Rinascono i socialisti di Eia. Ti.
Rinascono i socialisti Rinascono i socialisti Boselli: è finita la diaspora Craxi non era un capobanda FIUGGI. Dopo la diaspora del '94, i socialisti si ritrovano nuovamente sotto un unico simbolo, l'intramontabile garofano. Nascono i Socialisti Democratici Italiani (Sdì) dalla fusione dei socialisti di Boselli, di quelli di Intini e dei socialdemocratici di Schietroma. In platea tante facce note del vecchio Psi: da Gianni De Michelis a Claudio Martelli, da Bobo Craxi a Enrico Manca. Grande assente, Giuliano Amato. Comune denominatore, la difesa delle radici socialiste e un certo risentimento, palpabile tra i delegati, nei confronti dei «cugini» del Ds. Massimo D'Alema, in prima fila, non viene certo accolto con gli stessi app;ausi riservati a Francesco Cossiga o all'ex «delfino» Martelli. Del resto anche la relazione con cui Enrico Boselli ha aperto le assise non è stata certo tenera con la Quercia. «Parafrasando una celebre frase di Berlinguer», attacca il leader del Si, «potrei dire che i democratici di sinistra sono sì riformisti, ma con tratti illiberali». Ma il colpo più duro si abbatte nel cuore della politica dalemiana, indicando una prospettiva del tutto nuova per i socialisti: quella dell'Ulivo Partito Democratico. L'avvenuta emancipazione di Prodi e Marini da Botteghe Oscure rappresenta, secondo Boselli, la condizione per dire che «l'Ulivo è divenuto oggi una proposta politica, esplicitamente assimilata al centro-sinistra di Blair e di fatto alternativa alla Cosa 2». Un'affermazione che viene sottolineata anche dopo l'intervento: «Io non potevo sbilanciarmi di più perché devo tenere conto di una parte della platea. Ma è chiaro che per noi a questo punto la prospettiva non può che essere quella dell'Ulivo». La virata verso una linea di attenzione verso l'Ulivo trova conferma nel programma del congresso: D'Alema, presente ieri, ha solo ascoltato; oggi arriva Walter Veltroni e gli organizzatori hanno riservato uno spazio per un intervento in piena regola del vicepremier. Non a caso il leader dei Ds commenta con scarso entusiasmo la relazione introduttiva: «Mi sarei aspettato per il futuro più passione unitaria. Io sono stato presentato come il presidente della Bicamerale, ma sono anche il vicepresidente 'rleTI'mternSEiónale Sotffàlistà». Il richiamo all'orgoglio socialista è stato la lineaguida della prima giornata congressuale. ((Assimilare •^tEsrJsramaSfcanda e (SàxTa'uff càpòhaffflaVajrt»rte Boselli, «non è solo un falso storico ma anche una vera e propria infamia che combattiamo». La platea s'infiamma e Boselli insiste: «I socialisti devono difendere l'onore del Psi». Il tutto viene accompagnato dalla vecchia richiesta di costituire una Commissione parlamentare d'inchiesta su Tangentopoli e di realizzare una riforma della giustizia che separi giudice e pm. Per Claudio Martelli, «queste assise segnano un punto di non ritorno nella ricostruzione socialista. Io ci sono e ci sarò». De Michelis, che mantiene le distanze dallo Sdi, ammette però che «il rifiuto della Cosa 2 è interessante». Ancora più significativi gli elogi di Bobo Craxi, figlio di Bettino. «Lo ringrazio per le parole nei confronti di mio padre». Per ascoltare la relazione di Boselli sono arrivati a Fiuggi i rappresentanti di tutti i partiti, l'ex Capo dello Stato Francesco Cossiga e il presidente del Senato, Nicola Mancino. Domani si chiude il congresso e lunedì parte il nuovo tesseramento a conclusione del quale, a fine anno, si terrà il congresso fondativo della nuova formazione. Nell'attesa, Boselli e compagni tenteranno di convincere il «padre nobile», Giuliano Amato a spendersi nell'operazione. [eia. ti.]
Luoghi citati: Fiuggi
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