Gelli, la Cassazione avvisò tardi il Pool di Daniela Daniele

Gelli, la Cassazione avvisò tardi il Pool La conferma della condanna venne inviata per posta ordinaria. Individuati a Roma Mazzotta e Ortolani Gelli, la Cassazione avvisò tardi il Pool Tina Anselmi: dov'è adesso?In Italia ha ancora tanti amici ROMA. La polizia gli ha perquisito la villa di Arezzo, la sua presenza viene segnalata un po' dovunque, ma finora Licio Gelli rimane «uccel di bosco». Ieri pomeriggio si è scoperto, invece, che fine hanno fatto Maurizio Mazzotta e Umberto Ortolani, condannati dalla Corte di Cassazione rispettivamente a 8 e a 12 anni di reclusione. Il primo è ricoverato presso il Policlinico Gemelli di Roma, in cura per il diabete. Il suo difensore, l'avvocato Titta Castagnino, ha comunicato agli organi di polizia il luogo in cui si trova il proprio assistito. Ortolani, invece, anch'egli ammalato, è presso un parente a Roma. Ma la fuga di Gelli non turba i sonni ai soli investigatori. Il mondo politico è in subbuglio per la scomparsa misteriosa dell'ex Venerabile, al punto che il governo ne risponderà al Senato martedì prossimo. Ieri è stata la giornata dei commenti e delle ipotesi. E dei messaggi «tra i denti». Stringato, ma chiarissimo il parere di Massimo D'Alema: «Credo che l'impegno delle forze dell'ordine e del governo debba essere molto forte affinché Licio Gelli venga assicurato alla giustizia». «E' grave che il capo della P2 sia sfuggito alla giustizia», ha rincarato la dose Nicola Mancino, presidente del Senato, intervenendo alla prima delle giornate in memoria di Aldo Moro. «La stessa vicenda che portò alla legge di scioglimento della P2 - ha ribadito - è stata indicativa di una volontà di difesa da attacchi gravi e pericolosi, ma non altrettanto della capacità di elaborare un disegno capace di indirizzare l'ordinamento istituzionale verso traguardi più avanzati». A D'Alema e a Mancino ha in¬ direttamente risposto il ministro dell'Interno, Giorgio Napolitano: «Il governo sta facendo tutto il necessario per rintracciare» Gelli. Con una piccata precisazione: «Dopo che il 4 maggio è stato adottato il provvedimento di custodia cautelare», Gelli «deve considerarsi latitante». Come dire: fino a quel provvedimento della magistratura il governo e le forze di polizia nulla potevano fare per tenere l'ex capo della P2 sotto controllo. Sta di fatto che la fuga di Gelli non ha stupito Tina Anselmi, ex presidente della commissione d'inchiesta sulla P2. E a chi formulava l'ipotesi che l'ex gran maestro potesse essere nascosto in una clinica, ha risposto, lapidaria: «Ha tanti amici...». A proposito del possibile collegamento tra le vicende che riguardano la P2, il sequestro Moro e il ruolo dei servizi segreti, Tina Anselmi ha osservato: «Di queste cose si sarebbe dovuto discutere appena ultimata l'inchiesta. Ognuno aveva da coltivare un pezzo di Paese, per ripulirlo, per evitare che certe cose si ripetessero. In- vece il Paese ha cominciato il "nuovo", andando a prendere personaggi che erano presenti in quella lista lì...». Un concorso di responsabilità nella fuga dell'anno. E gravissima leggerezza di chi, nella magistratura, doveva disporre la cattura immediata il giorno stesso della pubblicazione della condanna e una non scusabile leggerezza da parte di coloro che dovevano sorvegliare e non hanno sorvegliato. E' il parere del presidente del comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, Franco Frattini. E mentre il capogruppo di An alla Camera, Giulio Maceratini, chiede le dimissioni di Napolitano e Flick, Mirko Tremaglia (anche lui di An) non ha dubbi nel collegare la fuga di Gelli al caso Moro: «O scappo o parlo», sarebbe stato il ragionamento fatto dall'ex capo della P2. Tremaglia ricorda che, durante il sequestro, i capi dei servizi erano tutti iscritti alla P2, nominati da Andreotti. «Geni - secondo Tremaglia - è l'unico che può parlare con perfetta conoscenza delle in¬ dagini su Moro che vennero svolte con incredibili deviazioni». Una fuga, insomma, che, secondo la presidente dell'Anni, Elena Paciotti, è «particolarmente sgradevole perché sa di beffa». Ma, continua il magistrato, seppure è «inevitabile che persone come Geni, come Craxi non finiscano i loro giorni nelle patrie galere», può essere considerato «un marchio sufficiente il fatto che siano ridotte al rango di latitanti. Quando uno è diventato da potente della nazione a latitante, possiamo accontentarci». Il parlamentare verde Paolo Cento ha intanto presentato un'interpellanza al governo Prodi affinché sia dato seguito alla denuncia di Tina Anselmi sull'esistenza ancora di «tanti amici» di Licio Geni nell'establishment del Paese. Sintetico quanto categorico il commento del sindacato di pohzia, Sap: «Sulla fuga di Gelli non accettiamo nessuna critica, poiché la polizia non ha alcuna responsabilità». Daniela Daniele

Luoghi citati: Arezzo, Italia, Roma