«Una sola mano omicida sui treni: è la sua»

«Una sola mano omicida sui treni: è la sua» Si allunga la scia di sangue del serial killer: potrebbe aver ucciso sedici volte in pochi mesi «Una sola mano omicida sui treni: è la sua» Ci sono riscontri oggettivi, Bilancia sparò anche a un cambiavalute GENOVA DAL NOSTHO INVIATO Un serial killer, ma anche un mostro: potrebbe avere ucciso 16 volte. Nove delitti sono scontati, compresi quelli dei treni, in riferimento ai quali ieri sono stati anche ufficialmente ammessi «oggettivi riscontri». Per altri sette c'è un robusto e motivato sospetto. Certezze esistevano già sulle prostitute e sui metronotte di Novi, da ieri va attribuito al Bilancia anche l'omicidio del cambiavalute di Ventimiglia: la conferma, ancora informale ma ormai evidente, arriva dagli esami comparativi dei proiettili sparati il 20 marzo scorso a Latte, un pugno di chilometri prima del confine. Bilancia, in quella occasione, uccise Enzo Gorni, 46 anni, padre di due bambine, vicepresidente dell'Associazione cambisti. Lo fece per soldi, ma dovette scappare a mani vuote, sorpreso dalla reazione della vittima che cercava di impugnare una pistola. Fu visto allontanarsi dal cognato di Gorni che fornì una dettagliata descrizione dell'assassino e che ieri ha riconosciuto Bilancia. L'identikit steso allora, in fretta e furia, ha notevoli somiglianze con i tratti del Bilancia. Come non può più passare inosservato il fatto che il killer fuggì a bordo di una Marcedes blu scura. L'incriminazione pare ora soltanto questione di tempo: toccherà al sostituto procuratore di Sanremo, Antonella Politi, proporre al gip l'emissione di provvedimento di custodia cautelare. Forse già nelle prossime ore. Ma il «delitto 9» come viene ora classificato quello di Gorni, non sarà l'ultimo ad essere attribuito a Bilancia. Esiste, in queste ora, una impressionante aggregazione di prove ed indizi che fanno ritenere che il biscazziere abbia colpito almeno altre sette volte: il 24 ottobre, quando furono torturati e uccisi Carla Scotto e Maurizio Parenti, ma anche il 27 ottobre, quando furono assassinati i gioiellieri Armando Solari e Maria Luigia Pitto, il 13 novembre, quando fu colpito a morte il cambiavalute Luciano Marro anche lui a Ventimiglia, e magari pure il 24 gennaio quando un altro metronotte, Giangiorgio Canu, fu assassinato in un ascensore del centro di Genova, ed infine il 24 aprile quando fu assassinato il benzinaio Giuseppe Mileto, a Taggia. A puro titolo di cronaca (almeno per ora) va registrato che la procura di Savona, proprio dopo la notizia dell'arresto di Bilancia, ha riaperto le indagini sulla misteriosa morte di due prostitute: quella di Silvana Bazzoni, 39 anni, veronese, massacrata a calci e pugni, trovata cadavere nel febbraio scorso lungo l'autostrada Genova-Ventimiglia, a poca distanza da Cogoleto. E, andando molto più a ritroso, anche su quella di Isabel Nunez, 29 anni, argentina, trovata cadavere vicino a Savona, ma con il corpo in uno state tale che non fu possibile stabilire le esatte cause di morte. Si tratta del consueto incontrollato fenomeno di «accreditamento» di delitti a misfatti, tipico della fase successiva all'arresto di ogni serial killker? Nien- t'affatto, perché per i primi sedici casi (le due prostitute savonesi sono invece capitolo tutto da accertare) esistono riferimenti concreti che, in attesa delle conferme della polizia scientifica, poggiano su solide basi. Con il comune denominatore di un'arma sempre uguale: una Smith & Wesson 38 special, canna da due pollici, sei colpi nel tamburo. E con numerosi altri elementi di supporto: la coppia Parenti-Scotto aveva un rapporto di amicizia con il biscazziere arrestato (insieme a lui trascorse anche la notte dell'ultimo Capodanno), probabilmente maturato negli ambienti del Totonero, ed anche i gioiellieri Solari-Pitto avevano avuto contatti con lui, nel negozio di Borgo Incrociati. L'assassinio di Marro può essere ampiamente spiegato, poi, da quello del collega Gorni: lì l'obiettivo erano i soldi, da spendere al casinò. L'eliminazione del metronotte Canu potrebbe essere quella di una persona che aveva semplicemente visto troppo. E il benzinaio ucciso in autostrada? Qui va detto che, per due settimane, si era esclusa l'ipotesi serial killer, ma ieri mattina una gazzella dei carabinieri è partita in gran fretta da Sanremo per raggiungere l'Istituto di Medicina Legale di Pavia, dove sono stati prelevati tutti i reperti relativi a quell'omicidio, poi trasferiti a Parma, destinati al microscopio del Centro investigazioni scientifiche dell'Arma. Pare che una supertestimone abbia raccontato ai militari di avere visto Bilancia, proprio quella sera, in quell'autogrill. Il movente principe di questa lunga fase, preceden¬ te alla suite delle prostitute e delle donne sui treni, è certamente il denaro. A casa Parenti fu svaligiata la cassaforte dove si stima potessero anche esserci 300400 milioni, dalla casa dei gioiellieri sparirono tre plateaux di gioielli per un valore di un altro centinaio di milioni. Un tentativo di rapina fu anche quello compiuto ai danni di Marro. Dov'è finito quel mezzo miliardo? Bilancia aveva trattato un alloggio in corso Italia e, per qualche mese, aveva vissuto alla grande con frequentissime puntate al casinò. La ripresa primaverile degli omicidi potrebbe ancora avere una spiegazione nei soldi, perché le sue apparizioni al tavolo verde di Sanremo erano intanto diventate sempre più intense. Le ricche borsette delle prostitute erano forse considerate bottini semplici, a basso rischio. Restano le donne dei treni: perché? Anche qui c'è stata rapina, ma su basi tali da considerare folle il rapporto rischio-beneficio. Forse, in queste circostanze, può essere scattato il delirio d'onnipotenza. Forse Bilancia era arrivato a considerarsi imprendibile ed aveva abbandonato anche ogni logica di comportamento. Così, l'altro giorno è stato finalmente fermato. Forse a quota 16 vittime, numero che gli attribuirebbe il freddo e triste titolo di più sanguinario serial killer italiano. Oltre le 15 di Ludwig (la coppia Furlan-Abel), le 14 di Pacciani. E ben oltre i 9 delitti di Giudice, gli 8 di Giugliano, i 6 di Stevanin, Candela e Gamper, e i 5 di Bergamo. Angelo Conti «Dottore mi faccia fumare. Sto troppo male. Le sue mani? Me le ricordo tra mille» «E' il numero due sono sicura. Non lo voglio più vedere Sto meglio, ma ora toglietemelo da davanti» Riconosciuto dal cognato della vittima Un omicidio per soldi ma l'uomo fu costretto a fuggire a mani vuote Nel mirino avrebbe avuto una coppia di coniugi un goielliere e un altro metronotte A sinistra Donato Bilancia. Sopra il cadavere di Mariangela Rubino, assassinata sul treno a Ventimiglia