione che ne viene data, anche se qualcuno fa rilevare che, seppure il codice non detta le modalità di trasmissione, in altri casi, come ad esempio per Cusani, gli «ermellini» si sono regolati diversamente. La relazione del pg di Milano, l'unica per ora giunta a via Arenula, spiega, in sostanza, che la prima documentazione arrivata a Milano è stata, il 24 aprile, l'istanza di differimento della pena del difensore di Gelli; non avendo altro che notizie giornalistiche sulla deci¬ sione presa due giorni prima dalla Cassazione, i magistrati hanno quindi sollecitato la suprema corte a fargli avere via fax almeno il dispositivo; questo è arrivato il 29 aprile. Intanto, sulla base della documentazione disponibile a Milano (poiché si erano svolti i processi di primo e secondo grado), si era fatto il conteggio sul periodo di detenzione già scontato da Gelli, per rendere più rapida la decisione su tempi e modalità di carcerazione. Ed infatti l'ordine è stato firmato due giorni dopo e trasmesso alla polizia giudiziaria. Essendo il 1° maggio un giorno di festa nazionale, e il 3 domenica, l'ordine è materialmente arrivato nelle mani di chi doveva eseguirlo soltanto il 4 maggio. [Ansa] Qui accanto Umberto Ortolani in una foto d'archivio A sinistra l'ex Venerabile della P2 Licio Gelli

Persone citate: Cusani, Gelli, Licio Gelli, Mazzotta, Ortolani, Umberto Ortolani

Luoghi citati: Milano, Roma